Paradise: il film di fantascienza di Netflix ci ricorda quanto sia prezioso il tempo

Scopriamo insieme trama e tematiche dell’interessante Paradise, il film disponibile su Netflix

di Chiara Poli

Non è il primo film di fantascienza che esplora l’argomento. Il più celebre è senza dubbio In Time, il film con Justin Timberlake, Cillian Murphy e Amanda Seyfried che trasforma il tempo in valuta.

Paradise, film tedesco del 2023 su Netflix, fa la stessa cosa. Esasperandola.

La trama di Paradise


La società Aeon, fondata da Sophie Theissen (Iris Berben), con la sua enorme e futuristica sede di Berlino, ha creato una tecnologia che permette di donare il proprio tempo, dietro lauto compenso, ad altri. Compatibilità genetica permettendo, come per la donazione degli organi.

Il processo prevede un invecchiamento del soggetto donatore e un ringiovanimento del ricevente, in base al numero degli anni dati e ottenuti.

Una tecnologia rivoluzionaria ma, naturalmente, anche molto discussa. Agli indigenti si chiedono preziosi anni di vita in cambio di denaro utile a realizzare ogni desiderio, e su ogni donazione i procacciatori guadagnano ricche percentuali.

Uno di loro, Max (Kostja Ullmann), il migliore responsabile annuale delle donazioni, discute con i suoi suoceri sull’opportunità di tale processo. Perché solo le persone estremamente ricche possono permettersela, quindi è discriminante. Mentre per Max i poveri sono molto meno poveri di quanto fossero anni prima. Ma quando tocca alla sua famiglia, con la moglie Elen (Marlene Tanczik) vendere il tempo, la prospettiva cambia radicalmente…

Paradise: un futuro in cui il paradiso è riservato all’élite


Non è una novità, per la fantascienza. Da Elysium al già citato In Time, da sempre la fantascienza immagina il destino del mondo in mano a un’élite di super ricchi, mentre la gene comune arranca per sopravvivere in uno scenario sempre più spaventoso.

Come sempre, poi, è facile raccontare e raccontarsi una bella favola, finché non si sperimentano in prima persona i risultati di quelle menzogne. Esattamente come succede a Max.

L’aspetto più interessante, fra i molti trattati dal film, è un futuro in cui la crisi climatica è stata sconfitta. Sapete perché? Sapendo di poter vivere molto più a lungo, il 5% della popolazione, che controlla la maggior parte della ricchezza, ha investito in tecnologie green per salvare il pianeta. Finché erano solo i loro figli e i loro nipoti ad abitare un pianeta sempre più instabile, il problema non si era posto. Ma quando sono stati loro, in persona, a diventare i futuri abitanti di quel mondo guasto, bisognava ripararlo.

La parabola sull’egoismo incurabile dell’uomo è palese.

Un altro aspetto interessante, molto poco fantascientifico e decisamente verosimile, è la nascita di una serie di attività illegali che replicano - in modo non sicuro - la tecnologia della Aeon.

L’Adam Group, organizzazione che Aeon considera terrorista e che secondo larga parte dell’opinione pubblica si batte contro le disuguaglianze sociali, fa di tutto per sabotare i risultati di Aeon, ma è contraria anche a tutte le cliniche illegali che la imitano.

Il commercio degli anni è di fatto commercio della vita, e per questo non può e non potrà mai essere giusto. In una società in cui il denaro privilegia già la longevità, con l’accesso alle cure che non tutti possono permettersi, la vendita del tempo diventa un affronto alla natura stessa. E perfino dopo aver sconfitto il riscaldamento globale ci si rende conto che la natura, in qualche modo, riesce sempre a trovare il modo di ribellarsi.

Paradise trasforma una premessa narrativa piena di potenziale in un action movie che per un tempo eccessivo perde di vista il suo stesso scopo. Troppo lunga e troppo articolata tutta la parte relativa alla fuga e ai rapimenti: se ci si fosse limitati a inserirla come una parentesi, accelerandone lo svolgimento, il risultato sarebbe stato molto più incisivo.

Ad ogni modo, Paradise resta un film godibile, che pone interrogativi intelligenti e spinge lo spettatore alla riflessione, con un intelligente gioco delle parti che vede il ribaltamento delle intenzioni all’interno della coppia di protagonisti formata da Max e Elen.

La regia è molto efficace e la cura per la produzione dimostra ancora una volta come la Germania spicchi nel cinema europeo per qualità realizzativa e mezzi produttivi.

Paradise ha un’estetica molto curata, una fotografia funzionale e un utilizzo emotivamente coinvolgente della bella colonna sonora.