Sony ULT Field 3: potenza promessa, equilibrio relativo
Diffusore portatile pronto ore di festa dentro e fuori casa: la nostra prova d'ascolto
Negli ultimi mesi la nuova gamma di dispositivi audio portatili Sony ha suscitato curiosità e aspettative. Dopo l’uscita delle cuffie ULT Wear e del piccolo speaker ULT Field 1, il produttore giapponese ha deciso di alzare la posta con il modello ULT Field 3, conosciuto anche con la sigla SRS-ULT30. Progetto sviluppato puntando a insidiare leader della categoria come il JBL Charge 6 o per esempio i modelli portatili di Bose.
Il Sony ULT Field 3 è stato lanciato ad aprile 2025 con un prezzo di listino di 199,99€, con variazioni principali di prezzo che si sono verificate tra giugno-luglio 2025 e una riduzione fino al 39 %. Ciò a rimarcare una strategia aggressiva per guadagnare spazio in un segmento di mercato estremamente competitivo. Attualmente Amazon lo offre attorno alle 150€, con il prezzo più basso toccato il 13 agosto a 128€.
Sony ULT Field 3 - Design e costruzione
A livello estetico l'ULT Field 3 non punta a stupire più di tanto. La forma è quella di un rettangolo compatto rivestito in tessuto tecnico rugged, con certificazione IP67 per resistenza ad acqua, polvere e urti. Progettato per affrontare ambienti esterni senza problemi, ma senza un design che catturi immediatamente lo sguardo, rispetto per esempio al JBL Charge 6, risulta leggermente più largo, alto e pesante, pur restando all’interno della categoria degli speaker portatili.
Le misure complete: 25,6 x 11,3 x 7,9 e peso 1,1 Kg. Dettaglio interessante la presenza di 2x ganci a scomparsa sotto a linguette in gomma lato superiore, a cui agganciare la tracolla inclusa in confezione, dotata di elementi metallici ben lavorati che rivelano attenzione costruttiva. Sotto la scocca troviamo un sistema a 2x vie: woofer affiancato da un tweeter, con radiatori passivi collocati alle estremità per migliorare la risposta in basso, soluzione simile a quella adottata da JBL.
Sony ULT Field 3 - Colorazioni e controlli
Quanto ai colori l'offerta è triplice: Black, Off White e Forest Grey. Lato superiore è stata collocata un'area gommata dove troviamo i pulsanti principali: accensione, Bluetooth pairing, volume +/-, play/pausa/risposta chiamate e il tasto più vistoso, ULT (aka Ultimate), erede spirituale del vecchio “Mega Bass” di Sony. Premendolo si attiva la spinta sui bassi. Protetto da uno sportellino in gomma, sul retro è presente una porta USB-C per la ricarica dello speaker e per alimentare altri dispositivi. In confezione è incluso il relativo cavo, ma non è previsto alcun ingresso per l’ascolto cablato.
Funzioni e connettività
Il Sony ULT Field 3 supporta Bluetooth multipoint, per collegare 2x dispositivi contemporaneamente, Codec SBC e AAC, ha 24 ore di autonomia dichiarata (10' minuti di ricarica aggiungono circa 2 ore), Modalità party per accoppiare una coppia di Field 3 in stereo o collegare fino a 100 speaker compatibili. Attraverso l’app Sony Sound Connect è inoltre possibile regolare un equalizzatore a 7x bande, scegliere se dare priorità alla qualità audio o alla stabilità della connessione, attivare il Sound Field Optimisation, che adatta l’equalizzazione in base al rumore ambientale. Il tipico accoppiamento allo smartphone è veloce e intuitivo, una volta identificata l'unità “ULT FIELD 3”. Si tratta ovviamente di operazione una tantum, dopodiché è sufficiente attivare l'alimentazione e si è subito pronti all'uso.
Qualità sonora: la prova d’ascolto
Fuori dalla scatola il Sony ULT Field 3 propone un suono spazioso, con buona separazione fra voci e strumenti. Sony dichiara che il dispositivo può essere utilizzato in triplice posizione: orizzontale, verticale oppure adagiato su un lato. Fintanto che ci si trova in un contesto rumoroso poco importa la collocazione, così come diventa sensibilmente diversa la percezione degli elementi che compongono il flusso sonoro in un ambiente più tranquillo come quello casalingo. In quest'ultimo caso la resa più equilibrata la si ottiene con posizione verticale, che lascia maggiormente respirare la gamma medio alta. A parità di volume, in orizzontale si percepisce maggiore opacità. Pratico il controllo del volume che resta possibile in doppia misura: tramite i tasti dell'ULT-3 ma anche tramite il dispositivo connesso, nel nostro caso lo smartphone, senza necessità di app dedicata.
Resta il consiglio di recuperare e installare l'app Sound Connect di Sony, che aggiunge divertimento e funzioni come l'equalizzatore a 7 bande. Per aumentare la presenza scenica sonora, soprattutto per i bassi è presente il tasto “ULT” presso la plancia comandi: premendolo un fastidioso quanto breve effetto tipo colpo su rullante di batteria ne annuncia l'attivazione, aggiungendo notevole corposità. La disattivazione è preannunciata da un meno irruente colpo di basso. Per inciso “ULT” si può accendere/spegnere via app, evitando i suddetti effetti.
Per ravvivare il party l'app aggiunge il potenziale della sezione “DJ Control” con effetti a piacimento tra “Robot”, “Drums”, “Scratch”, “Audience” (applausi), “Voice”, “Phaser”, “Reggaehorn”e “Rhythm”. “Isolator” attiva un'area all'interno della quale intervenire con alterazioni in tempo reale dell'equalizzazione. La funzione “Ottimizzazione campo sonoro” rileva il rumore attorno al diffusore, regolando automaticamente l'audio su una qualità ottimale.
L'ascolto del tipico materiale liquido MP3 a 128kbps è piacevole, voci distinte con un discreto livello di dettaglio e senza asprezze in gamma alta per rock/pop/fusion/jazz, benché nel corso d'uso aumenti la necessità di una sezione ritmica con maggiore incisività e ulteriore pienezza. La coerenza timbrica è quella che tende in parte a latitare, bassi potenti ma la percezione di un suono più slegato e inferiore definizione d'insieme.
La questione permane passando allo streaming radio, dove ULT aiuta il suono a uscire dall'anonimato, ma al tempo stesso accentuando le carenze di timing e precisione, facendo emergere a tratti un basso “gonfio” e non così articolato. In tal senso permangono margini di miglioramento. In ambito pop/dance e più nello specifico con la techno, dove è forte la tessitura di loop di sintetizzatori e pattern ritmici affidati a una o più drum machine, si ha la sensazione di un generale appiattimento e perdita di parte delle sfumature.
Sony ULT Field 3 - Considerazioni finali
Il Sony ULT Field 3 è uno speaker robusto, resistente e versatile, pensato per chi cerca un dispositivo tuttofare da usare in casa ma soprattutto all’aperto. L’elevata autonomia, la certifica IP67, la possibilità di collegare più unità in modalità party e il supporto Bluetooth multipoint lo rendono pratico e funzionale.
L’aspetto sonoro presenta nodi ancora da sciogliere del tutto: la resa è complessivamente piacevole ma non memorabile, in configurazione standard manca di corpo nei bassi, la modalità ULT aumenta l’impatto ma compromette l’equilibrio e la precisione. Inoltre la mancanza di un codec audio ad alta risoluzione come LDAC è un peccato a questi livelli.
Sony ha dimostrato in passato di saper eccellere nel settore audio, ma in questo caso il prodotto si rivela meno pronto a competere con i rivali diretti nella categoria. Chi cerca soprattutto potenza in gamma bassa potrebbe apprezzarlo, ma per un suono ulteriormente equilibrato e ricco di dettaglio le alternative non mancano.