L'illusione perfetta - Now You See Me: Now You Don't ha capito meglio di tutti cosa si aspetta il pubblico contemporaneo
Dalla trama inverosimile ai messaggi rigidamente definiti per generazione, il terzo film di Now You See Me sa esattamente come gli spettatori consumano i film oggi.
L’illusione perfetta - Now You See Me: Now You Don’t non è propriamente un bel film, ma gli va riconosciuto di essere tra i più in sintonia e allineati rispetto alle aspettative del pubblico occasionale che "consuma" un film oggi. Da frequentatori abituali della sala e cinefili è invece davvero una strana impressione quella che si ricava di fronte a questo titolo che sembra attentamente scritto e girato non tanto per rimanere nel tempo e lasciare qualcosa allo spettatore, quanto più per andare incontro senza alcun tipo di attrito ai suoi bisogni di consumo.
Il terzo capitolo della saga, come i suoi predecessori, più che sui trucchi di magia si fonda su forzature narrative che lo rendono davvero poco plausibile anche per un film di svago. Tuttavia la forza di Now You See Me: Now You Don’t è proprio quella di far accettare da subito allo spettatore che quanto vedrà sul grande schermo è iperbolico e del tutto irrealistico, anche per un film che parla di trucchi, magia, fughe improbabili e di Robin Hood che rubano ai ricchi per dare ai poveri**.** Quella che solitamente sarebbe una debolezza - lo “stacco” dello spettatore dalla storia di fronte a un’evidenze incongruenza o esagerazione - diventa invece la forza e la brillantezza del franchise.
Now You See Me scivola via come i video quando si fa doom scrolling
Il film si apre con la reintroduzione del gruppo di illusionisti e prestigiatori noti come Cavalieri che tornano dopo un lungo periodo di stop. Quello fuori dallo schermo (il secondo film risale al 2016), e quello dentro la storia, con un trucco magico che prende di mira in maniera superficiale ma facilmente godibile una delle categorie più odiate della contemporaneità, cioè i crypto bros, ossessionati dalle criptovalute e convinti che il valore della loro vita equivalga all’ostentazione material della ricchezza. Ovviamente il film li punisce con un trucco chiaramente fatto con effetti speciali digitali che in teoria nega le basi dell’illusionismo “artigianale”. Eppure funziona: tutti i tre film della saga investono e sovrastimolano i sensi dello spettatore così tanto, nel far continuamente succedere cose anche senza troppo senso, che alla fine la storia scivola via.
Questo approccio così fluido e dinamico non dà modo di affezionarsi davvero ai personaggi o di ricordarsi dopo nove anni cosa sia davvero successo nel secondo capitolo (e chi sceneggia lo sa, dato che ci ragguaglia di continuo strada facendo). Serve tempo, coerenza e concretezza per coinvolge emotivamente nelle storie personali di personaggi fittizi, specie se si vuole mettere insieme una trama e un cast davvero carismatici, che pur nel cinema d’intrattenimento puro si distinguano da mille film che raccontano un colpo alla Ocean’s Eleven. Farsi ricordare o fare bene non è lo scopo di questo film, che però a modo suo si lascia guardare senza mai un momento di stanca. Per un film con otto protagonisti (più la cattiva interpretata da Rosamund Pike nel ruolo più pikiano di sempre), non è un obiettivo da poco da centrare e Now You See Me: Now You Don't lo fa brillantemente.
Now You See Me riesce persino a essere multigenerazionale
Questa è una pellicola che intrattiene con la quantità e la varietà di cose che succedono più che per la qualità delle stesse. La sua visione ricorda molto lo scrollare infinito di micro video sullo smartphone, passatempo quotidiano per molti utenti alla ricerca di microscariche emotive. Allo stesso modo L’illusione perfetta - Now You See Me: Now You Don’t sposta continuamente l’attenzione tra protagonisti vecchi e nuovi, tra il colpo che devono effettuare e i riferimenti ai primi due film, raccontando più che mostrando cosa sia successo ai personaggi e perché alcune storie d’amore siano avvenute e altre no, quali colpi siano riusciti e quali no.
In questo terzo capitolo una ricca ereditiera sudafricana proprietaria di una delle ultime miniere di diamanti ancora produttive mostra al pubblico il bene più prezioso della famiglia: un enorme diamante grezzo a forma di cuore. I Cavalieri - i vecchi membri insieme a tre giovani aspiranti illusionisti - si riuniscono per creare una sorta di dream team interno al franchise e rubare il prezioso.
L’esecuzione del colpo si muove scene action con molto utilizzo di computer grafica, trucchi di magia iperbolici, il solito monologo da villain e momenti comici. Tantissime linee narrative e generi diversi con cui il film riesce a parlare a più generazioni. È evidente nel raffronto tra le storie dei vecchi contro i nuovi cavalieri. Quanti ritornano dai primi capitoli parlano di storie d’amore, famiglie, rotture, amicizie rimaste o finite. Nella nuova generazione invece viene ribadito ossessivamente che ciò che conta è l’amicizia: la found family, la famiglia che ti scegli. Per accontentare una demografica over 35 ancora interessata a risvolti sentimentali significa scontrarsi con una più giovane che negli studi mostra una repulsione per le scene intime e chiede personaggi mossi solo dall’amicizia e dalla famiglia “scelta”, magari disfunzionale.
La vera magia sono Rosamund Pike e Dominic Sessa
È una richiesta difficile da conciliare. Now You See Me però ovvia a questo problema puntando su un cast davvero molto giovane e contando sull’aspettativa che il pubblico non voglia realismo ma esagerazione: guidare una Formula 1 a Dubai senza esperienza, impersonare credibilmente un genio della fotografia quando si dimostrano appena vent’anni, pianificare e mettere a segno colpi talmente intricati che il film stesso fatica a spiegarli. Un film che vede il ritorno dei personaggi dei primi capitoli in una ripetizione che aggiunge poco a quanto visto nelle prime due pellicole, tanto che sembra quasi che i vecchi Cavalieri appaiano solo per passare il testimone. Nella nuova generazione ci sono invece due nomi in ascesa di Hollywood oggi: Justice Smith, che ha già una carriera affollata di titoli importanti e legami familiari noti, e il giovane Dominic Sessa che dopo essere stato scoperto per caso da Alexander Payne in The Holdovers si conferma un attore carismatico e fuori dalle rotte hollywoodiane tradizionali.
Forse l’azzardo maggiore che il film si prende è dargli da subito un palco (letterale) su cui mostrare le sue capacità imitative degli altri componenti del cast: questo trucco di magia attoriale (destinato a perdersi un po’ nel doppiaggio) lascia davvero a bocca aperta, considerando la sua minima esperienza. Inoltre pur ricordando da vicino per caratterizzazione un Cavaliere della prima generazione, è forse l’unico personaggio capace di parlare il cuore dello spettatore. Merita una menzione anche Rosamund Pike, lanciata anni fa da David Fincher in Gone Girl e che da lì in poi ha interpretato più o meno la stessa categoria di personaggio. Ovvero la "bionda stronza col caschetto", sia come cattiva che come anti eroina positiva. Qui il suo personaggio è sovraccarico di stereotipi: la bianchissima cattiva sud africana con miniera di diamanti e complesso paterno che aiuta la criminalità internazionale a riciclare denaro sporco. Pike però si diverte parecchio e risulta così molto divertente anche per lo spettatore, specie quando interagisce con Jesse Eisenberg e soprattutto Dominic Sessa.
La regia è di Ruben Fleischer: una scelta più che coerente, dato che ha un curriculum costituito da film più o meno di successo come Venom, Uncharted e Gangster Squad, caratterizzati proprio dal loro essere pensati per essere consumati e dimenticati, nel bene e nel male. È chiaro come anche questo L’illusione perfetta - Now You See Me: Now You Don’t sia stato girato per essere consumato istantaneamente come fast food, incassare il più possibile e poi essere dimenticato, senza una percepibile o apprezzabile tensione artistica verso il fare o dire qualcosa che vada oltre il trattenere un po’ di attenzione dello spettatore una scena in più, fino al trucco successivo.