Da Pong a The Last of Us: l'evoluzione delle soundtrack nei videogiochi

di Domenico Colantuono

Nel Maggio del 2004 il compositore Nobou Uematsu si è unito alla Filarmonica di Los Angeles per una singola performance. Lo spettacolo registrò un sold out in soli tre giorni con annessi scontri al box office quando i biglietti sono esauriti.

Cosa c’era di tanto speciale in questo concerto? Nobou Uematsu è famoso per aver composto le colonne sonore della saga di Final Fantasy. 

Torniamo un po’ indietro.

Nei primi anni 70, la musica dei videogiochi non era esattamente sinfonica. Basti pensare a Pong. I giocatori dovevano semplicemente colpire una palla e lanciarla dall’altro lato cercando di battere l’avversario. Il tutto seguito da un semplice suono onomatopeico.

La situazione riguardo le soundtrack nei videogiochi è andata avanti così per almeno una decina d’anni. I giochi erano semplicemente accompagnati da suoni che non facevano altro che sottolineare ciò che accadeva oppure accompagnavano passivamente l’azione con musichette ripetitive che non facevano altro che velocizzarsi nei momenti di maggiore tensione.

La tensione era l’elemento su cui si basava l’intera esperienza musicale dei videogiochi. Prendiamo Space Invaders ad esempio. Man mano che la nave aliena si avvicinava la musica si velocizzava. La cosa era voluta dai programmatori, i quali puntavano ad aumentare la velocità della musica con l’obiettivo di aumentare il battito cardiaco dei giocatori. Così come il ritmo della musica aumentava, lo stesso accadeva per il panico dei giocatori.


Tuttavia, seppur semplici nei loro motivi e con obiettivi abbastanza scontati, le soundtrack dei videogiochi cominciarono ad attingere da fonti più autorevoli e serie, basti pensare che la musica che accompagnava le partite a Tetris si ispira alla Korobeiniki, una storica canzone folk russa. Eppure, nonostante questa volontà di migliorarsi le canzoni nei videogiochi erano enormemente limitate dagli hardware dell’epoca. 

Nei primi anni 80 qualcosa comincia a cambiare. Nonostante solo tre canali per il suono erano disponibili per i compositori, serie come Legend of Zelda e Super Mario dimostrarono che la musica poteva integrarsi al meglio con l’esperienza di gioco, esattamente come accadeva per i film.

Con The Legend of Zelda, Koji Kondo aveva attuato una vera e propria rivoluzione. La musica non è più un elemento che gioca con il battito cardiaco del giocatore, bensì accompagna questo durante un'avventura tutta da raccontare.


Ma è esattamente nel 1987 che la storia delle soundtrack nei videogiochi cambia radicalmente. Squaresoft pubblica il primo Final Fantasy, la cui colonna sonora è creata dal maestro Nobuo Uematsu che attingendo dalla musica classica apre il terreno a un nuovo modo di vedere le colonne sonore nei videogiochi. Queste devono sicuramente accompagnare l'avventura dei giocatori ma possono e devono anche restare impresse nella loro mente.

Questa nuova visione trova nelle console degli anni 90 e nel formato CD-ROM la possibilità di ampliare gli orizzonti di utilizzo e adattamento delle colonne sonore, le quali cominciavano ad adattarsi ai momenti di gioco, accompagnando il climax dell’azione. Inoltre questo decennio ha visto anche un legame più stretto tra la musica in-game e gli ambienti che i giocatori stavano esplorando in tempo reale. 

Nel gioco per Nintendo 64 Banjo-Kazooie, ad esempio, ogni livello non solo aveva un tema musicale unico del compositore Grant Kirkhope, ma diverse versioni di temi adattati al contesto, sia in una grotta, sott'acqua, o impegnati in battaglia con i nemici. In breve, la musica non era più semplicemente un accompagnamento al gioco, ma una parte fondamentale delle sue decisioni di design.

La relazione musica e videogiochi ha continuato ad evolversi ad una velocità inimmaginabile e nella seconda metà degli anni 90 si assiste ad un ulteriore passo in avanti. I compositori che prima lavoravano per le produzioni televisive o cinematografiche di Hollywood hanno cominciato a collaborare con gli sviluppatori nella creazione delle colonne sonore dei videogiochi.

Uno dei primi a fare questo passo è stato Inon Zur.

Nel 1996 Zur fu contattato da Bob Rice, uno degli agenti più potenti del settore, che gli chiese se fosse interessato nel medium dei videogiochi.

Alla risposta inizialmente negativa di Zur, Bob Rice rispose con un’offerta difficile da rifiutare: la soundtrack di Star Trek Klingon Academy che sarebbe stata creata con la collaborazione di un’orchestra.

Inon Zur diventò il primo compositore a passare dal mondo cinematografico a quello dei videogiochi e anche il primo compositore della storia dei videogiochi a dirigere l’Orchestra Sinfonica di Seattle, un’istituzione centenaria.

 

Due anni dopo, il rapporto videogiochi e compositori si arricchirà della collaborazione tra Hideo Kojima e Harry Gregson-Williams, compositore che aveva alle spalle lavori con Michael Bay o attori come Kevin Costner, per la creazione della colonna sonora di Metal Gear Solid.

Il connubio, inutile dirlo, funzionò alla perfezione, e il compositore riuscì a catturare alla perfezione l'epica alla base delle gesta di Solid Snake, premiando tanto la carica drammatica quanto le conseguenze di ciascuna scelta ludica con brani all'altezza di qualunque produzione hollywoodiana.

L’incursione di Gregson-Williams nel mondo dei videogiochi fù una delle migliori decisioni di Kojima e spalancò le porte al prossimo passo evolutivo dei videogiochi; la scrittura di storie che si avvicinassero agli standard delle grandi produzioni cinematografiche.

L’avvento di PlayStation 2, Xbox e GameCube con le loro innovazioni tecnologiche e l’utilizzo dei DVD permette ai Game Designer di surclassare i limiti imposti dalla precedente generazione.

Se, di nuovo, Hideo Kojima durante l’E3 del 2000 ha fatto spalancare le bocche di tutti gli appassionati ed esperti del settore con il trailer di Metal Gear Solid 2 con una colonna sonora orchestrale degna dei migliori spettacoli teatrali, firmata ancora una volta da Harry Gregson-Williams, bisogna attendere il 2002 per avere incontrare il titolo che ha segnato il rapporto musiche-videogiochi nel decennio: Kingdom Hearts.

L’arrivo di kingdom Hearts sugli scaffali non ha solo sancito il connubio tra una delle maggiori case di sviluppo come Square Enix e un gigante dell’intrattenimento come Disney, ma anche l’arrivo sulle console di alcuni dei più importanti classici della casa di Topolino; evento che andava trattato con la massima cura.
Tra i tanti paletti imposti da Disney vi è stato quello di scrivere una sceneggiatura di alto livello e la ricerca della perfezione nell’andare ad adattare soundtrack storiche come quelle dei film Disney.

Per rispondere alle richieste di Disney, Square Enix affidò il progetto ai 2 pezzi di 90 tra le sue fila: a Tetsuya Nomura, già mente dietro alcuni dei personaggi storici della saga di Final Fantasy, fu affidata la sceneggiatura, mentre a  Yōko Shimomura si chiese di riadattare le classiche colonne sonore Disney e di crearne una che potesse raccontare e accompagnare al meglio l’epica avventura di Sora, Paperino, Pippo e Topolino. Il fatto che nel corso degli anni le musiche create da Shimomura per Kingdom Hearts sono state suonate dalle orchestre di tutto il mondo testimonia che la scelta di Square Enix è stata azzeccatissima

Nel corso degli anni, sempre più compositori nati e cresciuti in ambienti cinematografici hanno collaborato con le case di sviluppo di videogiochi.
Ciò è stato facilitato dall'evoluzione delle sceneggiature, le quali sono sempre più simili a produzioni cinematografiche e necessitano di conseguenza anche colonne sonore di pari livello.

La virata delle case di produzione ha portato anche ad una inversione di paradigma. Se fino a qualche anno fa erano i videogiochi che guardavano al cinema, oggi è quest’ultimo che guarda con fortissimo interesse ai videogiochi, cercando il prossimo gioco da riadattare sotto forma di film o serie TV. 

In tal senso, un'enorme spinta è stata data da Sony, la quale già ai tempi di PlayStation 3 ha cominciato a costruire le proprie esclusive intorno a personaggi e storie da raccontare, seguendo alla lettera il processo di produzione dei film.


Di conseguenza, ogni gioco necessita di una soundtrack ispiri sentimenti e resti nella mente del giocatore/spettatore.

Esempio palese ne sono le serie animate Arcane, collegata al mondo di League of Legends, e Cyberpunk Edgerunners, che ha letteralmente rilanciato Cyberpunk 2077, che hanno visto nelle colonne sonore alcuni dei punti portanti dei progetti.

Il cambio di paradigma, che vede ora film e serie TV come un passaggio naturale nel processo di creazione di un videogioco, ha letteralmente posto una massima attenzione alle colonne sonore.

Basti pensare ai PlayStation Productions Studios nati con l’obiettivo di adattare le esclusive PlayStation su piccolo e grande schermo e che già hanno pubblicato l’adattamento cinematografico di Uncharted, la cui colonna sonora è stata curata da Ramin Djawadi, già dietro la composizione delle soundtrack di Iron Man, Pirati dei Caraibi e Game of Thrones.

O ancora a come le musiche di Gustavo Santaolalla siano state sapientemente utilizzate da HBO nella promozione della Serie Tv di The Last Of Us

È ormai comune vedere artisti affermati creare soundtracks inedite per i videogiochi o che in questi cercano un modo per trovare notorietà. Basti pensare ai 65daysofstatic che hanno visto crescere tantissimo i propri followers su Spotify dopo la pubblicazione del loro album “Music for an infinite Universe” scritto per il gioco No Man’s Sky, oppure ai Daughter che hanno ricevuto una nomination agli Ivor, i premi oscar del mondo musicale, per la colonna sonora di Life Is Strange: Before The Storm.

Gli artisti sono oramai consapevoli che creare la soundtrack di un videogioco può rappresentare l’occasione per acquisire nuovi fan e per rilanciare il proprio nome come nel caso di Skrillex che ha creato la soundtrack di Kingdom Hearts 3, oppure ai Chrvches e i Low Roar, entrambe band che hanno collaborato alla creazione della colonna sonora di Death Stranding. 

Le collaborazioni tra musicisti e videogiochi si estendono anche a musicisti affermatissimi a livello globale, come ad esempio la spettacolare “Stand by me” di Florence + The Machine che si sposa alla perfezione con la trama e le ambientazioni di Final Fantasy XV, oppure la collaborazione di Paul McCartney in Destiny.

Vi sono poi casi come quello della serie FIFA nei quali gli artisti sperano di entrare a far parte della colonna sonora del gioco per via della risonanza mediatica enorme di questo. Entrare nella colonna sonora di un FIFA 23 significa essere ascoltati letteralmente miliardi di volte nel giro di un anno ed entrare nella storia come le soundtrack di FIFA 99.

Insomma, nate come semplici strumenti di sottofondo alle azioni dei protagonisti dei videogiochi, le soundtrack sono cresciute e diventate grandi insieme ai videogiochi e al mercato videoludico stesso, ritagliandosi un importanza sempre maggiore e un appeal in grado di attirare i grandi nomi del mercato.

Sembra che ad oggi stiamo assistendo a un'ulteriore evoluzione delle colonne sonore, le quali vedono gravare su di loro sin da subito l’onere di accompagnare l’azione di un videogioco e quello di accompagnare le scene che verranno girate per eventuali film e serie TV.


Un’evoluzione che va di pari passo con la qualità dei videogiochi e di cui tutti i gamers non possono che essere felicissimi.