PlayStation VR

Se qualcuno pensava che Sony stesse abbandonando il suo Playstation VR, si sbaglia di grosso: il colosso giapponese ha voluto mostrate ieri (l’embargo è domani alle 17:00 NdR) a Milano alcuni dei prossimi titoli in uscita. Gli sviluppatori che credono in nella realtà virtuale sono tanti, sia per quanto riguarda progetti minori che per adattamenti di grossi titoli come (Fallout 4 e Ace Combat 7), cosa che ci è stata confermata dalla notizia di una nuova “tiratura” di 950.000 pezzi di Playstation VR.

Fra i titoli che abbiamo potuto provare spiccano in particolare Ace Combat 7, Starblood Arena, e Statik -Institute for Retention; affollatissimo anche lo stand di Farpoint, il nuovo FPS fantascientifico sviluppato da Impulse Gear in uscita il prossimo 16 maggio).

Di Ace Combat 7 è stata resa disponibile solamente una demo da 15 minuti, ma più che sufficiente per dare l’impressione di cosa si potranno trovare davanti i fortunati possessori del visore Playstation: non è stato possibile provare niente se non una breve missione di combattimento aereo, ma già dalla fase di decollo l’immersione è totale. Particolare interessante è la possibilità di muovere il HUD assieme alla telecamera, agganciando in questo caso gli aerei nemici con maggiore facilità (scelta che, probabilmente, contribuisce anche ad una diminuzione del motion sickness: nonostante le numerose acrobazie in tre dimensioni, il titolo non ha dato nessun problema su questo fronte).

Starblood Arena si conferma uno sparatutto FPS di buon livello: il movimento all’interno delle diverse arene è completamente tridimensionale, dove urti, collisioni e colpi nemici contribuiscono a deviare la traiettoria dei mech protagonisti. Forse grazie ai controlli abbastanza lenti e misurati, dove ad esempio il movimento sull’asse dell’altezza è gestito tramite i bumper e non dalle levette analogiche, anche questo titolo non ha causato alcun problema di nausee o cinetosi.

Statik Institute for Redemption è stata la vera sorpresa dell’evento, un titolo dall’estetica e dal concetto molto simili a Portal in cui l’avatar del giocatore, legato ad una sedia, dovrà liberarsi da alcune ingombranti manette dotate di bottoni, leve e altri aggeggi risolvendo una serie di puzzle concettuali. L’elemento di VR qui gioca perfettamente a favore, dato che per molti di questi puzzle sarà necessario osservare da diverse angolature sia le manette che l’ambiente circostante, alla ricerca di indizi o possibilità di interazione.

The Persistence è un altro titolo da tenere d’occhio: a prima vista un normalissimo FPS a tema sci-fi/horror (praticamente un clone di Dead Space), ha la sua meccanica principale nell’aggiunta di un secondo giocatore che, attraverso un normale monitor o un tablet Sony, ha la possibilità di intervenire nell’ambiente di gioco attraverso una mappa isometrica -segnalando al giocatore calato nell’azione le posizioni di nemici, power up e trappole, aprendo o chiudendo porte  e via dicendo. La versione provata si è dimostrata abbastanza grezza, specie nella calibratura dei controlli, ma con qualche approfondimento al gameplay si potrebbe trattare di uno dei pochi titoli capaci di sfruttare le logiche del VR in modo veramente innovativo.

Fra le novità presentate da Sony, tuttavia, è stato dato anche un certo risalto al nuovo genere delle esperienze VR -prodotti non strettamente ludici, ma capaci di sfruttare appieno l’immersione della realtà virtuale per la realizzazione di programmi più o meno interattivi (come software di disegno in 3d, ad esempio). Fra questi, a spiccare è stato sicuramente David Attenborough’s First Life, una innovativa versione 3d della famosa serie di documentari naturalistici: in una quindicina di minuti abbiamo ritracciato il percorso della vita sul pianeta terra dai primi agglomerati multicellulari agli artropodi marini, navigando in prima persona fra cellule gigantesche e trilobiti striscianti.