Superman – James Gunn spiega perché zoppica all’estero
L'asserzione del regista stenta a reggersi in piedi e certamente fa riflettere

Nonostante il successo al box office statunitense, il nuovo Superman sta faticando a imporsi nei mercati internazionali. Con 406,8 milioni di dollari incassati finora (236 milioni da USA e Canada, 171 dal resto del mondo), il nuovo inizio del DCU mostra segnali contrastanti. E il regista James Gunn non ha tardato a replicare, con affermazioni difficili da accettare.
In un’intervista a Rolling Stone, Gunn ha ammesso con franchezza: “Superman non è una figura così conosciuta in alcuni Paesi. Non è iconico come Batman. E in certi luoghi il sentimento antiamericano attuale non ci sta aiutando”. Una dichiarazione poco convincente che quanto meno apre un dibattito sulle radici culturali del personaggio.
L'antiamericanismo non è nato ieri

L’eroe in tuta blu e mantello rosso incarna da sempre il sogno americano: un immigrato adottato da una famiglia del Midwest, simbolo di giustizia e patriottismo. Ma in paesi come Francia, Germania o Corea del Sud secondo il regista (ora) si scopre che questa visione non suscita lo stesso entusiasmo.
Gunn resta ottimista: “È solo l’inizio. Questa è la semina di un albero che stiamo coltivando da 3 anni”. Con proiezioni finali tra i 640 e i 700 milioni di dollari, Superman è una scommessa a lungo termine. Non sarà più semplicemente che il restyling del personaggio e il discutibile approccio narrativo (rispetto al cinema del passato) non stanno ricevendo l'accoglienza sperata?


