Electronic Arts: OK degli azionisti, si vende agli Arabi
Manca solo l'approvazione del governo, ma potrebbe essere una formalità
Ha fatto un importantissimo passo in avanti l'accordo commerciale che con ogni probabilità farà sì che Electronic Arts, l'arcinota software house americana titolare di brand del calibro di Battlefield e FC [già FIFA], cessi di essere una Società Per Azioni e diventi una società privata prevalentemente nelle mani del PIF, il Public Investment Fund dell'Arabia Saudita.
L'insider Stephen Totilo ha infatti segnalato sul proprio profilo BlueSky che l'assemblea degli azionisti ha accettato l'offerta avanzata dalla cordata condotta dal PIF e che include come soci minori il fondo californiano Silver Lake e il gruppo Affinity Partners: la cifra della transazione è pari a 55 Miliardi di Dollari, il ché implica che ogni azionista riceverà la notevole somma di 210$ per ogni certificato azionario.
L'OK degli azionisti costituisce probabilmente il tassello finale dell'accordo: adesso solo un parere negativo da parte degli organi governativi potrebbe bloccare l'acquisizione, ma considerando che Affinity Partners [che per altro è a sua volta in parte finanziato dal PIF] fa capo a Jared Kushner, genero del presidente Donald Trump, appare abbastanza improbabile che l'attuale amministrazione possa pensare di mettere i bastoni tra le ruote alla macchina economica dei partner commerciali Sauditi.
L'operazione si concluderà comunque alla fine del 2026 e solo nel 2027 EA cambierà completamente proprietaria; al PIF andrà il 93,4% del pacchetto, rendendo di fatto il fondo il vero proprietario dell'azienda; a Silver lake e Affinity Partners spetteranno rispettivamente il 5,5% e l'1,1%.
In tutto questo il PIF deve comunque trovare a sua volta finanziamenti per 20 Miliardi di $ in modo da coprire la cifra richiesta, il ché renderà de-facto EA una società passiva nel suo primo anno di nuova amministrazione. Non sono pochi inoltre ad aver mosso polemiche all'idea di una vendita ad un'entità economica come quella Saudita, guidata dal principe ereditario Mohammed bin Salman, in quanto facente capo a una nazione in cui le lotte per i diritti civili sono molto accese [per usare un distaccato eufemismo]. Alla luce di questi dettagli molti team, sviluppatori e altri dipendenti del colosso dell'intrattenimento sono parecchio allarmati e temono imminenti licenziamenti.
Staremo a vedere...