Recensione Hollow Knight

Questo è il genere di bug che ci piace vedere in un videogame

di Davide Tognon

Il "Metroidvania" è un genere videoludico che può essere definito, in via approssimativa, come un platform/action bidimensionale, la cui caratteristica preminente consiste nell'esplorazione di location labirintiche. La consuetudine vuole che solo una piccola porzione di mappa sia liberamente accessibile fin dal principio; per poter raggiungere le altre aree, occorre la previa acquisizione di appositi power-up, che forniscono i mezzi necessari ad aprire nuove strade. Per rendere l'idea, basti fare un esempio classico come il doppio salto, che ovviamente permette di spingersi più in alto del salto singolo e, di conseguenza, di arrivare a piattaforme collocate a distanze maggiori. Nel corso del gioco si ha quindi una progressione che, se da un lato è appunto vincolata all'ottenimento dei power-up, dall'altro lato è decisamente non lineare e anzi, sovente imporrà di ritornare sui propri passi (il cosiddetto backtracking).

Il termine è un portmanteau coniato in onore di Metroid e Castlevania, perché Super Metroid e Castlevania: Symphony of the Night sono considerati i due massimi esponenti del genere, se non addirittura i due fondatori. In realtà l'origine del genere è incerta, probabilmente affonda le sue radici già negli anni '80. Ciò che conta, però, è che nell'ultimo periodo diversi Metroidvania si siano imposti all'attenzione del grande pubblico, grazie soprattutto al panorama degli sviluppatori indipendenti. Fra i tanti il Team Cherry, composto da tre ragazzi australiani che, dopo una campagna Kickstarter, nel 2017 hanno presentato al mondo la loro opera d'esordio: Hollow Knight.


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La scena è spesso arricchita da una pletora di dettagli suggestivi

Ad un primo sguardo, balza subito all'occhio una particolarità: tutti i personaggi sono insetti antropomorfi (o simili). Potrebbe venire spontaneo ritenere che tale soggetto, comunemente considerato sgradevole, rappresenti una scelta infelice. Un simile pregiudizio viene spazzato via non appena ci si accorge dei vantaggi che questa soluzione implica. L'entomologia offre infatti un catalogo sconfinato di specie, a cui il gioco attinge a piene mani per dare vita alle più diverse, bizzarre creature. Originalità e varietà sono dunque garantite. Chi teme di provare un senso di repulsione, può star tranquillo: il character design è di stampo cartoonistico, le sembianze degli insetti sono spogliate degli attributi orridi. Se si eccettua una determinata area, dove si fa volutamente leva sull'aracnofobia per suscitare un po' d'inquietudine, per il resto il mondo di Hollow Knight non riserva brutte sorprese a quanti siano troppo sensibili nei confronti di questi temi. In fondo, se ci pensate, nel campo dell'animazione il re è un topo...

Il protagonista è un enigmatico "cavaliere", che indossa un elmo con le corna e brandisce la Nail, una sorta di spada (il cui nome suggerisce sia ricavata da un artiglio). L'ambientazione è l'Hallownest, un regno caduto in rovina dopo che un'epidemia ha ucciso migliaia di abitanti e trasformato quasi ogni sopravvissuto in un pazzo sanguinario. Si dovrà perlustrare ogni anfratto del reame, per ricostruire il processo che ha condotto alla catastrofe e svelare i misteri correlati; va da sé che si potranno eventualmente indossare le vesti del salvatore. Generalmente la storia non costituisce un elemento fondamentale all'interno di un Metroidvania, ma in questo caso si può affermare che Hollow Knight venga piacevolmente arricchito da un lore (background narrativo) di tutto rispetto, da scoprire a poco a poco.


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City of Tears, dove ci si diverte a sguazzare nelle pozzanghere

Un vasto campionario di nemici, comprendente più di 150 voci, conferma la varietà sopra accennata. Si spazia dalle volgari zanzare alle eleganti mantidi, da minuscoli coleotteri a giganteschi scarafaggi. Anche i relativi comportamenti in battaglia rispecchiano tale varietà: c'è chi carica a testa bassa, chi si tiene a distanza e spara (fra questi, alcuni avversari volanti si dimostrano veramente infidi), chi ignora il cavaliere e chi a sua volta impugna una spada o una lancia, improvvisando un duello. La schiera dei boss è parimenti nutrita e offre numerosi scontri godibili, anche se forse nessuno merita l'appellativo "epico". Non tutta la popolazione dell'Hallownest è ostile, però: qua e là si rinvengono NPC che hanno resistito alla malattia. Perlopiù essi svolgono funzione di negozianti o di fonti d'informazione, anche se non mancherà qualcuno propenso ad assegnare quest secondarie.

Il gameplay propone un battle system semplice ma efficace e lo stile di combattimento, sebbene limitato dall'unica arma a disposizione e dal moveset ristretto, è parzialmente customizzabile mediante l'impiego dei charm, amuleti che attivano bonus di ogni tipo. Tramite i charm si va ad incidere su parametri quali la lunghezza dei fendenti, la velocità dei colpi, la capacità di recuperare vita e molto altro, permettendo di realizzare diverse build che consentono molteplici approcci. Ma più ancora del battle system, assume importanza capitale il level design, fiore all'occhiello di Hollow Knight. La sapiente fattura dell'Hallownest regala una esplorazione di assoluto spessore, dove la scoperta di nuove zone non cessa mai di stupire. La conformazione delle aree, la collocazione delle piattaforme e di ogni singolo elemento di interesse sono ideati con la massima cura e una infinità di segreti, disseminati ovunque, assicura che ci sia sempre qualche chicca da cercare.

L'insieme mostra coerenza non solo dal punto di vista strutturale, bensì anche da quello estetico: anche qui si evince la bontà della scelta di rivolgersi al mondo degli insetti. In un Metroidvania, infatti, non è raro assistere ad un dedalo di corridoi che, nascendo da un punto in superficie, si snoda nelle viscere della terra (si pensi a Super Metroid). Se si prende in considerazione un formicaio, l'analogia è sorprendente. Inoltre, la disposizione delle zone rispetta una sua logica: man mano che si scende in profondità, ad esempio, si trovano regioni via via più cupe. Oppure, guardando a quella che forse è la location più suggestiva, una città sotterranea perennemente bagnata dalla pioggia, si può constatare come sopra alla città sia stato posizionato un lago e le precipitazioni siano giustificate dalle infiltrazioni dell'acqua. Questa attenzione ai dettagli morfologici consente di percepire l'Hallownest nella sua interezza come un organismo coeso, razionale, laddove altri Metroidvania appaiono come una accozzaglia di aree discordanti fra loro.


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Personaggi a dir poco bizzarri popolano l'Hallownest. E dovreste sentirlo parlare

Il livello di difficoltà è calibrato in maniera magistrale. Per tutta la main quest, i combattimenti si mantengono alla portata del videogiocatore medio, con qualche passaggio più faticoso ma raramente così arduo da sfociare in frustrazione. Lo stesso discorso vale per le fasi platform, che si fanno toste (ma non troppo) al momento giusto, quando occorre complicare la strada che conduce verso alcune ricompense appetibili. Chi desidera portare a termine Hollow Knight senza troppi patemi viene dunque accontentato, ma il bello arriva quando si cerca pane per i propri denti.

Quanti intendono testare la propria abilità, possono affrontare lunghe sequenze di nemici nel Colosseum of Fools, un'arena gladiatoria che impone di resistere a ondate via via più impegnative, oppure di morire. Una prova ancor più dura attende il cavaliere nel Realm of Gods, dove ci si può confrontare una seconda volta con i boss. Esistono versioni potenziate dei boss e, in alcuni casi, perfino la versione potenziata della versione potenziata... Il grado di sfida è semplicemente stellare, alla portata di pochi. Team Cherry ha pensato anche al platform, con un percorso nascosto chiamato Path of Pain, che rende pienamente onore al suo nome. Progettato da satana in persona, la stima di Gamesurf va a chi si dimostra tanto bravo (o incosciente) da portarlo a conclusione.

Il sistema di controllo consente di optare per la tastiera piuttosto che per il gamepad. Saggiato con un pad XBox360 alla mano, Hollow Knight offre una mappatura dei tasti abbastanza comoda, leggermente migliorabile ma, cosa più importante, i comandi si confermano precisi, requisito fondamentale per poter esplorare l'Hallownest come si deve, specialmente se si ha intenzione di misurarsi con le parti più ostiche del gioco.


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Un bacarozzo ci attacca con una nube di gas tossico. L'effetto visivo fa la sua figura

La longevità si attesta a livelli di eccellenza. La storia principale, da sola, può far toccare il tetto delle 30 ore, durata considerevole per un Metroidvania. Se si vuole conseguire la percentuale di completamento più alta possibile, si sale anche a 50 ore e oltre. La rigiocabilità è favorita sia dalla mole oscena di segreti disseminati per il mondo, pressoché impossibile da scovare nella sua interezza al primo giro senza una guida, sia dalla presenza di finali extra. Per non parlare del futuro DLC (gratuito, esattamente come i DLC precedenti) che introdurrà una protagonista alternativa, ultima testimonianza di un apprezzabile supporto post-lancio che continua anche a due anni di distanza dall'uscita.

Quando ci si sofferma sul comparto visivo, si stenta a credere che il Team Cherry possa essere formato da appena tre membri. I personaggi, i fondali, le animazioni, indicano una mole di disegno manuale eccezionale, che per quantità e qualità è seconda forse solo a Cuphead fra i giochi 2D. L'aspetto stilistico risulta estremamente curato, con un design che, come si è già avvertito, è stato capace di trasformare un soggetto abbastanza disgustoso come gli insetti in qualcosa di piacevole allo sguardo; con una palette di colori che, partendo da un tono dominante generalmente scuro, comunica attraverso le varie gradazioni (ad esempio, ciò che è afflitto dall'epidemia è contrassegnato da una tonalità arancione e si staglia sullo sfondo buio); con effetti che impreziosiscono sempre la scena, siano le foglie che si sollevano, gli schizzi dell'acqua, i riflessi della luce o quant'altro. Insomma, graficamente parlando Hollow Knight raggiunge standard altissimi per una produzione bidimensionale. Se proprio si vuol cercare il pelo nell'uovo, va segnalato qualche sporadico scatto, che però non inficia l'esperienza.

Il reparto sonoro non brilla come quello visivo, ma fa comunque la sua bella figura. Ogni area vanta una musica dedicata e in qualche caso le melodie sono degne di encomio, come ad esempio il delicato pianoforte che accompagna il viaggio nella città bagnata dalla pioggia. Fra gli effetti audio si distinguono i versi dei comprimari, parole senza senso pronunciate sovente in concomitanza con i dialoghi testuali letti a schermo, che riescono a strappare un sorriso.

Hollow Knight è indubbiamente uno dei migliori Metroidvania disponibili su Steam, se non il migliore. Anche considerando il genere nella sua totalità, a parte i due eponimi è difficile trovare un titolo che gli sia superiore. Se rientra nei vostri gusti e ve lo siete lasciato scappare in questi due anni, si consiglia caldamente di recuperarlo per colmare la lacuna nella vostra libreria virtuale.


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Potevano mancare boss di queste dimensioni, con armi più grandi di noi? Ovviamente no