Honest Thief, recensione: Liam Neeson ladro redento in un improbabile action-thriller

Un navigato rapinatore di banche si innamora e decide di assumersi le proprie responsabilità, cacciandosi in una serie di guai. Su Amazon Prime Video.

di Maurizio Encari

Tom Dolan è un rapinatore di banche di professione che è sempre riuscito a farla franca; come se non bastasse, le autorità non hanno assolutamente idea di chi possa essere. Un giorno incontra Anna, una donna onesta che gestisce un deposito, e si innamora perdutamente di lei. Il sentimento nei suoi confronti è talmente forte che l'uomo decide di cambiare vita e tornare sulla retta via, finendo addirittura per voler restituire il malloppo di tutti i suoi colpi passati, che ammonta alla mostruosa cifra di 9 milioni di dollari, e di confessare i suoi crimini per poter vivere serenamente e senza scomodi segreti accanto a lei.

In Honest Thief il protagonista sceglie di contattare l'FBI telefonicamente e alla cornetta si presenta come "il bandito del grattacielo" (The In-and-Out Bandit), ovvero il criminale che ha messo in ginocchio le banche di Boston. Ma i due agenti dell'FBI chiamati a verificare la veridicità della sua confessione decidono di intascarsi quel denaro sporco mentendo ai loro superiori, finendo per trascinare Tom in una situazione senza apparente via d'uscita.

Honest Thief: quando la trama conta

Ebbene sì, la sinossi che avete appena letto non è il frutto della mente di qualche buontempone, ma le premesse della sceneggiatura di Honest Thief, un film da vedere per poterci effettivamente credere. Viene assai difficile giudicare una produzione che si basa su una storia dalla tale assurdità, con l'amore e il senso di colpa che fanno redimere improvvisamente quest'esperto ladro che fino ad allora non si era fatto scrupoli a rapinare banche su banche, in quanto il crimine "lo faceva sentire vivo".

Ma anche qualora si accettasse l'improvvisa conversione del Nostro, è in ogni caso difficile comprendere i mezzi con i quali questi si rivolge alle autorità e la scarsa considerazione datagli dall'ufficiale dell'FBI interpretato da un Robert Patrick che compare nelle vesti di malcapitata guest-star, una delle tante figure di contorno vittime di eventi sempre più caotici e improbabili.

Sguardo implacabile e azione di routine in Honest Thief

Honest Thief, un titolo ossimorico che è già un programma a sé, vorrebbe giocare le sue carte sul carisma di un Liam Neeson nel pieno della sua fase action-movie post Io vi troverò (2008), e nonostante l'innegabile carisma anche il popolare attore nordirlandese mostra qui un po' di stanchezza, quasi credesse poco nel progetto a cui aveva scelto di partecipare così poco oculatamente. Le motivazioni dei cattivi, pronti a improvvisi ribaltamenti e litigi che minano ulteriormente la credibilità dell'assunto, e la scarsezza di un FBI alla quale viene fatta sotto al naso in più occasioni, non fanno che confermare i limiti di uno script che chiede un'eccessiva sospensione dell'incredulità allo spettatore, sempre più sballottato nel caos narrativo.

Ci si diverte a livello di puro intrattenimento di genere? La regia di Mark Williams è relativamente solida, seppur segua uno stile standardizzato, e l'anima action e tensiva offre una manciata di sequenze discretamente riuscite, fino a quella resa dei conti finale che sembra ironicamente anticipare un futuro film interpretato da Neeson, ovvero il mediocre remake Retribution (2023). Ma per goderne appieno del cuore ludico dell'operazione bisogna fare un enorme sforzo, al fine di poter soprassedere su quella trama illogica oltre misura.