Raiden III x Mikado Maniax, un classico vintage per palati poco delicati – Recensione Switch

Recensione della rivisitazione del terzo capitolo di Raiden, shmup d’annata firmato MOSS e NIS America

di Jacopo Retrosi

Dopo Raiden IV, anche Raiden III riceve il trattamento Mikado Maniax. Il terzo capitolo della storica saga di sparatutto a scorrimento verticale, uscito originariamente su cabinati arcade e PS2 nel 2005, arriva sulle piattaforme di ultima generazione con nuove modalità e una rinnovata colonna sonora per mano di MOSS e NIS America. Il debutto di Raiden III x Mikado Maniax nei negozi nostrani è previsto il 6 giugno 2023 su PC, Nintendo Switch, PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X|S. Il tempo sarà stato cordiale con questo classico del genere shmup?


Azione dura e pura

Tra i cultori del genere, Raiden è noto per una formula di gioco essenziale, l’ABC dello shoot’em up, senza meccaniche esotiche o “gimmick” a vivacizzare l’esperienza; si spara, si schiva e occasionalmente si pulisce lo schermo con una bomba, e Raiden III non è da meno. 

Il titolo cavalca la sottile linea tra sparatutto a scorrimento tradizionale e bullet hell, prima ancora che il termine venisse coniato. Ciò si traduce in una discreta varietà di schemi di fuoco, tra colpi rapidi indirizzati al giocatore per farlo fuori, gruppi di proiettili sparati alla rinfusa, che “collaborano” con altri a formare letali ragnatele in cui destreggiarsi, fino a valanghe di pallettoni colorati che fanno puro terrorismo psicologico, riempiendo lo schermo o virando all'ultimo di proposito per provocare attacchi di panico. 

Memorizzando i pattern ci si rende conto che il più delle volte basta scartare leggermente di lato (o non spostarsi affatto) per evitare la stragrande maggioranza degli attacchi in arrivo, ma occorrono una buona coordinazione occhio-mano e riflessi fulminei per restare al passo con il tasso di sfida, che scala con ritmi drammatici, soprattutto negli ultimi 2 livelli.


Un aiutino, per favore?

Per fortuna si può personalizzare l’esperienza di gioco con una serie di accorgimenti che consentono di avvicinarsi al titolo con moderazione e fare pratica senza perdere la bussola, con ben 7 livelli di difficoltà, la possibilità di modificare il numero di vite e bombe a disposizione, ed esporre le hitbox di ogni elemento a schermo. 

Completata una prima volta la campagna principale si sbloccano inoltre le modalità Score Attack e Boss Rush, per riprovare i singoli livelli oppure affrontare gli enormi boss di fine area in sequenza. Si possono giocare poi le varie modalità in compagnia di un secondo giocatore in Double Play, o addirittura comandare due navicelle contemporaneamente in Dual Play con un solo pad, ma si fa fatica a salvaguardarne una, fare lo stesso per un’altra (vite e bombe, per di più, sono pure condivise) è un attimo proibitivo.  

La scelta nell’arsenale è limitata a una singola nave, con la possibilità di scegliere e intercambiare tra 3 armi primarie e 3 secondarie (missili diretti, a ricerca totale o parziale) raccogliendo i power-up che svolazzano in giro per gli scenari. Poca varietà, ma più che sufficiente per avere la meglio in tutte le circostanze; personalmente consiglio la fucilata ad ampio raggio per l’attraversamento dei livelli e il “laserone” diretto per disintegrare i boss. Il “dentifricio” verde invece... tenderei a evitarlo; l’idea di avere un’arma perforante che muta traiettoria insieme ai movimenti della nave è intrigante, ma pecca di potenza e incrementa il rischio di farsi impallinare mentre si prova a cambiare angolazione.


Ma 'sto Mikado?

Raiden III è uno shmup competente, oggi come allora, piuttosto difficile per la media del genere (con setup “di fabbrica” s’intende), ma si lascia apprezzare grazie ai ritmi di gioco sempre sostenuti e ad una curva di apprendimento sì ripida, ma di quelle che appassionano. Ho giusto due remore nei confronti del titolo MOSS: la prima è una navicella fin troppo lenta, soprattutto rispetto ai colpi che gli arrivano addosso; sembra di volare nella melassa. Una qualche sorta di “Turbo Mode” per questa riedizione sarebbe stata cosa gradita. La seconda è la leggibilità dello schermo, non sempre cristallina: i proiettili base dei nemici sono piccoli e gialli, e tante volte non si vedono, o perché offuscati dalle proprie raffiche, o perché non c’è abbastanza contrasto con lo sfondo; non è raro essere abbattuti per via di un pallino spuntato fuori dal nulla, e la scarsa velocità di movimento non aiuta a reagire in tempo. Ci si fa il callo, ma i primi round non sono un bel vedere.

Uno dei punti di forza della Mikado Remix è la rinnovata colonna sonora, che include numerosi brani da altrettanti artisti, prodotti da Game Center Mikado. Accumulando punti si sbloccano progressivamente nuove tracce, che possono essere rimpiazzate nell’ordine che si preferisce alle originali dei 7 livelli di gioco, e la qualità è eccellente, tra remix e pezzi originali, dall’elettronica al metal, una gioia per le orecchie. Si fa un po' fatica a goderne appieno mentre si è impegnati a salvare la pelle nel mezzo del fuoco incrociato, ma è parte del divertimento.