Accused - Sotto processo: l'antologia giudiziaria tra promesse mancate e mantenute

Arriva su Sky e NOW la serie che ci accompagna nelle aule di tribunale americane, mostrandoci il punto di vista dell'imputato e la sua versione della storia.

di Maurizio Encari

Una corte di giustizia americana. L'imputato entra in aula accompagnato dagli avvocati mentre i flash dei fotografi cercano di immortalare il momento perfetto. Lo spettatore non sa ancora quale crimine sia stato commesso e nemmeno le circostanze che hanno condotto l'accusato su quella sedia scottante. Ed è allora che si comincia il viaggio a ritroso per scoprire suddetti eventi, con il punto di vista di chi deve difendersi sviscerato dalla sceneggiatura, in una serie di flashback che ci accompagnano a scoprire la sua storia.

L'episodio d'apertura vede protagonista Michael Chiklis nei panni di un affermato neurochirurgo che scopre come il figlio adolescente sia prossimo a pianificare un attacco omicida tra i banchi di scuola. Il secondo ci presenta Ava, interpretata da Stephanie Nogueras, una donna sordomuta che ha fatto da madre surrogata per una coppia. Quando si scopre che la bambina nata è anch'essa affetta da sordità, la situazione prende una piega imprevista. Nel terzo il giovane Danny si convince che l'infermiera che si è presa cura della compianta madre, morta in seguito a una grave malattia, stia complottando per rovinare la sua famiglia. E così via, con ogni puntata che ci svela un diverso dramma dalle conseguenze penali più o meno gravi.

Accused - Chi è senza peccato?

La serie antologica Fox del 2023 creata da Howard Gordon (già autore di 24 e Homeland) e basata sulla serie BBC del 2010 firmata da Jimmy McGovern, sbarca ora su Sky e NOW, per una platea di spettatori oggi come non mai ossessionata dal genere true-crime. Ci troviamo davanti ad un'operazione ambiziosa, che si pone l'obiettivo di ribaltare la prospettiva dei classici legal drama: obiettivo va detto riuscito solo parzialmente, giacché non sempre il cambio di visuale riesce a offrire veramente quel senso di novità che si poteva prevedere.

Come vi abbiamo già introdotto, invece di seguire avvocati o investigatori alle prese con le indagini e con la risoluzione della verità processuale, ogni singolo tassello ci mette nei panni dell'accusato, chiedendo implicitamente a chi guarda cosa avrebbe fatto al suo posto. Una premessa sulla carta intrigante ma dall'esecuzione disomogenea, che oscilla tra episodi struggenti e verosimili e altri che cedono al ricattatorio, in un mix poi non così coeso.

Una sensazione già valutabile nei primi tre episodi, in maniera chiara e netta. Il primo rimane il più realistico, con il dramma di un padre incapace di gestire un figlio problematico, tra l'ombra del sospetto e pensieri delittuosi che rischiano di minare le fondamenta del nucleo familiare. Il secondo per quanto introduca tematiche sensibili e ci accompagni nella complessa realtà delle persone affette da sordità paga giù qualche forzatura strutturale, difetto che si esaspera ulteriormente nel successivo, con la figura di presunta villain affidata alla Rachel Bilson di The O.C., in un ruolo fin troppo le righe che cozza con l'assunto alla base e che trasforma in caricatura il tema della schizofrenia pur centrale nelle dinamiche del racconto.

Il tempo di decidere

Un fattore che impedisce di esplorare pienamente le vicissitudini e le emozioni dei vari personaggi è dato dalla durata media limitata, con quei quarantacinque minuti che appaiono fin troppo riassuntivi per introdursi con lucidità nelle zone grigie dell'animo umano, dando l'impressione di assistere ad una partita scacchi gestita dal destino in una corsa contro il tempo per chiudere il tutto entro il giungere dei titoli di coda.

Accuded - Sotto processo manifesta la volontà di affrontare dilemmi morali complessi ma non si concede lo spazio adeguato per farlo in maniera esaustiva, impedendoci di saperne di più su queste figure che così restano inevitabilmente soltanto in superficie. E in una serie dove la forza intrinseca vorrebbe connotarsi non tanto nell'esito del processo bensì piuttosto nell'esplorazione di temi complessi e nella rappresentazione del sistema di giustizia penale americano, la mancanza di un maggior approfondimento rischia di essere un'assenza grave, per quanto il solido cast di guest-star davanti e dietro la macchina da presa garantisca una messa in scena di tutto rispetto.