Ninja Gaiden 4: uno shuriken al cerchio e uno alla botte

La saga orfana di Tomonobu Itagaki torna con un nuovo protagonista

di Claudio Magistrelli

Tredici anni: tanto è passato dall’ultimo capitolo della saga principale di Ninja Gaiden. Uno iato non così infrequente nel settore, ma che racconta comunque molto delle difficoltà attraversate dalla serie, creata nella sua forma attuale dal recentemente scomparso  Tomonobu Itagaki, alla cui immaginazione si deve anche la nascita della serie Dead or Alive. Dopo lo scarso entusiasmo raccolto tra o fan per il precedente Ninja Gaiden 3, quanto pare è stata la stessa Microsoft a bussare alle porte del Team Ninja per proporre il supporto a un nuovo capitolo della saga, giunto infine su console e PC, ma anche all’interno del catalogo Gamepass, dettaglio che come vedremo si rivelerà molto importante. 

La trama di Ninja Gaiden 4

Il passare del tempo lascia sempre i suoi segni e il primo, evidente solco rispetto ai precedenti capitoli della saga è il cambio di protagonista: niente più Ryu Hayabusa (tranquilli, avrete comunque occasione di passare del tempo di qualità con lui), ma Yakumo, membro del Clan del Corvo, alleato degli Hayabusa, ma comunque intenzionato ad agire in solitaria per salvare Tokyo, il Giappone e il mondo intero dall’incubo in cui sono precipitati. Benché infatti il Drago Nero sia stato sconfitto e bloccato da quattro sigilli mistici, il suo velenoso influsso ancora infesta la città, sotto forma di un’interminabile pioggia di sangue che colpisce senza tregua la tetra metropoli nipponica. 

Ma se quella dei sigilli non fosse stata l’unica soluzione, o meglio, la soluzione giusta per liberare per sempre il mondo dall’influenza nefasta del Drago Nero? E se la Sacerdotessa avesse ragione? Se davvero l’unico modo per estinguere il Drago Nero da questo piano dell’esistenza fosse infrangere i sigilli che lo immobilizzano e purificarlo, secondo un antico rituale, liberando per sempre il mondo dal suo influsso? Con una mossa completamente fuori programma, Yakumo cambia completamente il fine e la portata della sua missione, disposto a rischiare tutto una volta per tutte per liberare Tokyo da una maledizione che letteralmente gocciola costantemente un freddo promemoria di sciagura sulla città. Ma come la prenderanno gli altri Clan? E, soprattutto, la Sacerdotessa dice il vero, o ha un fine nascosto che Yakumo ignora?

Il combat system di Ninja Gaiden 4

Al di là dei motivi che porteranno Yakumo a maciullare un’infinità di ninja rivali e demoni, quel che importa storicamente in Ninja Gaiden è il come. E abbastanza ovviamente, il cambio di protagonista impone anche un’evoluzione del sistema di combattimento. La caratteristica principale di Yakumo è quella di cambiare forma alle armi che impugna, tramutandone tanto la funzione quanto la portata sterminatrice. Accedendo alla Forma Corvo di Sangue, legata a una barra che consuma sangue del protagonista stesso, Yakumo può mutare le lame nelle sue mani in strumenti decisamente più imponenti e letali, capaci di penetrare nelle difese di quasi ogni nemico, ma più lenti rispetto alla loro forma ordinaria. La prima coppia di spade ad esempio può diventare nella Forma Corvo di Sangue un lungo spadone, la cui portata ridefinisce l’approccio strategico alla scontro, mentre il successivo stiletto guadagna una punta a trivella rotante il cui effetto sui corpi dei nemici è facilmente immaginabile. 


Ulteriore novità rispetto al passato giunge dalla geografia delle arene in cui si svolgono gli scontri, sempre molto affollati, in cui per la prima volta sono presenti postazioni sopraelevate che aggiungono un livello di verticalità all’azione, costringendo il nostro protagonista a difendersi anche dalla pioggia di proiettili e missili che giungono dai rialzi occupati dai nemici. Nonostante l’enorme quantità di oggetti in movimento, l’indicatore tondo al centro dello schermo rende sempre chiara la direzione da cui stia arrivando una minaccia: meno semplice invece è riuscire a neutralizzarla col giusto tempismo Ma di questo parliamo tra poco, Per completare la panoramica sul sistema di controllo, infatti, dobbiamo citare anche le immancabili combo e tecniche segrete (che si apprendono spendendo Ninja Coin, valuta di cui avrete ben presto le tasche piene), la parata che se seguita con tempismo vi porta alle spalle del nemico e i contrattacchi, decisamente potenti e letali in questa quarta incarnazione di Ninja Gaiden.

La difficoltà e le difficoltà di Ninja Gaiden 4

Ricollegandoci a quanto detto in apertura, Ninja Gaiden 4 arriva parecchi anni dopo il precedente capitolo, che all'epoca fu travolto da un’accoglienza decisamente poco entusiasta, e uno spin-off che non ha saputo riaccendere la fiamma negli appassionati. Ma quanti sono davvero questi appassionati? Si tratta di una domanda lecita nel momento in cui Ninja Gaiden appartiene a un genere che nel tempo ha estremizzato le proprie caratteristiche fino a trasformarle in un cancello all’ingresso capace di tenere fuori la maggioranza dei giocatori. Ha senso inseguire la massa, abbassando la difficoltà complessiva, se poi il risultato è un fallimento come Ninja Gaiden 3?


Con queste idee in testa, il Team Ninja si è trovato a collaborare per la realizzazione di Ninja Gaiden 4 con Platinum, lo studio che ha fato al mondo alcuni capisaldi dello stylish action come MadWorld, Vanquish e - soprattutto - Bayonetta. Rispetto al passato, tuttavia, il team allargato si è trovato a fare i conti con una variabile non presente nelle equazioni precedenti: il Gamepass. Per alcuni fonte di tutti i problemi dell’industria, la piattaforma di sottoscrizione di Microsoft potrebbe invece aver giocato un ruolo positivo in questo frangete, garantendo a Ninja Gaiden la possibilità di esistere e di rivolgersi alla nicchia di giocatori a cui è naturalmente destinato, a patto di qualche concessione verso una fascia di utenti più ampia.

Quello trovato da Team Nija e Platinum è un equilibrio precario che tuttavia funziona poggiando su due pilastri: una porta di accesso per tutti e un livello di difficoltà che parte medio/alto per poi offrire la possibilità di alzare l'asticella ogni volta che si conclude l'avventura. Da un lato dunque abbiamo il livello Eroe, che automatizza la parata (vero fulcro del gioco) concedendo un po’ a tutti di approcciare Ninja Gaiden 4 e arrivare alla fine (anche chi lo dovesse scaricare senza sapere niente incrociandolo tra le proposte del Pass). Dall’altro, già a Normale l’impegno e la precisione richiesti aumentano parecchio nei primissimi minuti di gioco, mentre ci vengono spiegate a video mosse e tecniche, per arrivare a stabilizzarsi nei pressi del primo boss e dei folti gruppi di nemici che lo precedono: da qui in poi è necessario padroneggiare ogni strumento a disposizione per procedere e il gioco lo mette bene in chiaro. 

E se non si è ancora pronti? Si può accedere alle stanze di allenamento evocando Tyran ogni volta che si incrocia un corvo, oppure passare al Livello Eroe: la sostanziale immunità garantita da questa modalità consente infatti di studiare senza contraccolpi i tempi e le azioni messe in scena in automatico dalla CPU, assorbendoli fino a farli propri. Certo non vi convertirà in ninja nel giro di qualche minuto, ma rappresenta davvero una soluzione comoda tanto per consentire a tutti di proseguire (magari superando uno scontro su cui ci si è incagliati), ma anche per progredire e migliorare nel complesso. Meno entusiasti saranno i puristi, visto che il livello Normale di difficoltà è complicato per il giocatore occasionale, ma probabilmente alla portata dei veterani della serie, che troveranno pane per i propri denti probabilmente nelle run successive. 

Un compromesso pienamente comprensibile quello di Ninja Gaiden 4, che prova a trovare una quadra in un genere che non può rivolgersi unicamente ai pochi eletti in grado di contare i frame delle mosse (meccanica così importante per raggiungere l’eccellenza da essere sostanzialmente spiegata nei vari tutorial, seppur contestualizzata nel combattimento tra ninja). Il miglioramento in questo senso  rispetto a Ninja Gaiden 3 è comunque sensibile, tuttavia la necessità di rigiocare più volte l'avventura per aumentare il livello di sfida deve tenere conto di un level design piuttosto ordinario e piatto, che si soffre alla lunga già in una singola run, dal momento che le sezioni finale prevedono un inesorabile backtracking, seppure addolcito con del fan service. Nel caso, meglio affidarsi ai frenetici stimoli visuali prodotti dall’esaltante raffigurazione del combattimento messa a video da Ninja Gaiden 4, un tripudio di colpi, parate, lame che sibilano, fiotti di sangue e smembramenti che compongono un violento ed esaltante condensato di azione.