Gears of War: Judgment

Gears of War Judgment
Dall'ultima apparizione di Gears of war sugli schermi di Xbox 360, diverse cose sono successe all'interno del team di sviluppo responsabile di uno dei più grandi successi della console Microsoft. Innanzitutto l'abbandono del presidente della società, Mike Capps, ritiratosi a vita privata e, cosa più importante, il passo indietro compiuto dal vero Deus ex-machina della saga: Cliff Bleszinsky che ha, a quanto dice, abbandonato momentaneamente il dorato mondo dei videogames (per scoprire quello di Twitter, a quanto pare). Smottamenti interni che, probabilmente, hanno convinto Epic Games a voler regalare ai fans di Gears of war un diverso punto di vista sulla saga. Anzi, quattro.

Gears of War: Judgment


Il “gancio” della riga immediatamente qui sopra é di duplice natura. Da una parte vuole sottolineare come per la prima volta lo sviluppo ha abbandonato quello dei “creatori” della saga per approdare sulle sponde dei People Can Fly (Painkiller, Bulletstorm…avete presente?), la seconda per evidenziare il peculiare stile narrativo con cui i nuovi sviluppatori hanno voluto raccontare questa avventura “parallela” della squadra “kilo”. Gli eventi narrati sono antecedenti al primo capitolo di Gears e vedono protagonisti i quattro componenti di questo team che sono finiti, loro malgrado, davanti alla corte marziale.
Quello che ci ritroveremo a giocare saranno le singole deposizioni di ogni membro del team (che ha tra le sue fila vecchie conoscenze come Baird e Cole), che comporranno il puzzle dell'evento centrale di tutta l'esperienza di gioco. Un espediente decisamente intelligente, che si rivelerà non solo molto “scenografico”, ma anche funzionale sotto il profilo del gameplay, dal momento che i quattro componenti del team che andremo a comandare, avranno caratteristiche di combattimento differenti l'uno dall'altro. Non solo. Pur non tradendo lo spirito dei classici Gears of War, ovvero un sapiente mix di sparatorie all'ultimo sangue e una continua ricerca di ripari sicuri da cui centrare gli avversari, i People Can Fly si sono anche sentiti in dovere di inserire qualche variante alle meccaniche di base del gioco.


Ogni missione che ci verrà proposta, infatti, potrà essere affrontata inserendo una sorta di “malus”, che in qualche modo condizionerà, e varierà, il nostro approccio. Una volta entrati in una nuova area di gioco, ci basterà cercare su un muro vicino il classico simbolo di GOW, bello in evidenza e “attivarlo” con il tasto X. A questo punto ci verranno precisate le condizioni con cui dovremo affrontare l'orda avversaria che ci si parerà di fronte da lì a qualche secondo. Dovremo, per esempio, affrontare gli avversari muniti di sole pistole o fucili da cecchino, sterminare le locuste entro un preciso limite di tempo o, ancora, non poter recuperare la propria salute, centellinando quindi l'esposizione al fuoco nemico.
Insomma, il fine ultimo é quello di complicarci l'esperienza di gioco e renderla forse un pò più “pepata”. Il premio consisterà in una serie di stelle (3 al massimo), che daranno un giudizio al nostro stile di combattimento in battaglia. Raggiunto in massimo di 40 stelle, si sbloccheranno le missioni “Aftermath”, ovvero una serie di missioni che prendono vita immediatamente dopo la fine di Gears of War 3 e che fungeranno dal “collante” per l'immancabile Gears of War 4 che sarà sicuramente uno dei portabandiera della prossima console Microsoft.



Un piatto sicuramente ricco e variegato, a cui però non possiamo non muovere qualche critica. Quando qualche riga più in alto abbiamo parlato di “orda” di avversari, volevamo proprio sottolineare come lo stile adottato dai People Can Fly, tenda più ad assomigliare proprio ad una modalità orda più organizzata rispetto a quelle viste nei precedenti capitoli della serie, rendendo lo scorrere dell'avventura decisamente più meccanica e meno fluido rispetto al passato. Una struttura a compartimenti stagni che se all'inizio si rivela capace di divertire, alla lunga presta il fianco alla ripetitività e alla monotonia. Tanto più che una volta terminata l'avventura e avuto accesso alle missioni Aftermath, lo stile di gioco ritorna a essere quello imposto fin dal primo GOW, con un ritmo più frenetico, fluido e tutto sommato più consono allo stile di un vero Gears of war.
Esperimento fallito, quindi? No. O almeno, non del tutto, dal momento che a parte un ritmo di gioco forse un po' più lento, le missioni della squadra “Kilo”, riescono anche a divertire e ad essere impegnative quel tanto che basta per tenerci impegnati per le canoniche 8-10 ore (ci teniamo larghi per la solita ricerca dei collezionabili), ma é impossibile non notare lo stacco netto di ritmo e classe quando si mettono sullo stesso piatto le strutture di gioco delle missioni che compongono l'avventura in singolo e quelle delle missioni Aftermath (Un'altra oretta circa).
Anche tecnicamente, si nota come sebbene ci si trovi di fronte a un buon lavoro di cosmesi generale, é impossibile non notare un passo indietro rispetto a Gears of War 3, come se l'Unreal Engine 3 non abbia riconosciuto la “mano del padrone”, rilasciando ambienti e modelli meno carichi di dettaglio e di ricchezza di particolari. Ottimo invece il supporto musicale e il doppiaggio (per il momento possiamo giudicare solo quello inglese) che completano il quadro tecnico.

Gears of War: Judgment



Novità importanti, e ben riuscite, arrivano invece dal comparto multiplayer a cui é stata inserita una interessante modalità “versus” dove, per la prima volta nella saga, potremo giocare interpretando un “ruolo” ben preciso, un po' alla “Team Fortress”, insomma. Medico, Soldato, Ingegnere e cecchino, a voi la scelta. Ovviamente ognuno con caratteristiche di combattimento e di operatività differenti l'uno dall'altro. Il soldato ovviamente più incline a sterminare gli avversari, mentre l'ingegnere potrà disporre torrette difensive e costruire barriere che contengano gli assalti avversari. Stesso discorso va fatto anche per la squadra avversaria, dal momento che anche all'interno della squadra delle locuste si potranno interpretare dei ruoli specifici, molto simili a quelli del team “umano”. Testato sul campo il multiplayer di GOW funziona davvero, a patto però che all'interno del team si riesca a ottenere un sano equilibrio tra i ruoli. E' da segnalare anche un simpatico “Free For All”, un classico tutti contro tutti dove poter affinare le tecniche di base di movimenti sulla mappa e il più corretto utilizzo delle armi. Un ottimo passo in avanti, nel complesso.

Gears of War: Judgment
8

Voto

Redazione

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Gears of War: Judgment

Tirando le somme, Judgment é un buon esperimento, forse non sfruttato a dovere ma che sicuramente aggiunge qualche simpatica variante al classico gameplay della saga. Un buon tentativo che forse meritava qualche accorgimento in più ma che sicuramente non mancherà nella collezione di ogni vero amante di Gears of War e del suo universo in continuo movimento.