Locked - In trappola: lo spettatore non ha via d'uscita in un thriller dozzinale che spreca Anthony Hopkins
Remake del film argentino 4x4 (2019), ha per protagonisti Bill Skarsgård e Anthony Hopkins in una serrata resa dei conti consumata all'interno di un SUV - prigione. Al cinema.
Eddie Barrish è un giovane padre sfortunato, con una difficile situazione tra le mura domestiche, che lavora come corriere ma deve fare i conti con l'indisponibilità del suo furgone, attualmente in riparazione. Mentre la figlioletta Sarah lo aspetta fuori da scuola, Eddie decide di tentare la sorte e di rubare un'auto aprendone le portiere: dopo varie prove andate a vuoto, riesce a salire a bordo di un SUV di lusso parcheggiato in un'area isolata. Credendo di aver fatto un affare, si infila all'interno della vettura, soltanto per scoprire di ritrovarsi ora in trappola.
In Locked infatti il proprietario del mezzo, dotato di finestrini completamente oscurati e di vetri antiproiettile, comincia a comunicare con lui tramite il tablet ivi installato, sostenendo di voler ripulire la città dalla feccia che ne popola le strade, giustificandosi con una tragedia personale passata per motivare la sua aura vendicativa. Eddie dovrà farne le spese e per lui inizia una disperata lotta per la sopravvivenza...
Locked: chi è veramente in trappola?
Ci troviamo davanti al terzo remake in ordine di tempo, dopo un rifacimento battente bandiera brasiliana e un altro indiana, del film argentino 4x4 (2019) e sin da subito cerca di contestualizzare toni e atmosfere in un'ottica pienamente a stelle e strisce. Se già l'opera alla base non brillava, affrontando spunti sociali complessi con una certa superficialità, qua se possibile si fa ancor peggio, lasciando che il racconto prenda una deriva hollywoodiana all'insegna dello spettacolo fine a se stesso, con una parte finale che rischia di risultare involontariamente ridicola.
In realtà fin dal prologo che cerca di umanizzare a più non posso il personaggio di Eddie, con le telefonate a compagna e figlia piccola, si ha l'impressione che la sceneggiatura voglia dare un colpo al cerchio e l'altro alla botte, non prendendo mai una posizione netta ma limitandosi a un bignami di genere, con la giustizia fai da te e il dramma vissuto dalle periferie quale vuoto background per innestare una trama più che forzata e inverosimile.
Scontro di titani?
La pellicola ha attirato su di sé l'attenzione particolarmente per le sue scelte di casting, con Bill Skarsgård e Anthony Hopkins quali antagonisti e pressoché unici protagonisti della vicenda. Ma se il primo, senza maschera da Pennywise o Nosferatu a disposizione, risulta più inespressivo del solito e incapace di spingere il pubblico a identificarsi col suo malcapitato personaggio, al fu Hannibal Lecter va anche peggio, con un minutaggio ridotto nell'ultimo terzo includente anche un'assurda e mediocre sequenza risolutiva in slow-motion.
Il climax ansiogeno da survival-movie, con Eddie che si trova all'interno di quell'abitacolo che diventa sempre più claustrofobico e ipotetica pietra tombale su un'esistenza non certo rose e fiori, passa per alcuni step che avevano già caratterizzato il prototipo: dalla ferita auto-inferta con il colpo di pistola al dover ingurgitare la sua stessa urina in mancanza d'acqua, le sfide che lo mettono alla prova sono parecchie, ma mai effettivamente appassionanti.
Dietro la macchina da presa siede David Yarovesky, che pur aveva fatto discretamente con l'atipico anti-hero movie L'angelo del male - Brightburn (2019), ma che qui non trova la giusta chiave di lettura e complice i limiti dello script realizza un'operazione dozzinale, avara di tensione e scadente di sovente nell'inverosimile, soprattutto quando cerca di farsi gratuitamente cattiva.