Skaramazuzu – Un Viaggio Intimista – Recensione PC

Scopri il misterioso viaggio di Zuzu nel cuore dell'aldilà, tra enigmi, creature eccentriche e narrazione coinvolgente

di Simone Rampazzi

Esistono giochi che difficilmente riescono ad essere definiti tali. Non stiamo parlando delle meccaniche di gioco, un elemento che abbiamo visto evolvere nel corso degli anni grazie all’avvento dei walking simulator (ovvero quei giochi pensati per vivere una storia piuttosto che dimostrare le proprie abilità), e che piano piano ha preso sempre più piede anche nel mercato indie, dove le ristrettezze legate al budget “costringono” gli sviluppatori a concentrarsi di più sulla creazione di storie coinvolgenti e ambientazioni suggestive piuttosto che su complessi sistemi di gioco.

Pensando proprio alla narrazione, i primi titoli che ci vengono in mente possono essere Limbo o Inside, finanche Little Nightmares o il più recente Brothers: A Tale of Two Sons (recente poiché rievocato grazie al remake). Se ben ricordate, questi prodotti rievocavano sensazioni contrastanti durante il gioco, sensazioni legate maggiormente allo spettacolo mostrato sullo schermo, piuttosto che all’abilità dimostrata dal giocatore aldilà del video.

Skaramazuzu si muove sulla stessa lunghezza d'onda, evidenziando come l'attenzione alla narrazione diventi il fulcro principale, a discapito di altre dinamiche che verranno esaminate prossimamente. Questo approccio dimostra che concentrarsi sulla trama è non solo necessario, ma anche sufficiente per ottenere un risultato appagante sotto molti punti di vista.


Skaramazuzu – Anime Perse nel Vuoto 

In questa particolare "strana" fiaba ambientata nell'aldilà, il protagonista, Zuzu, rappresenta un'anima perduta nel Vuoto. Viene evocato da un Maestro che lo guida in un viaggio alla scoperta delle sue origini.

Durante questo viaggio, Zuzu non si troverà di fronte a vere e proprie insidie, ma dovrà invece interagire e soddisfare le richieste degli strani abitanti di questo mondo. Nel frattempo, cercherà di trovare quattro chiavi che apriranno la porta contenente tutte le risposte alle domande che questa piccola anima innocente si pone dall’inizio della propria avventura.

Non conosciamo ancora il motivo per cui Zuzu si trovi in questo strano mondo, ma lo scopo del gioco, sviluppato da Adam Oikonomopoulos insieme a Iphigames e Bleeding Moon Studio, è proprio quello di farci scoprire le risposte nel corso di appena tre ore. In questo breve lasso di tempo, avremo l'opportunità di conoscere le strane creature che popolano questo mondo desolato e assurdo.

I personaggi non sono chiamati "fiere" a caso: la loro figura, simile a quella di cervi antropomorfi, caratterizza questo mondo. Essi trascorrono il loro tempo in attività apparentemente inutili, quasi a trastullarsi. L'arrivo del nostro alter ego digitale disturba questa quiete innaturale, poiché pone domande con avida curiosità. Tuttavia, per ottenere le risposte, è sempre necessario completare un compito, seguendo il classico schema di dare e avere presente in prodotti simili, specialmente quelli dedicati al tema dell'aldilà.


Skaramazuzu – Più Narrazione, Meno Gameplay

Messo da parte l'aspetto narrativo, il gameplay di Skaramazuzu è semplice e diretto, pensato principalmente per offrire puro intrattenimento

Zuzu si muove all'interno di un mondo bidimensionale e monocromatico, caratterizzato da un design semplice e privo di effetti particellari iperrealistici. Le meccaniche di gioco sono dirette e basilari, seguendo lo schema classico di un'avventura grafica: ci si sposta dal punto A al punto B, cercando di soddisfare i desideri degli abitanti del Vuoto per ottenere le chiavi necessarie al compimento delle missioni assegnate dal Maestro.

Ogni abitante del Vuoto ci propone un compito relativamente semplice, spesso finalizzato a soddisfare un bisogno apparentemente futile ma rilevante per lo sviluppo della trama

Ad esempio, Dragon, un simpatico cane che si identifica come un drago, desidera il fuoco per realizzare il suo sogno. Tuttavia, per accontentare Dragon, Zuzu dovrà prima soddisfare Pyro, un guardiano della fiamma che non può separarsi da essa a causa della sua natura intrinseca.

 Nel gioco, il giocatore si troverà ad affrontare una serie di attività simili a questa, inserite in una lunga sequenza di puzzle studiati appositamente per non risultare troppo intimidatori (forse solo l'apertura delle porte richiederà un po' di ricordo e di andata e ritorno, ma niente di più).

Nonostante il gioco non offra un tutorial o istruzioni chiare su come procedere, basta tenere gli occhi ben aperti e leggere attentamente gli indizi per trovare la risposta agli enigmi presentati. Gli unici due menu disponibili saranno quello dedicato agli abitanti del Vuoto, completo di uno storico delle necessità, e quello dell'inventario, situato nella parte superiore dello schermo.


Sul fronte tecnico, c'è davvero poco altro da aggiungere. La produzione è stata sicuramente realizzata con risorse limitate, il che spiega la totale assenza di doppiaggio. Al suo posto, sono stati utilizzati una serie di fonemi come suoni bisbigliati o simili, un elemento di caratterizzazione interessante, ma che finisce per rendere l’offerta su quel fronte piuttosto piatta (e lo stesso avviene con la colonna sonora).