Recensione eFootball PES 2020

La prima parte della nostra recensione

di Fabio Fundoni

PES 2020 anzi, eFootball PES 2020, sta arrivando nei negozi proprio in queste ore e visto che proprio non potevamo frenare la nostra impazienza, ci siamo messi al lavoro con un po' di anticipo per poter toccare con mano il prima possibile il nuovo calcio Konami. Ovviamente i server di gioco sono attualmente ben chiusi, motivo per cui ci siamo dedicati a testare tutto quello che l'offline ha potuto offrirci, il tutto con un chiaro obiettivo: cercare di carpire tutti i segreti del gameplay messo in campo dal team di sviluppo. Insomma, una prima occhiata a uno degli elementi più importanti del gioco, sempre tenendo conto che, come dice il nuovo suffisso di PES, l'online sarà un elemento focale per il gioco. Nei mesi passati le notizie legate al titolo hanno smosso non poco la stampa del settore, tra nuove licenze e partnership ufficiali, tra cui spicca l'accordo in esclusiva con diverse tra le compagini più prestigiose al mondo, con la Juventus decisamente in prima fila. Non mancheranno poi accordi capaci di fare felice ogni tifoso, come quello con la Lega italiana di Serie B e quello per portare Euro 2020 nelle nostre case grazie a un DLC completamente gratuito. 


Insomma, appare subito chiaro che Konami non si sia risparmiata per dare vita a un titolo che punta davvero al top. Inutile dire che però, senza una solida base creata dal gameplay, qualsiasi contenuto rischia di diventare vuoto. D'altro canto il precedente capitolo (ancora giocatissimo) era stato capace di entusiasmare, motivo per cui l'attesa per mettere la nostre mani su PES era davvero tanta. Il risultato del nostro primo incontro con la versione definitiva del gioco? Non vogliamo girarci troppo intorno, ma ci siamo ritrovati tra le mani un gameplay assolutamente solido ed entusiasmante. In una sola parola: fisicità. Tutto ruota intorno al fisico dei nostri giocatori e questo dovrà essere il nostro pensiero fisso durante ogni partita. Si, il pallone è estremamente realistico e ci ha dato le stesse sensazioni di una partita vera, ma quello che ci ha colpito maggiormente è la realizzazione ai limiti dell’ossessivo della fisica del corpo dei calciatori. 

Partiamo dal fatto che rispetto all’episodio precedente si nota chiaramente, sia pad alla mano, sia visivamente, una miglioria della fluidità dei movimenti. Potrà sembrarvi una stupidata, ma ci metto una nota di colore: la mia fidanzata, abituata a vedermi giocare spessissimo a PES, entrando in salotto senza sapere che avevo per le mano il nuovo episodio, guardando la tv ha commentato “ma si muovono meglio del solito, lo hanno aggiornato?”. Se lo ha notato una non addetta ai lavori, pensate l’effetto che farà sui giocatori incalliti. In tutto questo, però, torna la fisica di cui parlavamo prima. Alla base c’è un parziale rallentamento delle azioni, un po’ meno frenetiche e più ragionate. A un livello superiore troviamo il calciatore singolo, la cui conformazione corporea e le sue qualità vanno a creare un impatto unico su campo e pallone. Ancora una volta PES riesce a ricreare fedelmente le fattezze di ogni singolo atleta in campo, con relativi riscontri prestazionali. Più che in passato il giocatore agile e veloce ci fa sentire tra le mani le differenze rispetto alla torre alta e massiccia. A quanto visto fino ad oggi, però, la nuova impostazione del gameplay, mitiga gli scompensi che ne potrebbero nascere. Scordatevi di prendere il Babangida di turno e sgroppare indisturbati sulla fascia forti di una velocità elevata. La gestione tattica rende tutto più complicato ed elaborato.


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Ogni qualità serve a qualcosa. Un campione veloce può si, scappare in contropiede, ma un set di difensori di livello mondiale, avranno sempre le proprie armi per contrastarlo. Un passaggio filtrante arrivato al momento giusto sa essere devastante, ma la gestione oculata di fuorigioco e diagonali difensive sono mosse altrettanto micidiali. Inutile dire che, però, ogni cosa deve essere padroneggiata e studiata, per essere davvero efficace. Prendiamo, ad esempio le mosse speciali come rabone, doppi passi e via dicendo. L’utilizzo di entrambe le leve analogiche rende queste abilità estremamente complicate da eseguire, soprattutto perché costringono il nostro pollice destro a stare lontano dai pulsanti quella frazione di secondo che un buon difensore sa usare per cercare di mettere la classica toppa della situazione. Inutile dire che gli utenti più rapidi col pad avranno sempre una marcia in più, ma quanto visto e provato ci ha mostrato che anche il giocatore un po’ più lento, ma capace di studiare le giuste tattiche, potrà farsi valere. 

Notevolissimo, poi, l’impatto della posizione del corpo rispetto al pallone nella resa delle azioni. Un buon tiro, un colpo di testa efficace e anche un passaggio millimetrico, non potranno prescindere da come saremo messi al momento di impattare la sfera. Ancora più che in PES 2019, in questo nuovo capitolo cercare di colpire la palla senza che il nostro giocatore abbia il giusto equilibrio, porterà a risultati estremamente deludenti, anche se a calciare saranno campioni di fama mondiale. Esempio pratico: mi sono ritrovato a cercare un colpo al volo usando Messi, senza considerare che l’argentino si trovava rivolto più verso la linea laterale che rispetto alla porta.

Il risultato è stato risibile, nonostante le qualità della Pulce, con tanto di Di Maria che, smarcato in mezzo all’area avversaria, mi ha indirizzato alcuni gesti di stizza per farmi capire che sarebbe stato molto più intelligente non tirare e pensare a servirlo. Fate i debiti conti: il giocatore vincente saprà gestire al meglio questo elemento. Molto meglio fare da sponda verso gli uomini di centrocampo, piuttosto che intestardirsi e tirare a tutti i costi spalle alla porta, una tipologia di gioco con cui il mitico Christian Vieri fece la fortuna nel 1996/1997 della Juventus di Marcello Lippi (nota per i giocatori di una certa età, come me). Contorno a completare il banchetto, le condizioni atmosferiche. Come sempre il team di sviluppo ha tenuto ampiamente conto delle differenze tra campo bagnato, asciutto o innevato e le relative ripercussioni sullo stile di gioco.

Che altro dire? Tutorial. Dedicatevi al tutorial. Imparate a muovervi. Fate pratica con le novità e con le migliorie sviluppate da Konami perché, a quanto visto sino a ora, ne varrà davvero la pena. Noi ci rivediamo su queste pagine, appena avremo avuto occasione di giocare per abbastanza tempo con l’online. Per ora ci siamo dilettati con le classiche partite, coi campionati, con Diventa un Mito (modalità di gioco dove si impersona un unico giocatore) e la Master League, il tutto con sommo divertimento. Sintonizzatevi nuovamente su GameSurf, per sapere se eFootball PES 2020 sarà riuscito a vincere il premio più ambito. Come? Il comparto tecnico? Ve lo diciamo già: grafica e sonoro al top. Anche riguardo a questo, però, ci si rivede in fase di recensione finale!