ArmA 3

ArmA 3
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Forse anche troppa, visto che il più delle volte il senso pratico e la necessità ci faranno utilizzare solo un paio di queste opzioni, trascurando tutte le altre. Una chicca inedita fenomenale é quella che permette al nostro alter ego di rubare l'uniforme ad un nemico, camuffandosi. Armi e uniformi sono finalmente personalizzabili, infine, consentendoci quei tocchi personali tipici dei veterani che siamo ormai abituati a vedere nelle riprese dei telegiornali, dai teatri di guerra in giro per il mondo. In generale, la BI pare aver voluto rendere ancora più ricco e immersivo il gioco, senza cedere un palmo alla tentazione di trasformare la formula ormai collaudata e apprezzata in qualcos'altro, magari capace di accattivare platee più vaste ma deludendo nel contempo i fedelissimi appassionati.

La pagina tecnica, vista con quest'ottica, ha destato in chi scrive un moto d'apprensione. Conscio della responsabilità di raccontare il vero sui requisiti hardware, senza illudere una fascia d'utenti che fosse poi tagliata fuori di fatto dalle esigenze del motore di gioco, ho spinto l'acceleratore (grafico) a manetta, non risparmiando la mia Nvidia GTX 580. Il risultato é stato però pienamente soddisfacente. Anche ai settaggi più estremi, e fatta eccezione per qualche incertezza nelle scene notturne con cambi repentini e massivi di luminosità (leggi: esplosioni catastrofiche!), il nuovo motore PhysX 3.0 sembra cavarsela alla grande senza costringere i processori a scaldarsi più del necessario. Pochi i difetti riscontrati, anche se ai possessori di schede meno performanti consiglio vivamente di limitare, in primis, il raggio visivo.

ArmA 3
Gli interni di un APC. Niente pelle e radica, purtroppo!


I venti chilometri di linea di vista vantati dal gioco servono tanto quanto. A quella distanza, anche una portaerei atomica é poco più di una deiezione di imenottero (la traduzione in “volgare” ve la fate da soli) e per ammirare panorami montani, in guerra, avrete poco tempo. La pecca grafica maggiore, se così si può dire, ci é sembrata quella riscontrata nei nuovi modelli ragdoll, troppo propensi a mio giudizio a far compiere acrobatiche piroette a qualsiasi bipede abbia a staccarsi da terra per qualsivoglia ragione, cioé, prevalentemente, a causa dell'esplosione di qualcosa di grosso e cattivo nelle vicinanze. Certi contorcimenti a mezz'aria appaiono a volte un po' fantasiosi e i corpi, ricadendo, tendono a comportarsi un po' troppo da manichini e troppo poco da mammiferi dotati di endoscheletro osseo rigido. Molto belle, invece, le nuvole volumetriche tra le quali tuffarsi, ad esempio, quando si vuole sfuggire ad un caccia nemico troppo insistente.

Come nella migliore tradizione, il sonoro é limitato ai soli suoni ambientali. Se volete ascoltare Wagner durante le vostre incursioni eliportate, vi toccherà utilizzare l'iPod. I rumori, però, sono quasi perfetti. A costo, lo scrissi recensendo uno dei vecchi titoli della serie di Operation Flashpoint, un eone fa, di sembrare quasi irreali rispetto ai suoni che sentiamo al cinema (quelli sì di assoluta fantasia). Il ringhio metallico delle armi NATO, il rumore di sega a motore di quelle di origine russa, il clic sommesso delle SMG silenziate é musica per le orecchie di noi “bullonari” riconvertiti a Call of Duty o meno. Decisamente migliorata ci é parsa anche la qualità delle conversazioni ascoltate via radio, sintatticamente più coerenti e meno involontariamente autoironiche come quelle ascoltate nel numero 2 della serie.

Se qualcuno aveva dei dubbi in merito, meglio rassicurarlo subito. ArmA 3 é dotato dell'atteso editor di missioni, completissimo e flessibile. Il tempo ristretto a nostra disposizione non ci ha consentito di sbizzarrirci come avremmo voluto, ma possiamo già tranquillizzare gli smanettoni. Le opzioni di personalizzazione sono tante e non crediamo si dovrà attendere molto per veder spuntare anche qualche mod come si deve.

Infine il multiplayer, con i suoi 9 scenari differenti, senza il quale, nonostante la profondità e la lunghezza della campagna principale e gli annunciati DLC che aggiungeranno missioni e armamenti nuovi, ArmA 3 apparirebbe come un tavolo da pranzo con sole tre gambe. Il numero di giocatori coinvolti per singola partita, come per il predecessore, é virtualmente illimitato, dipendendo dalla potenza del server e dalla capacità di scambio dati della rete. Il che, in Italia, ameno che non stiate giocando in LAN su una rete aziendale, limita di fatto il numero a 32, massimo 64 giocatori per partita. Che non é poco per un FPS, ma non azzera del tutto, data l'ampiezza della mappa, la possibilità di soffrire momenti di “solitudine”. Un giretto ce lo siamo fatto ma, essendo il gioco fresco di rilascio, si può dire che non ci sia ancora la folla. Non dubitiamo, però, che il passaparola sulla qualità complessiva di quello che promette di essere davvero il miglior capitolo della serie, finirà per convocare tutta la rete dei fan. Il tre é considerato numero perfetto da diverse culture. Puntualizziamo. La perfezione non é cosa di questo mondo, ma le pecche di ArmA III sono così minime, a nostro giudizio, in rapporto ai suoi molti indiscussi pregi, che ci sembra che la BI, stavolta, ci si sia avvicinata parecchio. Forse, per il suo approccio estremo al combattimento, resterà un gioco di nicchia, che si ama o si odia. Se però, come é successo a me fin dai tempi di Cold War Crisis, anche tra voi e i giochi Bohemia Interactive é stato amore a prima vista, chiedetevi perché ve ne state ancora qui a leggere le mie baggianate, invece di andarvelo a scaricare.

bigigm9
Spioni radiocomandati. All'occorrenza armati!
Spioni radiocomandati. All'occorrenza armati!
Sky diving...
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Spioni radiocomandati. All'occorrenza armati!
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ArmA 3
9

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Redazione

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ArmA 3

Avete presente la Tucker Torpedo? La vettura, nata subito dopo la seconda guerra mondiale, grazie all'ingegno di Preston Tucker (interpretato da Jeff Bridges nel film del 1988 che narra la sua straordinaria quanto sfortunata avventura) era all'epoca un capolavoro di innovazione e genialità. Freni a disco, alimentazione ad iniezione, cinture di sicurezza, cruscotto eiettabile in caso d'incidente, faro centrale collegato allo sterzo per illuminare la strada in curva, motore a basso regime di rotazione, rappresentavano per la fine degli anni Quaranta innovazioni eccezionali. Tuttavia, lo sa chi é appassionato di storia dell'automobile e anche chi ha solo visto il film, la Tucker fu un insuccesso clamoroso che portò l'omonima azienda al fallimento. Dopo la mediocre prova di ArmA 2, gioco in teoria in vetta in termini di profondità, realismo e gameplay, ma penalizzato oltre che da una cattiva implementazione tecnica, capace di mettere a durissima prova anche le macchine più performanti, anche da un approccio un po' troppo ristretto ai soli “addetti ai lavori” (quelli che in gergo giornalistico militare sono detti “bullonari”, perché sanno magari a memoria anche il numero esatto di rivetti che tiene assieme la semiala di un FA-18). ArmA 3 raccoglie quindi il testimone di un brand autorevole dal punto di vista tecnico, ma guardato con diffidenza dal grande pubblico di appassionati degli FPS, peraltro sempre più orientati verso il mondo console. Riuscirà l'ultimo nato di Bohemia Interactive a sfatare la sua fama di gioco di nicchia? Lasciamo alle recensioni della stampa specializzata, inclusa ovviamente la nostra, l'ardua sentenza.