Rebel Moon, recensione: lo Star Wars di Zack Snyder è un sonoro fiasco

Netflix e Zack Snyder erano alla ricerca di una grande saga fantascientifica alla Star Wars: Rebel Moon però è davvero un fiasco. La recensione di Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco.

Rebel Moon recensione lo Star Wars di Zack Snyder è un sonoro fiasco

Netflix è alla ricerca di una grande saga, di un nuovo clamoroso successo per rinverdire le sorti del suo catalogo, ultimamente povero di successi di critica e pubblico: Rebel Moon doveva essere quel titolo, ma non lo sarà. Se mi sento di fare questo pronostico ancor prima dell’arrivo della prima parte di questa epopea space opera sul servizio di streaming è perché ci sono film che, sin dal primi minuti, si dimostrano del tutto incapaci d’ingranare: Rebel Moon è uno di questi.

La lista di ciò che non funziona è davvero lunga e viene anche da dispiacersi, considerando che per una volta il servizio di streaming aveva puntato su un contenuto totalmente originale (almeno in teoria), con la voglia e la missione di creare un mondo nuovo sotto i nostri occhi. Niente costosi diritti per accaparrarsi questo franchise o quel personaggio. Netflix ha affidato a Zack Snyder il difficile compito di creare da zero un mondo da esplorare poco a poco, insieme al suo pubblico.

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Il mondo di Rebel Moon ha dimensioni galattiche, potenzialmente infinite. C’è un prologo in cui ci viene spiegato che i sovrani del regno stellare sono stati assassinati e sostituiti con un reggente crudele, che spinge le truppe ai confini dei suoi territori, per soggiogare pianeti pacifici con violenza e terrore. Da qualche parte c’è anche uno sparuto gruppo di ribelli che proprio sull’orlo estremo dell’impero organizza azioni di guerriglia contro il Mondo Madre.

L’idea è proprio quella di dare l’avvio a una storia dal respiro così ampio da poter venire espansa all’infinito, proprio come è accaduto con Star Wars. Come spesso accade però nel porre le basi di questo mondo ci si dimentica che per costruire un impero servono solide fondamenta: Rebel Moon cade nella solita trappola di dedicare tante, troppe energie nel prepare quello che sarà, forse, in un futuro lontano, dandoci nel presente una storia e dei personaggi così bidimensionali e miseri da non farci proprio venir voglia di continuare l’esplorazione di questo nuovo capitolo della carriera di Snyder.

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La trama di Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco

Il centro geografico di Rebel Moon è il Mondo Madre dove si è consumato un regicidio i cui contorni ci sono ancora parzialmente ignoti. Il centro narrativo è invece un pianeta lontanissimo da queste contese politiche. Veldt è abitato da sorta di comune che rigetta la tecnologia e mette al centro della propria esistenza il lavoro nei campi.

Qui vive Kora (Sofia Boutella), una giovane donna che si è unita alla comunità solo da due stagioni e non è ancora pienamente integrata. Quando l’astronave Occhio del Re arriva dal Mondo Madre su Veldt per comprare provviste alimentari, Kora sa che la comunità pacifica dove ha vissuto è destinata alla distruzione.

Rebel Moon, recensione: lo Star Wars di Zack Snyder è un sonoro fiasco

Inizialmente Kora prova a fuggire, ma alle prime avvisaglie di violenza decide di difendere gli agricoltori con cui ha vissuto. Così, insieme al furbo contadino Gunnar (Michiel Huisman) decide di partire alla volta dei mondi vicini, seguendo pettegolezzi e sussurri su un gruppo di ribelli che si oppone al Mondo Madre. Kora, Gunnar e il ladro Kai (Charlie Hunnam) viaggeranno di mondo in mondo, radunando reietti che hanno dei conti in sospeso con il Mondo Madre, tentando di mettere insieme un gruppo di guerrieri in grado di proteggere Veldt.

Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco è un vero fiasco

Ciò che rende Rebel Moon davvero mediocre è l’artificiosità con cui il film costruisce il suo mondo immaginario. È un difetto che Zack Snyder si porta dietro dai suoi lavori più recenti, che si sono dimostrati tanto ambiziosi quanto scarsamente impattanti. Come e ancor più di Army of the Dead, Rebel Moon ci bersaglia fin dal primo minuto con una marea d’informazioni su complicate storiacce geopolitiche e intrighi di palazzo, seminando costantemente spunti che serviranno successivamente a tirare le fila della storia, nella seconda parte o addirittura in film successivi. Snyder pecca di hubris dando per scontato che noi saremo lì, 5 o 9 ore più tardi, quando le risposte arriveranno o la storia comincerà finalmente a essere interessante. 

Snyder non è uno sceneggiatore così abile da giostrare al contempo la costruzione di una storia forte e avvincente con quella di un mondo che tenta di espandersi non appena vede la luce. Il materiale è così scarso ed è spalmato su così tanti personaggi, mondi e linee narrative che, giocoforza, diventa sottilissimo, impalpabile, senza sapore e mordente. Gioverebbe ricordare che Star Wars e franchise similari sono nati come storie contenute in sé stesse che pian piano sono state espanse (e non senza difficoltà) fino a raggiungere le dimensioni che hanno oggi. 

Rebel Moon, recensione: lo Star Wars di Zack Snyder è un sonoro fiasco

Rebel Moon scopiazza male tanti franchise esistenti

Il problema però non è solo il poco impegno profuso nel creare una storia avvincente, sacrificata a quello evidente di creare un modo gigantesco e potenzialmente infinito. Rebel Moon ci presenta un mondo narrativo che non sembra mai originale, quanto piuttosto un mescolone di tantissime influenze, chiaramente visibili e riconoscibili e mai amalgamate bene tra loro. È come se Snyder avesse preso gli elementi che più lo hanno colpito di Star Wars (gli animali alienodi, i bar pieni di creature sinistre, le pistole che fanno phew phew quando sparano, l’impero interstellare malvagio di matrice nazista) Matrix (gli spinotti nel collo e il “download” della coscienza delle persone) Il quinto elemento e la fantascienza di Besson e il solito, enorme debito da Edgar Rice Burroughs (Tarak è Tarzan, con appena un paio di lettere cambiate nel nome) e li avesse calati nel suo mondo, senza nemmeno far ben amalgamare questi "prestiti" tra di loro o con gli elementi originali della storia.

Qual è esattamente il livello tecnologico di questa realtà? Come convivono gli antichi dei a cui si fa riferimento, i droni in corso di dismissione, le astronavi che fanno viaggi interstellari ma vanno a combustibile? Chissà. Snyder ha creato un mondo di flash visivi, d’impressioni passeggere, che non ha mai un suo respiro e non sembra avere una coerenza interna, così come il calderone di accenti anglofoni che si scontrano nel cast.

Rebel Moon ha un cast muscolare ma poco capace

Se la storia è tanto sottile, sarebbe saggio affidarsi a un cast molto capace. Invece Snyder si circonda di interpreti muscolari ma spesso del tutto incapaci di veicolare più di due espressioni facciali. Sofia Boutella in particolare qui è criptica nella sua incapacità di esprimere alcunché. Charlie Hunnam, solitamente considerato un onesto mestierante dotato di discreto carisma, qui giganteggia per mancanza di colleghi all’altezza della situazione.

Rebel Moon, recensione: lo Star Wars di Zack Snyder è un sonoro fiasco

Rebel Moon sembra il solito giocattolone post adolescenziale in cui gli elementi - le musiche un po’ Dune e un po’ Star Wars, i costumi disegnati per mostrarci i pettorali dei protagonisti - sono disposti “per fare figo” ma sono privi di qualsivoglia senso logico. Guarda caso Kai guida Kora fino a radunare personaggi leggendari e ricercati pericolosissimi che, guarda caso, lui sapeva esattamente dove trovare e il Mondo Madre no. Il tutto in un quadrante, per prendere in prestito il gergo di Star Wars, remotissimo in cui si trovano alieni che prosperano indisturbati da migliaia di anni e umanoidi che coltivano grano nella loro comune Amish e, per ragioni ignote, sono tutti fisicatissimi.

La trama della prima parte di Rebel Moon è così sottile, gli intenti così trasparenti, che s’intravedono già parecchi colpi di scena della capitolo successivo. Seconda parte che, alla luce di questa visione, non viene proprio voglia di esplorare.

Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco

Rating: V.M. 14

Nazione: Stati Uniti d'America, Regno Unito, Ungheria, Svezia, Danimarca

4

Voto

Redazione

TISCALItestatapng

Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco

Rebel Moon - Parte 1: figlia del fuoco è figlio di ambizioni spropositate coniugate con una scrittura pessima, che passa da un rallenti a una scena “che fa figo” senza apportare nulla a una trama striminzita e alla lunga noiosa, artificiale, convoluta. Privo di personalità e originalità, il film è ulteriormente fiaccato da performance disastrose di un cast che sembra scelto per l’avvenenza e la prestanza fisica e non per la capacità di veicolare emozioni. Insomma: un vero disastro.