Un giapponese è stato arrestato per aver venduto Pokémon rari

Le autorità giapponesi non scherzano, quando ci sono di mezzo i videogame

di Davide Tognon

La lotta alla diffusione illecita di materiale protetto da copyright è di per sé un proposito lodevole, ammesso che non scada in eccessi come quelli avvenuti in Giappone. Lo scorso anno, abbiamo visto che nel Paese del Sol Levante possa bastare la condivisione di video spoiler di gameplay per beccarsi una condanna a 2 anni di reclusione. Adesso c'è un altro episodio riguardante la sfera dei videogiochi, che rischia di portare ad un esito analogo.


Pokémon Violetto e i dati illegali

Yoshihiro Yamakawa, 36enne decoratore di interni che abita nella Prefettura di Kyoto, è stato arrestato per aver venduto Pokémon ottenuti illegalmente. No, non si tratta di uno scherzo: come riporta NHK (l'equivalente nipponico della RAI), Yamakawa ha manipolato i dati di salvataggio di Pokémon Violetto, così da ricevere Pokémon che sono difficili da trovare nel gioco, quindi ha provveduto a vendere online i dati. 

A quanto pare, lo strumento utilizzato da Yamakawa per manipolare Pokémon Violetto si trova in rete e non richiede particolari competenze per essere impiegato. Dall'attività sarebbero stati ricavati alcuni milioni di yen (un milione corrisponde a circa 6.100 euro). Purtroppo per lui, oltre a essere lucrativa, questa attività parrebbe violare le norme giapponesi sulla concorrenza