Hitman 2 (2018)

Hitman 2 (2018)

Chi ha detto che la morte non ha il suo senso dell’umorismo? Dopo aver messo le mani sulla prima rivoluzione “stagionale” di Hitman, abbiamo appurato che IO Interactive ha finalmente compreso che non era soltanto l’Agente 47 a essere un’arma: lo è anche tutto il mondo che lo circonda.

Questo secondo capitolo riprende proprio da dove eravamo rimasti, proseguendo dunque la storia dell’assassino più famoso del mondo videoludico ma cambiando qualche regola nella formula di produzione usata l’ultima volta. Al posto di far uscire degli episodi con una cadenza precisa, gli sviluppatori hanno invece (ben)pensato di ritornare all’idea del pacchetto completo, mantenendo comunque episodiche soltanto le esperienze secondarie.

Di inedito c’è la modalità multigiocatore, un piccolo extra interessante pensato per garantire un’esperienza condivisa sia in maniera competitiva, grazie alla Ghost Mode, che in cooperativa, con la Sniper Assassin. Curiosi di padroneggiare i rudimenti della guida intitolata “come uccidere un uomo con originalità”?

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LA FANTASIA È L’UNICO LIMITE

Quello che abbiamo imparato nel corso della prima stagione dedicate all’avventure dell’Agente 47 è che, al netto di quello che si possa dire o pensare al riguardo, la fantasia è l’unico limite che possiamo autoimporci per pianificare un omicidio. Possiamo farlo con stile, vestendoci da cheerleader mentre ci infiltriamo in un liceo stile High School Musical, oppure possiamo farlo brutalmente rubando una 357 Magnum alle guardie giurate per sparare all’impazzata e uccidere il bersaglio designato. Se poi nel mentre ci inseriamo una serie di “side story”, da seguire nel caso volessimo sbloccare achievement particolari, insieme a veleni, negozi, NPC, armi, animali ed elementi architettonici pronti a diventare la nostra arma nel momento del bisogno. E non li abbiamo nemmeno elencati tutti!

Dopo aver fatto una piccola rispolverata dei comandi nel tutorial, grazie alla sempre piacevole gita sulla barca sagomata di cartone, abbiamo preso un aereo per la Nuova Zelanda, con l’intenzione di uccidere il nostro primo obiettivo protetto da una scorta in una casa isolata sulla spiaggia. Non appena abbiamo completato la missione, con una bella sventolata di colpi silenziati in stile “Per un pugno di dollari”, siamo scappati dal luogo arrivando alla ormai nota schermata riassuntiva finale, dove si è riaccesa nuovamente quella scintilla ormai sopita da quando avevamo smesso di giocare alla prima stagione. La carrellata di portrait illuminati dal punteggio finale imbarazzante ci ha infatti ricordato con quanta originalità, interesse, metodo e parsimonia sia stato costruito ogni livello di gioco, che appare effettivamente zeppo di alternative da sfruttare per commettere lo stesso identico omicidio fatto in sette minuti con una pistola.

Da lì è partito il loop, intervallato dal cambio d’abito e/o dal cambio di approccio e difficoltà, dove ogni scusa è risultata buona per prendere e ricominciare, dopo aver fatto tesoro nell’esperienza precedente della posizione di una bevanda da avvelenare, o dal dettaglio che il nostro obiettivo bevesse tè verde al posto del caffè.

Hitman 2 (2018)

È la cura per i dettagli che fa realmente la differenza e lo si vede, atto dopo atto, in tutte le location confezionate per questa seconda stagione, che variano dal villaggio colombiano pieno di narcotrafficanti infiltrati tra la popolazione locale all’autodromo situato a Miami, dove invece i nostri obiettivi saranno due magnati dell’industria robotica legati a doppio filo con il commercio di tecnologia illegale. Esiste un filone storico che non vogliamo rivelarvi, ma è doveroso sottolineare che la trama confezionata dagli sviluppatori alle spalle del progetto è poca cosa in confronto a ciò che possiamo scrivere noi con le nostre azioni.

Ogni struttura ha una sua complessa organizzazione, con cambi d’abito necessari per proseguire se non si vuole essere scoperti, ma anche con oggetti da posare e ritrovare in un secondo momento, magari per pianificare la fuga dei sogni a bordo di un’auto sportiva. Essendoci inoltre tantissimi NPC sparsi per il luogo, le possibilità di commettere azioni sconsiderate si decuplica pericolosamente raggiungendo vette altissime di divertimento assicurato.

Dal punto di vista legato alla difficoltà, l’IA dei personaggi non giocanti si comporta egregiamente non solo nel rispettare la propria routine di movimento, ma anche nell’insospettirsi accuratamente nel momento in cui si percepisce che qualcosa non va. Il divario tra Maestro e Normale si nota proprio in questo senso, dato che nella seconda gli NPC sembrano essere meno suscettibili a vedere da lontano un misfatto, oppure a smettere di preoccuparsi “troppo velocemente” quando l’urlo di un testimone viene spento dal rumore sordo di una chiave inglese. La perfezione è certamente lontana, ma siamo certi che l’obiettivo non era creare un simulatore perfetto di omicidi, ma un titolo arcade con note puriste dove far sbizzarrire la fantasia del giocatore.

La rigiocabilità è la chiave di volta del titolo, il vero e proprio espediente messo in piedi dagli sviluppatori che garantisce a tutti gli effetti la riuscita del titolo, anche solo giocando le missioni legate alla campagna. Ma Hitman 2 non cerca solo questo, ed è per questo che tornano alla ribalta anche i contratti extra, i bersagli elusivi da uccidere (#dontkillseanbean) che vi ruberanno sicuramente altro tempo piacevole in compagnia del gioco. È bene ricordarvi inoltre che il Legacy Pack gratuito per tutti i possessori della prima stagione permette di giocare ogni missione passata con qualche elemento in più, preso da quello da odierno.

Hitman 2 (2018)

NON SEI SOLO

Dopo aver parlato delle operazioni possibili da fare in solitaria, parliamo invece delle due modalità inserite per il multigiocatore: Sniper Assassin e Ghost Mode. La prima cerca di inserirci all’interno di un contesto atipico per l’Agente 47, nel senso che al posto di camminare per la folla alla ricerca di un cucchiaio con cui uccidere uno chef stellato, dovremo invece tenerci a debita distanza dagli obiettivi, utilizzando un fucile da cecchino per eliminare le nostre prede. Il bello del farlo in cooperativa è che ci si può dividere i compiti, effettuando magari goliardiche uccisioni simultanee di cui vantarsi davanti a una birra la sera stessa.

Manca però quel mordente extra a farci tornare la voglia di rifarlo, ed è un peccato perché si evince tra le righe che la modalità sembra realizzata un po' come semplice contorno, che non come una vera e propria attività collaterale stratificata e interessante. Lo stesso si può dire per Ghost Mode, sinceramente un po' frustrante per il titolo stesso, perché il fantasma è proprio l’avversario che sfidiamo nella mappa di turno al fine di uccidere per primi i cinque obiettivi disponibili.

Dovendo agire prima del fantasma, l’eccessivo ritmo ferrato dell’azione finisce per snaturare la fase preparatoria stealth alle spalle dell’uccisione, rendendo l’intera esperienza fin troppo meccanica e priva di pathos.

Hitman 2 (2018)
8.5

Voto

Redazione

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Hitman 2 (2018)

Hitman 2 è riuscito a mettere in pratica interessanti presupposti per le avventure di stampo sandbox, regalando notevoli soddisfazioni non solo nella pianificazione delle missioni, ma anche nella loro attuazione. Anche se le modalità multiplayer non risultano all’altezza del compito, il gioco è ampiamente da consigliare a tutte le persone appassionate del franchise, ma anche a tutte quelle che vogliono effettivamente “imparare nuovi modi per uccidere con originalità”. Serve altro? Secondo noi assolutamente no!