Hunger Games: Il Canto della Rivolta - Parte 2

Tre anni, quattro film e una saga che ha di fatto aperto un nuovo segmento cinematografico, quello degli adattamenti dei best seller letterari di fascia young adult. Sono considerazioni e numeri importanti quelli che quest'ultimo capitolo della saga di Hunger Games suggerisce agli studios: nonostante i numerosi tentativi di emulazione, solo uno sembra essere davvero andato in porto (Colpa delle Stelle), mentre per fasti produttivi, campagna di lancio e cast iperstellari si contano sulle dita di una mano i film che quest'anno sono stati presentati in tale pompa magna.



Arrivati all'ultimo capitolo, o meglio metà di un ultimo capitolo diviso in due per massimizzare il profitto e prolungare la saga, ci ritroviamo a chiederci la domanda di sempre: perché tanto successo? Il segreto di questo Mockingjay - part 2 é quello che ha reso questa saga un successo interplanetario: taglio adolescenziali su tematiche adulte, nessuna paura ad affrontare toni cupi o svolte drammatiche, una grande dose di azione mischiata a una storia con i suoi bravi colpi di scena che renda il film appetibile anche per il pubblico adulto e maschile, inteso come quella parte schizzinosa che non se la sente di andare al cinema se a guidare le sorti della ribellione c'é una donna.

La macchina da guerra di Hunger Games fa sembrare semplice un processo che é tutto fuorché di facile attuabilità: nell'assistere all'assalto finale alla dittatura del presidente Snow ancora una volta la sceneggiatura del film mette una pezza sui punti deboli della fonte letteraria, Francis Lawrence riesce a dare ritmo e adrenalina a una pellicola che rischia di annegare nei toni sempre più cupi che assume, il faraonico processo produttivo rende il risultato finale a livello di costumi, scenografie, effetti speciali e colonna sonora del tutto all'altezza del cinema "adulto".

Ancora una volta poi il cast raggiunge un'alchimia fantastica: stavolta é il triangolo formato dalla ribelle Katniss (sempre perfettamente padroneggiata da Jennifer Lawrence), dal crudele presidente Snow (un Donald Sutherland meravigliosamente calato nei panni del gentiluomo sadico) e da un'impressionante Julianne Moore (che fa venire i brividi nel discorso in diretta a Panem) a donare al film una tensione invidiabile e la profondità necessaria a far perdonare qualche melensaggine di troppo sull'alto triangolo, quello amoroso.

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