Alla scoperta dì Smallthing Studio, tra presente e futuro

Un nuovo studio indie italiano, tra presente e futuro

di Claudio Magistrelli

Splende un sole tiepido e piacevole su Chiavari mentre in un tardo venerdì pomeriggio la spiaggia e la passeggiata si riempiono lentamente di volti che, conclusa la settimana lavorativa, escono a godersi gli ultimi tepori autunnali. Da questo punto di osservazione viene facile capire perché Smallthing Studio abbia scelto questo luogo come base operativa. Alle nostre spalle, all'interno delle vetrate del hotel che ci ospita, il team di Smallthing è riunito per festeggiare insieme a una serie di ospiti (tra cui figuriamo anche noi) la conclusione dei lavori sul primo titolo dello studio, Simon The Sorcerer: Origins. Un progetto su cui il team ha lavorato negli ultimi 5 anni, scrivendo da zero anche un engine proprietario, e che vedrà finalmente la luce il 28 ottobre prossimo su PC, MAC, Xbox, Playstation e Nintendo Switch. 

Riportare Simon the Sorcerer all'attenzione di nuovi e vecchi fan è un progetto ambizioso e audace: il giovane mago nato in un periodo in cui le avventure grafiche (e lo sviluppo in UK) erano il genere di riferimento, nel tempo ha visto via via scemare la propria fama. Massimiliano Calamai e Fabrizio Rizzo (Lead Game Designer e Narrative Designer di Origins) hanno dunque immaginato un nuovo punto di inizio, un nuovo incipit per le avventure di Simon che possa coniugare le atmosfere classiche della serie con le possibilità di innovazione offerte dal presente. Dunque un prequel, ideale punto di collegamento col passato, ma anche punto di partenza per il futuro. 

Simon the Sorcerer: Origins prende avvio poco prima delle vicende che hanno reso celebre Simon e si colloca dunque come un prequel rispetto agli eventi vissuti tanti anni fa nel primo capitolo: il collegamento col passato è diretto, ma la prospettiva è diversa e sorprendente. A partire dallo stile visuale, elaborato completamente a mano realizzando illustrazioni e animazioni che sapessero restituire un look in linea coi tempi, ma tenendo sempre come punto di riferimento la pixel art originale. Il risultato finale è fedele alla fonte di ispirazione e allo stesso tempo prova a colmare quei vuoti che all'epoca erano spazio di confine in cui vagava la fantasia.

Anche il Simon di Origins, in qualche modo, è un nuovo Simon, fedele alla personalità caustica delle origini, ancora ribelle e spiritoso, ma accompagnato oggi da un lato più profondo e aperta all'emotività. Un dualismo che si traduce anche nelle meccaniche di gameplay: attraverso la pressione di un tasto è infatti possibile tra la vecchia modalità punta&clicca e un nuovo sistema di controllo più moderno, attualizzato per consentire l'uso di tutte le periferiche. 

Se Simon the Sorcerer: Origins è il presente imminente di Smallthing Studio, un pizzico di Simon c'è anche nel futuro del team. Origins infatti non è il solo progetto nel portfolio di Smallthing che riguarda il giovane mago: la collaborazione creativa con Simon e Mike Woodroffe, i creatori originali della saga, si estenderà infatti anche a un remake dell'originale Simon the Sorcerer, l'avventura 2D pubblicata da Adventure Soft nel 1993. Dopo aver riportato Simon all'attenzione dei giocatori con Origins, l'intenzione di Smallthing è quella di ridare nuova linfa al personaggio, tuttora amato e ricordato da una grande fetta di appassionati, anche attraverso una rielaborazione dello stile grafico. La prima avventura di Simon, dunque, è destinata a tornare presto, in una nuova incarnazione completamente rivista e rinnovata, tutta realizzata in Italia

Ma non c'è solo la magia nel futuro di Smallthing Studio. Durante le celebrazioni, di fronte al team in festa, agli ospiti istituzionali e ai giornalisti come noi presenti all'evento, Calamai ha infatti brevemente presentato con dei suggestivi teaser gli altri progetti su cui lo studio italiano è al lavoro. Si parte con Sword of Sodan 2, seguito del gioco di combattimento uscito su Commodore Amiga nel 1988, ricordato per la gigantesca dimensione dei suoi sprite, rivoluzionari per l'epoca. Si continua con Where the River Dies, un Walking  Simulator con quattro protagonisti impegnati a raggiungere la Foce, che nasconderebbe l'origine del male di un Principe morente, in un'avventura che attraversa amicizia, speranza e morte. Il progetto più ambizioso, però, è 14:18, horror piscologico immerso in  Where The River Dies che promette un viaggio oscuro e perturbante vissuto in terza persona. E tutti i prodotti annunciati saranno disponibili per PC, MAC e console. 

Se il presente e il futuro di Smallthing Studio vi hanno incuriosito, non perdetevi allora la nostra intervista con Massimiliano Calamai, registrata a Chiavari durante l'incontro con il team, che potete ascoltare qui sotto.