Il Tetris? Una trappola per la mente

Il Tetris Una trappola per la mente

Tetris: lo conosciamo tutti. A partire dal gioco propriamente detto realizzato (e purtroppo per lui mai potuto brevettare) da Aleksej Pazitnov nel 1984 per coin-op, passando per l'indimenticabile versione di Nintendo per GameBoy, fino alle più classiche applicazioni in Flash e alle revisioni più recenti (come Tricky Towers), tutti quanti almeno una volta, e parecchi ben più di una volta, ci siamo trovati a impilare, allineare e ordinare i "tetramini".

In giochi come Tetris capita sovente che si perda la cognizione del tempo, o che una volta smesso di giocare ci si ritrovi a pensare ancora in maniera schematica. A cosa è dovuto tutto ciò?

La risposta, secondo giornalettismo.com, starebbe in un meccanismo mentale che il gioco sfrutta, elemento di cui forse lo stesso Pazitnov non era a conoscenza quando le realizzò. Si chiama effetto Zeigarnik, dal nome della studiosa che lo analizzò, ossia la tendenza del cervello a voler a tutti i costi completare i compiti in sospeso, mantenendoli in memoria finché non sono conclusi laddove quelli completati vengono presto dimenticati. Gli studi della Zeigarnik hanno dimostrato, per esempio, che un cameriere ricorda più chiaramente le ordinazioni ancora parzialmente inevase o che dopo una serie di test i soggetti ricordano i quiz che non hanno risolto con il dopio della chiarezza di quelli superati.

...ma in Tetris, in effetti, il task proposto al cervello non sarà MAI superato del tutto: i tetramini continueranno a scendere, un livello dopo l'altro, e quando arriverà inesorabile il Game-Over nella nostra memoria rimarrà molto più chiara l'immagine finale di una torre sbilenca di quanto non lo siano le numerose linee che abbiamo di fatto completato nell'arco della partita. Come una vera trappola, quindi, Tetris mette il cervello di fronte ad una sfida solo apparentemente risolvibile, ma che se accettata risulta essere un circolo chiuso di trial and error senza fine.

Non è comunque il caso di prenotare una seduta dall'analista o di rivolgersi agli "anonimi tetramini" per cercare di uscire dal tunnel: Tetris è comunque un gioco, non un task "serio", e a meno di reali problemi psichiatrici chiunque sarà comunque in grado di dire "basta" e di smettere di giocare al momento giusto.

Forse.