E se l’unico difetto della stagione 2 di What If…? fosse il pessimo tempismo?

La seconda stagione di What If…? ha tutto quello che è mancato al genere cinecomics nel 2023: peccato venga travolta dal momento no dei supereroi.

di Elisa Giudici

Il 2023 complicato dei supereroi cinematografici - in crisi nera al botteghino e negli indici di gradimento degli spettatori - si chiude con una nota positiva: la seconda stagione della serie animata What If…? è davvero riuscita. Tanto di cappello (da Babbo Natale, s’intende) a Disney. Dopo un anno di mosse sbagliate, film Marvel insoddisfacenti e vicende giudiziarie che le hanno stravolto i piani, lo studio torna a convincere usando i suoi super Marvel e realizzatoci attorno un progetto davvero in linea con la voglia di visioni natalizie.

La seconda stagione di What If...? conta nove episodi da mezz’ora l’uno, in uscita in esclusiva streaming sulla piattaforma del Topo, uno al giorno. La serie animata a tema Marvel diventa così una sorta di calendario dell’avvento marveliano con cui scandire questi giorni di festa, fino alla fine di un 2023 nerissimo per i supereroi al cinema, regalando una nota dolce e positiva, un progetto riuscito di cui c'era un gran bisogno. Un’idea azzeccata e una seconda stagione molto solida dal punto di vista narrativo avrebbero meritato di più in termini di attezione del pubblio. Invece, duole ammetterlo, What If...? sta passando sostanzialmente inosservata, perché arriva con terribile tempismo sui nostri schermi.

What If...? è vittima incolpevole dei prodotti Marvel che l'hanno preceduta

Il ritorno di What If…? si scontra infatti con un nuovo picco d’insofferenza che il pubblico dimostra verso i supereroi, dopo 12 mesi progetti e film più o meno disastrosi che hanno fatto aumentare l’insofferenza verso l’intero genere. What If…? ne è la vittima incolpevole, il danno collaterale, l’ignaro passante che viene coinvolto in un incidente che non ha nemmeno causato. Eppure, a guardar bene dentro a questa versione svelta, animata, giocosa e molto nerd dei Vendicatori e soci, s’intravedere persino la via d’uscita che MCU e DCEU dovrebbero percorrere per ritrovare la fiducia e l’affetto del pubblico. 

La formula è quella della prima stagione: la voce narrante è quella di Uatu, l'Osservatore, che ci mostra versioni alternative e sorprendenti degli eventi principali dell'universo MCU. Ogni storia rivela un lato differente dei suoi protagonisti e al contempo ne conferma i l'essenza, i principi cardine (pregi e difetti) che lo rendono una costante in tutte le sue versioni del Multiverso, per quanto differenti. Nebula ha un senso dell'onore e della lealtà incrollabile, Stark e Pym senior sono padri che sanno di aver sbagliato con i loro figli, Angela Carter è una leader nata, in qualsiasi versione degli Stati Uniti veniamo catapultati.

Antologica e animata, What If...? non va scambiata per un prodotto da bambini, perché sa essere sottile e parlare agli adulti. L'unico requisito è avere un minimo di conoscenza base degli eventi MCU per poter fare il raffronto tra versione ufficiale e alternativa. 

La seconda stagione di What If…? supera la prima

La seconda stagione di What If…? dimostra in più punti di essere ancor più riuscita della prima, che era impegnata a prendere le misure del suo dialogo con il pubblico. Il suo ritorno è più agile, talvolta pungente e mette a segno un paio d'episodi davvero sfiziosi. Il suo risultato più importante è però come dimostri, per contrasto, cosa manca oggi nei due universi cinematografici-televisivi più prolifici e famosi in campo supereroistico: semplicità ed immediatezza. Con la sua formula “E se…”, con le sue versioni alternative della storia ufficiale, What If…? riesce a fare qualcosa che il pubblico chiede disperatamente e che le major non possono dargli: un ritorno alle origini, alla semplicità, alle storie che contengono sé stesse. 

Pensandoci un po’ su è incredibile constatare come Marvel e DC abbiano fatto lo stesso errore compiuto sul versante fumettistico nei decenni precedenti: farsi esplodere in mano un mondo narrativo appesantito dalle continue iniezioni steroidee di riferimenti, crossover, fiaccato dalla portata gargantuesca degli eventi e dei cattivi. Sul fronte fumettistico si è dovuto azzerare, ripartire dalle basi, cancellare quanto venuto prima. Sul fronte filmico, DC lo sta già facendo. Marvel quanto resisterà, imbrigliata in un universo narrativo in cui è impossibile fare un passo senza dover collegare, spiegare, connettere, ricordare cosa è successo e preparare il terreno a cosa succederà?

What If…? torna alle origini degli Avengers e del MCU

Ecco che poi arriva What If…?, che torna ai primi Avengers, che si concentra sui personaggi prima che diventassero appesantiti dalle narrazioni e da richieste extra-cinematografiche di espiare questo e rappresentare quello. La versione di Thor, “il ragazzo del tuono”, che appare nel secondo episodio "What If... Peter Quill Attacked Earth's Mightiest Heroes?” è di gran lunga la più entusiasmante vista negli ultimi anni. Il personaggio dimostra di poter ritrovare la sua epicità senza perdere l’umorismo, senza divenire macchietta e irrisione di sé stesso.

Non è un caso forse che gli sceneggiatori in questa seconda stagione insistano particolarmente sulle prime leve dell’universo Marvel, con la maggior parte degli episodi dedicati agli Avengers di prima generazione, con una bella iniezione di Guardiani della Galassia e con il ritorno di Stephen Strange, protagonista dell’episodio più memorabile della prima stagione. Gli sceneggiatori A. C. Bradley e Matthew Chauncey, che firmano insieme o in solitaria ma paggior parte degli episodi, tornano a concentrarsi sul supereroistico, ibridando meno il genere con altri filoni cinematografici (come invece avveniva nella prima stagione). La regia di Bryan Andrews fa lo stesso, regalandoci anche una serie animata che ricorda un po’ i grandi classici degli anni ‘90.