Recensione LEGO Star Wars: The Skywalker saga

La forza scorre possente nel nuovo titolo di Traveller’s Tales

Recensione LEGO Star Wars The Skywalker saga

Nel corso degli anni i mattoncini LEGO hanno fatto un salto nell’iperspazio diventando, essenzialmente, un prodotto crossmediale. Ne troviamo delle tracce praticamente ovunque, anche in quelle pubblicità dove dei genitori inconsapevoli, forti della loro voglia di fare colazione all’oscuro dei familiari, finiscono per calpestarne un pezzo urlando le loro imprecazioni ai quattro venti.

E di LEGO se ne sente parlare molto anche in parallelo al cinema, spesso qualche mese prima l’uscita di qualche lungometraggio ghiotto, uno della Marvel per esempio, con quei set dedicati che finiscono per spoilerarti la presenza di qualche personaggio non visto nei trailer.

Insomma, se ne parla praticamente ovunque. Sul piccolo schermo con cartoni animati dedicati, con al top i Ninjago, e nei videogame con tutta una serie di prodotti legati a doppio filo con franchise di enorme successo. Ne abbiamo giocati veramente tanti, finendo quest’oggi con l’affrontare una nuova avventura nel -già visto- universo di Star Wars, in una Saga degli Skywalker pronta a rivedere tutti i nove film della saga in un modo del tutto nuovo.

Recensione LEGO Star Wars: The Skywalker saga

SEGUI L’ISTINTO, LUKE!

Se ci concentriamo un momento sulla storia, quella di Guerre Stellari si attesta, probabilmente, come una delle saghe fantascientifiche tra quelle più famose al mondo. Difficile non aver sentito parlare nemmeno una volta di Darth Vader e Luke Skywalker, della forza, o di quel “Han Shot First” che ha toccato i fan per via della scena ritoccata nella cantina di Mos Eisley in cui Harrison Ford sparava prima del cacciatore di taglie Greedo.

Come è difficile che almeno una volta non si abbia avuto tra le mani un videogioco appartenente al franchise. Traveller’s Tales giocò bene le sue carte nel 2005, proprio quando lanciò i propri giochi a tema LEGO per ragazzi sfruttando Star Wars come trampolino di lancio per ottenere visibilità. Di anni e mattoncini ne son passati tanti, elemento che non ha finito per scalfire minimamente il monolite rappresentato dalla saga cinematografica, composta da nove film che raccontano la propria storia intorno alla famiglia degli Skywalker.

Impossibile, pertanto, cambiare ciò che è stato, motivo per cui sembra piuttosto inutile concentrarsi sulla narrazione di un prodotto che non ha subito modifiche dall’inizio della sua nascita, tranne forse qualche siparietto comico che oggi, con una modalità registica più attenta ai particolari, cambia qualche gag in favore di una risata sempre gradita.

Se vogliamo giusto spendere qualche parola sul doppiaggio, e sulla messa in scena della storia rivista da Traveller’s Tales, possiamo giusto dirvi che gli eventi narrati in questa Skywalker Saga vantano di una grafica un pelino più curata, che strizza visibilmente l’occhio alla mimica vista nei lungometraggi più recenti, tipo Ninjago o LEGO Movie 2.

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IL GIUSTO COMPROMESSO

Cos’è quindi che cambia? Essenzialmente il gameplay, elemento che finalmente finisce per evolversi acquisendo in minima parte le dinamiche degli open world. A tutti gli effetti questa Skywalker Saga non è altro che un enorme hub di gioco composto da diversi settori spaziali, ognuno dotato dei suoi pianeti da esplorare ovviamente tratti dai nove episodi della saga.

Andando avanti con la storia, cominciando dal primo capitolo di una delle tre trilogie a vostro piacimento, non farete altro che muovervi all’interno di questo grande come se aveste davanti una matriosca. Partendo dallo strato esterno, lo spazio aperto garantisce la possibilità di viaggiare tra un sistema di pianeti e l’altro, affrontando nel frattempo delle missioni secondarie divertenti in cui, spesso, si finisce per sfruttare le astronavi al fine di combattere altri caccia, distruggere meteoriti o rilevare qualche missione pronta a sbloccarvi uno tra i tanti personaggi giocabili presenti nel gioco.

Subito dopo è possibile atterrare su una vasta gamma di pianeti e lune completamente esplorabili, suddivisi in macro aree ben strutturate dove sono presenti i classici mattoncini d’oro, qui blu, che funzionano come valuta in game da spendere nel nuovo sistema di progressione del gioco. Oltre ai mattoncini si possono trovare un sacco di missioni o informazioni con cui sbloccare diversi personaggi, senza dimenticare gli extra qui rappresentanti da delle medaglie che vanno a sostituire i mattoncini rossi, quelli che principalmente servivano a sbloccare dei codici, come il moltiplicatore valuta o qualche effetto comico da inserire durante il gioco.

Infine ci sono le aree della storia, quelle appartenenti alle missioni per capirci, dove il giocatore deve portare a termine il livello designato prima in modalità storia e, poi, in modalità libera, con lo scopo di sbloccare il 100% del livello grazie al ritrovamento dei minikit e dei mattoncini blu precedentemente citati.

Già così il titolo appare enorme, elemento che ci sentiamo di sottolineare soprattutto in funzione di una longevità davvero da tenere in considerazione, dato che a differenza del passato quest’ultima si moltiplica in parallelo al numero delle aree esplorabili presenti nel gioco.

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CAMBIARE SI PUO’

Anche il gameplay ha subito delle molteplici modifiche al fine di migliorarsi: adesso le minifigures vengono suddivise per tipologia, come i personaggi fruitori della Forza o i droidi protocollari, potendo così effettuare una particolare serie di attacchi fatta ad hoc per tradursi in combo utili a distruggere i nemici del momento. Niente di eccezionalmente complesso, soprattutto considerata la difficoltà di un prodotto che vuole proporsi, come riferimento, a un pubblico giovane e ancora in erba (se così si può dire).

Questa suddivisione per classe di appartenenza la si nota anche con gli utilizzatori dei blaster, i combattenti a distanza che adesso possono fare affidamento a una telecamera più responsiva e sicuramente più “mobile” di quelle a cui ci eravamo dovuti adattare in passato. Carinissima la nuova classe dei costrutti, in pratica dei personaggi che possono costruire tre oggetti necessari per interagire in alcune particolari aree del gioco, che vedremo nella storia principale durante il combattimento sulla luna di Endor.

Grazie ai mattoncini e alla valuta in game è possibile migliorare le caratteristiche di ognuna delle classi di personaggi presenti nel gioco, e si può perfino agire su una macro sezione che le racchiude tutte, in cui si potranno migliorare la velocità di costruzione, la vita e/o il quantitativo di danno inflitto da particolari gruppi di personaggi.

Giocando questa Skywalker Saga ci si accorge di come Traveller’s Tales sia pronta a evolversi, pronta insomma a cambiare una formula vincente ben collaudata del tempo in favore di uno spunto nuovo, onestamente ben realizzato visto il feedback estremamente positivo che abbiamo riscontrato durante le nostre sessioni di gioco.

A chiudere questa disamina ci pensa un doppiaggio ben curato in lingua italiana, seguito lodevolmente da una completa localizzazione, un plus a cui eravamo abituati già da tempo immemore ma comunque un fattore da non considerare scontato.

Recensione LEGO Star Wars: The Skywalker saga

Gallery

LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker

Versione Testata: Xbox Series X

8.5

Voto

Redazione

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LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker

LEGO Star Wars – The Skywalker Saga finisce per essere un ottimo reboot dei titoli giocati fino a oggi, un prodotto che poteva introdurre tanto di più, anche in merito ai film “esterni” alla saga principale, o alle serie tv, che un po’ fa dispiacere notarne l’assenza. Chissà magari vedremo qualcosa grazie a qualche DLC, ma al netto di questo, veramente un ottimo prodotto da tenere in considerazione. Siamo di fronte a un nuovo punto di partenza per Traveller’s Tales, punto che speriamo porti ad altri nuovi titoli ben caratterizzati come questo.