Mission: Impossible – The Final Reckoning nell'edizione 4K
Solo Dolby Digital per l'italiano nell'ultima missione 4K di Ethan Hunt, ma il video è uno spettacolo!
Mission: Impossible – The Final Reckoning è l’ottavo capitolo di una saga che almeno in parte risuona come una sorta di testamento del moderno cinema action. Il film muove su un doppio registro: da un lato la spettacolarità pura, poi c'è la riflessione sorprendentemente lucida sul nostro rapporto con la verità, la tecnologia e il mito dell’eroe.
Il film riparte immediatamente dopo gli eventi di Dead Reckoning: Ethan Hunt e la sua squadra affrontano l’Entità, intelligenza artificiale in grado di manipolare dati, suoni e immagini generando una realtà distorta, impossibile da smascherare. Nemico invisibile e onnipresente il cui potere è quello di riscrivere la percezione stessa del mondo e minaccia che non potrebbe essere più contemporanea.
Mission: Impossible The Final Reckoning - (Im)possibile enciclopedia del franchise
Christopher McQuarrie dirige e co-scrive (con Erik Jendresen) un film che spinge maggiormente sull'eccesso totale, operazione di chiusura e allo stesso tempo di rinascita. L’intreccio è volutamente labirintico e denso di rimandi all'intera saga, tra flashback e dialoghi carichi di spiegazioni. Una scelta che almeno nella prima parte appesantisce il ritmo e rischia di soffocare l’impatto narrativo, specie per chi non ha percorso per intero le avventure di Hunt. Il desiderio è quello di riannodare tutti i fili del passato prima di spiccare il salto definitivo, ma nel farlo si accumulano dettagli, eventi e personaggi saturando l'attenzione. Il film impiega quasi mezz’ora a trovare una direzione, riuscendo almeno in parte a catturare l'attenzione come in passato.
Tom Cruise è attore, co-produttore e più che mai incarna Ethan Hunt: archetipo, simbolo del cinema fisico e artigianale che non si arrende all'età e al CGI, che mette tutto se stesso al servizio dello spettacolo e del pubblico. Ha sempre affermato che se l'acrobazia è vera lo si percepisce, e il coinvolgimento diventa esponenziale. Vederlo resistere alla fisica “passeggiando” per un biplano in volo o immergersi ine acque glaciali non è solo l'ennesimo atto di follia professionale, ma una dichiarazione d’amore per il cinema come esperienza concreta, tangibile, soprattutto non simulata.
Mission: Impossible The Final Reckoning - Niente CGI e stunt che caricano adrenalina
Leggenda vivente dello stunt assieme a Jackie Chan, coppia in antitesi verso il cinema intriso di immaterialità digitale. Quasi 170' minuti di abbraccio con l'immenso pubblico che ha iniziato a seguire le orme dell'agente nr. 1 dell'MIF, a partire dal dignitoso primo film diretto da Brian De Palma, che passò il testimone a John Woo, poi J.J. Abrams, Brad Bird e infine McQuarrie.
The Final Reckoning non è il migliore della saga, il ricordo personale di chi scrive è legato a una narrativa più scorrevole e travolgente come nel terzo film, quello con un cattivissimo Philip Seymour Hoffman e la “Zampa di lepre”, altro tassello che ritorna a comporre il tutto. Questa ultima avventura porta in scena un'eroica impresa subacquea che rischia di suscitare più un sorriso che scuotere adrenalina. Finale col botto che se avesse avuto qualche fuoco d'artificio in meno forse sarebbe stato meno confuso e più digeribile.
Mission: Impossible The Final Reckoning - Come si vede
Girato quasi interamente digitale a risoluzione nativa 4K/6K e limitatamente 35 mm (Arri Alexa Mini LF, Panavision Panaflex Millennium XL2 negativo 500ASA, Sony CineAlta Venice e Venice Rialto, Z CAM E2-F), formato immagine quasi interamente 2.39:1 (3840 x 2160/23.97p, HEVC su BD-100 triplo strato) con alcune sequenze IMAX 1.90:1, che qui puntualmente ritroviamo. Il quadro generale dell'opera è strepitoso, con qualche raro passaggio dove il carico di grana aumenta visibilmente, come nel momento in cui Ethan indossa la maschera nel “sarcofago digitale” e si ritrova faccia a faccia con l'Entità.
Le visioni che assalgono il suo sguardo e quello degli spettatori lasciano la sensazione di un leggero cedimento di solidità. Per il resto il master 4K nativo da cui si è partiti per l'encoding regala un grande coinvolgimento, con una spinta in più per i pannelli 10 bit (OLED) e Dolby Vision. Migliora in tal senso la fedeltà dei punti luce e dei colori, con neri profondi.
Mission: Impossible The Final Reckoning - Come si sente
L'offerta audio è quanto meno identica per l'italiano su entrambi i dischi 4K e 2K, sui quali sono presenti i 169' minuti di film: Dolby Digital 5.1 (640 kbps), che si lascia ascoltare anche su un impianto Home Theater, ma non manca occasione di sentire la mancanza di una presenza sonora di maggiore spessore e ampiezza.
Sale di livello ma non raggiunge la zona reference l'inglese Dolby TrueHD 7.1.4 canali con oggetti ATMOS (16 bit), che carica a molla la tensione e l'azione ma la sensazione è quella che avrebbe potuto dare ancora di più. Tra i tanti momenti da brivido sicuramente il folle volo sul biplano di Hunt e l'incursione nel sottomarino Sebastopol durante lo scivolamento verso l'abisso. Altrettanto probabile che il disco USA faccia la voce più grossa, dall'alto della traccia a risoluzione 24 bit.
Mission: Impossible The Final Reckoning - Gli extra
Grosso degli extra su BD-25 dedicato.
Commento audio 1 - Il regista Chris McQuarrie è affiancato dallo stesso Ethan Hunt, Tom Cruise, per un commento vivace e informativo che copre l'intera gamma della produzione. La partecipazione di Cruise è fondamentale, poiché offre scorci molto più intriganti sul suo personaggio e sul suo lavoro di stuntman. Commento che rende merito anche ai co-protagonisti e alla troupe.
Commento audio 2 - Christopher McQuarrie, il montatore Eddie Hamilton e la montatrice Mary Boulding offrono una discussione più tecnica, ma che si allontana dagli aneddoti e approfondisce i numerosi processi che hanno permesso al film di prendere vita.
Featurette dietro le quinte della produzione (18' minuti) - Seguono 5 focus sul set e in esterni: le riprese della sequenza del biplano, dentro la scena subacquea, sul set a Svalbard, attraverso la miniera e la colonna sonora.
Montaggio delle scene eliminate (10') con commento opzionale di McQuarrie. Le riprese presso Olifants River Canyon e la sequenza del trasferimento di biplano (13') con commento opzionale di McQuarrie e Cruise. Traccia audio isolata della colonna sonora (DD 5.1, 640 kbps), 4 spot promozionali e 4 gallerie fotografiche di cui una dedicata a Tom Cruise, con biografia “vecchia scuola Home Video” solo in inglese. Steelbook da collezione.