Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1: recensione di una serie che avrebbe meritato maggiore dignità

Metal Gear Solid: Master Collection Vol. 1 raccolta dei giochi ultra-noti di Konami con protagonista Solid Snake

di Simone Marcocchi

Hideo Kojima si ama o si odia.

Questo director arci-conosciuto soprattutto per i capitoli su Metal Gear Solid, amante del cinema e dalla ferrea volontà di stupire il proprio pubblico – anche a costo che lo stupore non sia sempre in senso positivo – non ha lasciato Konami senza strascichi e per un periodo la software house giapponese era quasi stata pronta a cancellare il suo nome da qualsiasi prodotto avesse seguito.

Ora, nonostante Konami per sua stessa ammissione avrebbe voluto dedicarsi unicamente ai pachinko e mollare il mondo videoludico, ha scelto comunque di riaffacciarsi all’etereo universo di pixel e fantasia con produzioni di qualità altalenante, ma è chiaro che ormai lo sforzo per le proprie IP è pari all’entusiasmo del povero Hideo di tornare all’azienda che ha visto i natali di Solid Snake. La serie di Castlevania ha vissuto tra le peggiori conversioni-porting di capolavori che valgano nel mercatino dell’usato quattro volte il valore iniziale e nel caso di questa collection la cura non è stata maggiore, anzi.

SNAKE! SNAAAAAAAAAKE…

Metal Gear Solid su PS1 ha sventrato letteralmente il mercato del 1998, dimostrando, insieme a Resident Evil 2, che la console di Sony poteva dare ancora tantissimo ai suoi giocatori e chi, come me e tanti altri, abbiamo ancora l enostre preziosissime copie di queste versioni le teniamo come oro. Peccato che Konami abbiamo scelto di non fare alcun remake a riguardo – anche se c’erano voci nell’aria –, ma soprattutto non ha nemmeno preso in considerazione di valutare Twin Snakes una specie di remake ante-litteram già pronto per Gamecube che poteva essere sfruttato (e magari migliorato) per arrivare sul mercato moderno. Invece no, il primo dei tre giochi inclusi è l’originale versione PSX, scomodissima con i comandi, anche volendo rimapparli, ma senza un briciolo di lavoro da parte del team di creare qualcosa per ottimizzare l’esperienza, oltre ad essere stata conficcata in un riquadro con dei bordi.

Le versioni 8-bit funzionano per quello che sono state e aiutano il completismo di un’opera che dal punto di vista contenutistico è certamente completa, così come per capitoli VR del primo o tutta una serie di aspetti a latere come materiale bonus da sfogliare o i brani, pazzeschi ancora oggi, che si possono ascoltare a parte.

MGS 1 e 2 hanno un briciolo di dignità in più, funzionano discretamente su schermo, anche se non ha alcuni miglioramenti che gli stessi emulatori degli originali riescono a dare, ma sono semplicemente con una indecorosa risoluzione a 720p spalmando i pixel sullo schermo, per quanto siano ancora tutto sommato gradevoli da vedere e maggiormente divertenti da fare, soprattutto per le curiose scelte fatte al tempo per migliorarne sempre di più il gameplay, capitolo dopo capitolo. 

L'audio in generale è stato trasportato decentemente e sono presenti le tracce e il parlato delle serie del tempo. Per quanto universalmente sia da considerare il doppiaggio italiano come pessimo io al tempo, ma ero giovane, non lo trovai così grossolano, ma d'altra parte la controparte inglese è dieci spanne sopra.

Personalmente, ma questo è il mio punto di vista da mini-collezionista, cercate di recuperare gli originali sulle piattaforme originali e goderveli per come sono stati immaginati all’epoca, se questa cosa non è possibile e sentite l’esigenza di avere le vostre copie di questi mostri sacri, tappatevi il naso e procedete all’acquisto, al netto del fatto che tecnicamente rimarrete seriamente delusi e dovrete gettare il vostro cuore molto oltre l’ostacolo, molto, moltissimo!