Analizziamo il caso Once Were Nerd: tra emulazione e legalità
Once Were Nerd videogiochi ed emulazione cosa è legale
L’emulazione è da sempre un terreno affascinante e controverso per gli appassionati di videogiochi. Da un lato rappresenta un potente strumento di conservazione storica e accessibilità culturale; dall’altro, si muove su un crinale legale estremamente sottile, soprattutto in Italia... anche considerando che ogni paese (più o meno) ha il suo modo di trattare l'argomento e la questione spesso sfiora cavilli o scelte più o meno logiche.
La recente vicenda che ha coinvolto lo youtuber Once Were Nerd, alias Francesco Salicini, ha riacceso il dibattito su cosa sia lecito e cosa no nel mondo del retrogaming. Salicini è attualmente indagato per violazione dell’articolo 171-ter della legge 633/1941, che tutela il diritto d’autore, a seguito delle sue recensioni di console portatili cinesi come Anbernic, Powkiddy e Trimui. Console che, pur essendo liberamente acquistabili online, spesso includono schede SD pre-caricate con migliaia di giochi piratati.
La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 30 dispositivi e ha effettuato una perquisizione domiciliare, dando il via a un procedimento penale che potrebbe portare a conseguenze gravi, tra cui il carcere e la chiusura del canale YouTube. Il punto critico non è tanto l’uso personale di emulatori, quanto la presunta promozione e diffusione di strumenti atti alla riproduzione abusiva di opere protette, anche solo attraverso la dimostrazione del loro funzionamento. La legge italiana, infatti, non distingue chiaramente tra divulgazione tecnica e favoreggiamento della pirateria, e questo crea un clima di incertezza per tutti i content creator.
Retrogaming e legalità
Ma cosa è davvero legale? In linea generale, l’uso di emulatori è consentito, purché non contengano BIOS proprietari non autorizzati. Le ROM, invece, possono essere utilizzate solo se l’utente possiede il gioco originale e ha creato personalmente la copia di backup. Scaricare ROM da internet, anche se si possiede il gioco, è considerato illegale. Lo stesso vale per i BIOS scaricati da terze parti.
In ambito YouTube, pubblicare gameplay è generalmente permesso, ma bisogna rispettare le linee guida dei publisher e non mostrare contenuti piratati o ROM illegali, anche solo per scopi dimostrativi. Il caso Once Were Nerd, pur non essendo ancora giunto a una sentenza, rischia di creare un precedente pericoloso: potrebbe aprire la strada a una stretta legale sull’intero ecosistema del retrogaming, colpendo non solo chi distribuisce materiale pirata, ma anche chi semplicemente lo recensisce o lo mostra.
In un contesto dove la passione per i videogiochi si intreccia con la produzione di contenuti digitali, è fondamentale che i creator conoscano i limiti della legge e adottino pratiche trasparenti e rispettose del diritto d’autore. L’emulazione può e deve continuare a esistere, ma solo se sostenuta da una cultura della legalità e da una normativa più chiara e aggiornata ai tempi.
Naturalmente, lato redazionale, facciamo i migliori auguri a Francesco Salicini, nella speranza che tutta la vicenda venga chiarita e lui possa tornare quanto prima a parlarci del mondo videoludico secondo il suo punto di vista.