I giochi dimenticati per PlayStation 1 che hanno rivoluzionato l'industria
Da Jumping Flash a Vagrant Story, i titoli per PlayStation 1 che hanno innovato l'industria da dietro le quinte
Se negli ultimi mesi vi è capitato di finire sugli account social di Sony e di PlayStation, avrete notato che sono in corso le celebrazioni per i 30 anni della prima PlayStation, che coincidono anche con il trentennale di Sony nel mondo dei videogiochi.Tra i vari post, Sony non ha perso l’occasione per ricordare alcune delle saghe videoludiche di successo che sono diventate grandi grazie alla prima PlayStation, e chi ha superato un certo numero di candeline non può che confermare che alla prima console di Sony sono connessi una serie di titoli storici che ancora oggi fanno breccia nel cuore di milioni di giocatori.
Tuttavia, sulla prima PlayStation sono passati anche una serie di videogiochi che hanno osato e aperto la strada a vere e proprie rivoluzioni nell’industria per poi essere dimenticati dai più e le innovazioni portate sono state poi collegate ad altri titoli che si sono presi le luci della ribalta.
Alcuni di questi titoli che potremmo definire “dimenticati” sono riusciti a ritagliarsi un proprio spazio che li ha resi oggi dei titoli di culto, mentre altri li ricordano solo gli sviluppatori e i loro genitori - forse.
La rivoluzione del gaming su console tramite nuovi hardware
Un chiaro esempio è Ape Escape.
Nonostante l’ultimo titolo della saga sia stato pubblicato nel 2011 su PlayStation 3 come gioco dedicato al PlayStation Move e Konami abbia introdotto le storiche scimmiette tra i contenuti addizionali di Snake Eater Delta, la saga di Sony è diventata ormai un cameo da inserire in altri titoli con la conseguenza che la sua carica innovativa è stata ormai dimenticata.
Il lancio di Ape Escape nel 1999 ha segnato un momento cruciale per il gaming su console.
Diversamente dagli altri titoli usciti prima, Ape Escape era ingiocabile con il controller normale ma necessitava delle levette analogiche del dualshock.
Tale necessità spingeva il concetto di esclusiva oltre la semplice console, allargandola alle possibilità hardware che questa poteva offrire.
Inoltre, è proprio grazie ad Ape Escape che Sony comincia a considerare il controller dualshock come la nuova normalità, portando così sempre più software house a sviluppare giochi che usufruissero di tale tecnologia.
Ma Ape Escape non è l’unico gioco ad aver fatto sì che la prima PlayStation usufruisse di hardware aggiuntivi.
Nonostante non abbia avuto lo stesso impatto di Ape Escape, Time Crisis e Point Blank portarono nelle case dei giocatori l’esperienza delle sale giochi.
Tali giochi sono stati infatti sviluppati per supportare la pistola ottica, di conseguenza quando sono stati portati sulla PlayStation hanno fatto sì che Sony adeguasse la sua console aprendosi alle tante pistole ottiche sul mercato.
Similmente è accaduto con i punta e clicca e i giochi di strategia, il cui approdo sulla prima PlayStation con Command and Conquer Red Alert nel 1996 ha portato i giocatori a scontrarsi con l’enorme difficoltà di selezionare e guidare le truppe con il controller.
Fortunatamente, la prima console di Sony era un portento tecnologico e aveva già previsto al suo lancio in Giappone la presenza di un mouse dedicato, il quale fino a quel momento era stato utilizzato solo da alcuni FPS, di cui il capostipite è Area 51.
Tuttavia, nonostante l’hardware esistesse già, è proprio a Command and Conquer che dobbiamo l’arrivo degli RTS su console.
Non solo hardware, ma anche nuovi generi e meccaniche rivoluzionarie
Limitarci alle sole innovazioni legate all’hardware non ci permetterebbe di parlare dei tanti “eroi dimenticati” che hanno plasmato il mondo dei videogiochi in silenzio, lasciando che poi altri si prendessero la scena.
La nascita del genere platform 3D
Uno dei casi più iconici è Jumping Flash; nome che a molti non dice nulla, eppure stiamo parlando del primo gioco platform 3D con elementi in prima persona.
Arrivato su PlayStation nel 1995, Jumping Flash ci mette nei panni di Robbit e nella sua missione per salvare Crater Planet.
Pubblicato da Sony come titolo di lancio di PlayStation in Europa e Nord America, Jumping Flash ha letteralmente aperto le porte al genere dominante tra la seconda metà degli anni 90 e i primi anni 2000, tuttavia è Super Mario 64, uscito un anno dopo, che si attribuisce il titolo di creatore del genere action platform in 3D.
I più studiati però non dimenticano Jumping Flash, il quale ha anche ricevuto il Guiness World Record per essere stato il primo videogioco Platform in 3D.
L’arrivo del realismo nei videogiochi
Altro eroe dimenticato è Bushido Blade, il quale nel 1997 ha provato a rivoluzionare il genere dei picchiaduro introducendo una serie di meccaniche che rendevano il gioco iperrealistico.
Il gioco si basa su scontri individuali all’arma bianca e diversamente dagli altri picchiaduro, non presenta alcuna barra della salute o timer.
Tale decisione è nella scelta dei creatori di far sì che ogni scontro fosse “all’ultimo sangue”, con il giocatore che poteva ferire gradualmente il nemico grazie al “Body Damage System”; un sistema che permetteva di causare danni diversi all’avversario in base alla parte del corpo colpita e all’entità del colpo.
L’enorme realismo del gioco si rifletteva anche sulla lunghezza e sul peso della varie armi, che influenzavano l’entità dei vari colpi. La ciliegina sulla torta era però la possibilità di sconfiggere l’avversario con un solo colpo ben assestato, esattamente come nella realtà.
Ogni volta che oggi giocate a un titolo che permette di attaccare i nemici in parti del corpo diverse e di causare danni diversi, saprete che il merito va a un piccolo picchiaduro del ‘97.
Un’idea simile a quella del Body Damage System, ma declinata in maniera diversa è presente in Vagrant Story, titolo di Squaresoft che fondeva elementi action e GDR, il quale proponeva un sistema di combattimento che permetteva di mirare a specifiche parti del corpo dei nemici per infliggere status alterati o ridurre le loro capacità in battaglia.
Tale meccanica è stata poi resa celebre da Fallout con il suo Aimed Shot prima e con il sistema VATS poi.
L’assenza dei caricamenti
Legacy of Kain Soul Reaver è sicuramente un gioco non dimenticato dai fan, tanto da aver ricevuto una remastered arrivata alla fine del 2024 - poi se non sapete di cosa sto parlando, ascoltatevi la puntata du Just Play al riguardo.
Legacy of Kain Soul Reaver ha portato due grosse innovazioni nel mondo dei videogiochi: la presenza di più mondi su schermo - tecnica oggi utilizzata da Split Fiction - e l’assenza di caricamenti.
Legacy Of Kain Soul Reaver si sviluppa in due dimensioni diverse, alle quali il giocatore può accedere in qualsiasi momento. La presenza di due mondi su schermo contemporaneamente è possibile grazie a un’attenta operazione di design da parte degli sviluppatori, i quali hanno ricreato il mondo spettrale utilizzando il mondo dei vivi come base, già presente su schermo, e ne hanno ridotto dettagli e definizione, utilizzato forme geometriche meno definite e ridotto la palette di colori al minimo.
Inoltre, nonostante fosse un mondo aperto con due dimensioni contemporaneamente su schermo, Legacy Of Kain Soul Reaver non presenta alcuna schermata di caricamento.
Questo perché il gioco utilizza un sistema di continuo data streaming che carica le porzioni di gioco a cui il giocatore sta accedendo cancellando quelle appena finite.
Insomma, il mondo di gioco è strutturato in centinaia di mini blocchi che si caricano e scaricano a seconda della posizione del giocatore.
Per evitare problemi di caricamento, gli sviluppatori hanno pensato a tutta una serie di scelte di design che rendevano questo sistema invisibile agli occhi dei giocatori: corridoi o scalinate abbastanza lunghe da perdere di vista cosa fosse alle spalle di Raziel, cancelli e porte da aprire con apposite animazioni e una verticalizzazione delle aree di gioco che permetteva di nascondere le aree inferiori o superiori.
Nonostante Legacy of Kain sia ancora oggi amatissimo, quasi nessuno riconosce al titolo la paternità di tali innovazioni. Anzi solitamente si fa risalire a Jak and Dexter The Precursor Legacy l’introduzione di un mondo aperto senza caricamenti.
L’eredità di PlayStation 30 anni dopo
Questi sono solo alcuni dei giochi passati per PlayStation 1 e che hanno innovato il mondo dei videogiochi da dietro le quinte.
Nel celebrare i 30 anni di PlayStation è giusto ricordare con affetto le saghe che ci hanno lasciato dei piacevoli ricordi, ma è anche importante avere a mente che l’industria è stata rivoluzionata da tante piccole perle che hanno avuto il coraggio di osare e innovare, ponendo le basi per meccaniche e generi che hanno fatto poi le fortune di giochi ben più blasonati.
L’eredità di tali giochi è la prova che l’innovazione è il vero motore dell’industria dei videogiochi; un motore che PlayStation ha avviato 30 anni fa e non ha mai più spento.