No Activity - Niente da segnalare: recensione della serie di Prime Video

Una parodia dei polizieschi all'italiana, con l'esasperazione dei cliché e un grande cast: ecco No Activity - Niente da segnalare, di Prime Video

di Chiara Poli

Arriva dal 18 gennaio su Prime Video e vanta un cast di grandi nomi. Non solo: appare evidente come tutti, sul set, si siano divertiti. E questo non fa che aumentare il nostro divertimento nel guardarli, magari in una parodia del loro personaggio più celebre.

No Activity - Niente da segnalare merita che i suoi 6 episodi siano visti con attenzione: sembra tutto prevedibile, in realtà lo è per la precisa volontà di prendere in giro i luoghi comuni del poliziesco.

Diretta da Valerio Vestoso, scritta da Laura Grimaldi, Paolo Piccirillo, Stefano Di Santi e Pietro Seghetti, la serie di Prime è un adattamento di No Activity, format australiano No Activity creato da Jungle Entertainment prodotto, fra gli altri, da Amazon MGM Studios.

Nel cast Luca Zingaretti, Carla Signoris, Rocco Papaleo, Alessandro Tiberi, Emanuela Fanelli, Fabio Balsamo, Edoardo Ferrario e tanti altri, inclusi Diego Abatantuono e Lorella Cuccarini.

La trama di No Activity - Niente da segnalare


Due agenti di polizia sono in appostamento nei pressi del porto: sanno che sta per arrivare un carico importante, che potrebbe consentire alle forze dell’ordine di scoprire un traffico e infliggere un grosso colpo al crimine organizzato.

Dal centralino della sala operativa, puntualmente, arriva la richiesta di un rapporto: qualcosa da segnalare? Ma no, non c’è proprio nulla da segnalare. Se non l’agente Achille Aiello (Alessandro Tiberi) che non ne può più di sentire Marcella Bella, passione del collega Marcello Manetti (Luca Zingaretti).

Nel frattempo, il criminale di lungo corso Toni Totaro (Rocco Papaleo) e il suo ammiratore, aspirante delinquente di grido Dario Diotallevi (Fabio Balsamo) passano il tempo nel deposito del porto, in attesa di proteggere il prezioso carico da ogni malintenzionato. Forze dell’ordine incluse.

Fra la sala operativa - con Katia (Carla Signoris) e la nuova arrivata Palmira (Emanuela Fallani), che spera di andarsene presto - la volante 12 e il deposito, assisteremo a situazioni divertenti, complicate da malintesi e goffaggine, fino a che, finalmente, ci sarà qualcosa da segnalare. Forse.

La recensione di No Activity - Niente da segnalare: una serie da vivere con leggerezza, fra una parodia e l’altra


A prima vista può sembrare banale. In realtà, tutto è costruito sui cliché del genere poliziesco (e non solo). Il gioco consiste nel prendere in giro i luoghi comuni delle serie TV, a cominciare dai personaggi.

Ci sono una sfilza di parodie riuscite grazie alla bravura degli interpreti, che sono bravi attori, o addirittura comici di professione. Il personaggio di Maccio Capatonda è, come prevedibile, il più marcato. La macchietta della situazione, incarnata da un comico che sa esattamente fin dove può spingersi, ci ricorda in cosa crede parte della gente che ci circonda. È un modo per cerare di sdrammatizzare un momento storico tutt’altro che felice.

Il cast, dicevo, è formato esclusivamente da bravi attori. Qui non vedrete una recitazione in stile “Gli occhi del cuore” di Boris, a meno che non sia voluta in una determinata situazione. Qui vedrete solo gente che sa recitare, che ha esperienza e che si è indubbiamente divertita. Rocco Papaleo coi capelli lunghi, Carla Signoris che gioca a fare la perfettina con una famiglia tutt’altro che perfetta, Edoardo Ferrario che di fatto esaspera il suo personaggio nel Gialappa’s Show con la svolta criminale… Ma sicuramente quello che si è divertito più di tutti è stato Luca Zingaretti. Un attore di grande valore, con una carriera invidiabile, che recita nel ruolo di un poliziotto maldestro, non brillante nemmeno per capacità deduttive e bravo solo a dare il tormento al suo collega, di cui vorrebbe disperatamente essere amico. L’esatto contrario del suo personaggio più celebre, il Commissario Montalbano. Si diverte, si vede e questo non fa che aumentare il grado di divertimento del pubblico.

In questo gioco degli eccessi, il capo della polizia che cade in ogni tipo di truffa - informatica o no - da cui la polizia mette in guardia i cittadini rappresenta la sublimazione della satira sociale alla base di No Activity - Niente da segnalare.

Le diverse situazioni - alla centrale, sulla volante, nel deposito al porto - rappresentano una serie di sketch con ritmi comici ben precisi, in cui tutto viene alternato per massimizzare l’effetto divertente delle situazioni senza naturalmente scivolare troppo nel demenziale, per non vanificare tutto. Perché dietro c’è del lavoro che in un film demenziale, volto principalmente a ridicolizzare situazioni comuni, di solito manca.

Il personaggio di Katia (Carla Signoris), per esempio, sul posto di lavoro si mostra maniaca del controllo perché nella vita privata non ha il controllo di nulla. Marcello Manetti (Luca Zingaretti) si rifugia nell’illusione di un’amicizia con il collega perché la moglie non vuole più avere nulla a che fare con lui e si sente solo.

L’aspirante criminale Dario Diotallevi (Fabio Balsamo) si finge esageratemente inetto per cogliere di sorpresa gli avversari, che lo ritengono tutto fuorché pericoloso commettendo un grave errore.

E ancora: l’agente Palmira “Perri” Piccoli (Emanuela Fanelli) con un problemino di gestione della rabbia e la collega che le infligge degli scherzi cattivissimi è la tipica brava persona un po’ in balia degli eventi. Ciò che racconta sull’ex fidanzato sembra assurdo, quando lo conosciamo (grazie a una grande guest star). Perri sembra una che s’inventa le cose, ma non è così. Sono gli altri ad approfittarsi di lei, che sicuramente non è “a bolla”, come si suol dire, ma non è certo cattiva. Del resto è una poliziotta, e ama il suo lavoro.

Ci sono tante piccole chicche - la psicologa che si lamenta di come chiunque le chieda consigli continuamente, il delinquente che si rivolge a un veterinario per non farsi arrestare in ospedale, l'aspirante criminale di grido che ruba a Sheldon Cooper in The Big Bang Theory il vizio di togliersi i capelli corti dalla fronte… - che rimettono in scena situazione viste e riviste, solo che stavolta non lo fanno in modo serio. Prendono in giro i cliché che rappresentano e lo fanno con leggerezza, così come noi siamo invitati a vivere con leggerezza quest’assenza di attività, con niente (di sensato) da segnalare durante più turni di polizia, cercando di mantenere la calma pur trovandoci nel cuore dell’azione. Fra una scena divertente e l’altra.