Mafia 2

di Andrea Bruni
Otto anni e sembra ieri. Se Mafia 2 si presenta come uno dei titoli più "caldi" di questo 2010, una fetta decisiva di merito spetta indubbiamente alla magia del predecessore, saldamente impostosi nella cerchia dei capolavori senza tempo del videogame, quei titoli capaci di lasciare un'impronta indelebile ai propri giocatori. Mafia infatti fu una delle più belle sorprese del 2002 videoludico, e questo ben oltre il gameplay squisito e la realizzazione tecnica ai tempi sbalorditiva che la creazione di Illusion Softworks poteva vantare. L'action game del team ceco infatti era qualcosa di più che un semplice free roaming a base di don e picciotti, di offerte impossibili da rifiutare e affari di famiglia risolti a colpi di Tommy-Gun; Mafia aveva un'anima.

Le strade di Lost Heaven infatti sono state testimoni di una delle epopee più emozionanti a misura di mouse o gamepad, raccontata attraverso la parabola criminale di Tommy Angelo all'interno della malavita organizzata, nel contesto di un gioco maturo, narrativamente eccelso ed emotivamente coinvolgente, che -accettiamo scommesse- ha fatto breccia attraverso la scorza dura di più di un incallito gamer e ha provocato non poche lacrimucce. Una brutta gatta da pelare, insomma, per i ragazzi di Illusion (che nel frattempo é stata acquisita da Take-Two e rinominata in 2K Czech), costretti a confrontarsi con un precedente pesantissimo e con aspettative di proporzioni ciclopiche, per cui i fan difficilmente si acconteneranno di un onesto "more of the same".



Difatti Mafia 2 vuole evitare fin da subito l'effetto "minestra riscaldata", ripartendo praticamente da zero rispetto al primo capitolo: cambia la location, che dalla soleggiata Lost Heaven trasloca verso la metropoli di Empire Bay, di chiare newyorkiane reminescenze; cambiano i tempi con un balzo in avanti che, dall'epoca del Proibizionismo in cui abbiamo accompagnato la carriera di Tommy Angelo, ci porta a cavallo tra la Seconda Guerra Mondiale e gli anni Cinquanta. Non cambia invece la base su cui é sviluppata la trama, che segue il cammino del protagonista da outcast a rispettato e temuto gangster, con tutte le vicissitudini intermedie e le conseguenze del caso. Le vicende narrate in Mafia 2 ruotano attorno a Vittorio Scaletta, giovane siciliano la cui famiglia, come tanti conterranei é emigrata negli States in cerca di un futuro migliore, per poi scontrarsi con una realtà fatta di miseria e stenti.

Vito cresce in questo contesto deprimente e finisce per diventare un teppistello, con all'attivo svariati furti e atti di vandalismo in compagnia dell'inseparabile amico Joe, almeno fino a quando un colpo mal riuscito costa al nostro "eroe" l'arresto e il reclutamento nell'esercito pur di evitare la gattabuia. Vito prende parte allo sbarco Alleato in Sicilia, dove avrà modo di vedere con occhio il potere della mafia. Tornato dal fronte, il giovane italoamericano rincontra Joe, che nel frattempo, da bulletto di quartiere ha compiuto il "salto di qualità" e ha tutta l'intenzione di introdurre ai propri "business" l'amico di lunga data. Dal canto suo, Vito si trova alle prese con un ritorno a casa costellato di brutte sorprese: suo padre é morto e il resto della famiglia é finita nella morsa di uno strozzino. Inutile dire che i suoi propositi di aiutare a saldare il debito lavorando onestamente avranno vita breve...

Narrato in prima persona dal personaggio principale attraverso una serie di flashback, il plot di Mafia 2 si presenta articolato, pieno zeppo di colpi di scena e straordinariamente "vivo"; una sceneggiatura solida e briosa, oltre che una caratterizzazione dei personaggi magistrali (supportata da un cast di attori virtuali che in quanto a espressività hanno poco da invidiare rispetto a molti colleghi in carne ed ossa) permettono all'ultima fatica di 2K Czech di spiccare il volo proprio nell'aspetto che più di tutti aveva sancito i favori di pubblico e critica nei confronti del primo, amatissimo capitolo della serie. Grandi ambizioni e "sogni americani" andati in frantumi,ascese e cadute, incoscienza e determinazione, senso del dovere e desiderio di affermazione personale, legami affettivi e spietata professionalità, etica e ingordigia; questo é solo un parziale dei dualismi e delle contrapposizioni che la storyline di Mafia 2 mischia e ricombina a piacere attraverso la coscienza del proprio protagonista.





Vito Scaletta infatti si presenta come un personaggio complesso e sfaccettato, moralmente ambiguo e in perenne bilico sul filo del rasoio, sicuramente più indecifrabile di quanto non fosse il buon Tommy Angelo, e questo giova parecchio alla scelta di raccontare una storia centrata sui personaggi e non più sul "messaggio" di fondo. Se avete amato il primo Mafia per la sua qualità narrativa (e come potrebbe essere altrimenti?), potrete dormire sonni tranquilli: questo sequel riesce nell'ardua impresa di tenere testa ai notevoli standard pregressi, e non solo. Per chiunque a un videogioco chieda un'esperienza paragonabile alla visione di un grande film, Mafia 2 é semplicemente tra il meglio del meglio che la piazza possa offrire. Pazienza se il prezzo da pagare per tanta magnificenza sia un'inappellabile linearità di fondo, stavolta é proprio il caso di dirlo, il gioco vale la candela.

Sotto il profilo puramente ludico, il secondo capitolo di Mafia mantiene la propria identità di free-roaming atipico, saldamente ancorato a una main quest suddivisa in capitoli a tenuta stagna. Per quanto l'open world creato dagli sviluppatori offra qua e là al giocatore distrazioni minori (siano esse meccanici presso cui truccare e modificare l'estetica delle autovetture, ristoranti o negozi di abbigliamento pronti a soddisfare le esigenze modaiole del nostro avatar) e un'area esplorabile piuttosto vasta, il gioco infatti fa tutto il possibile per non far perdere di vista nemmeno un attimo la storia principale, sopprimendo il rischio di disperderla tra incarichi secondari e giri a zonzo. Come potete immaginare, la concezione molto "libera" del genere, come s'é visto ad esempio nell'arcinoto Grand Theft Auto, non sta proprio di casa a Empire Bay.

Le divergenze nella "filosofia di gioco" rispetto al più rappresentativo dei free roaming non si fermano qui: Mafia 2 prende nettamente le distanze dall'anima arcade propria della saga Rockstar, puntando invece su un modello votato al realismo. Un chiaro esempio é rappresentato dalle sessioni di guida, dove sregolate scorribande nello stile dei vari Claude, CJ e Niko sono del tutto disincentivate e potenzialmente penalizzanti: le forze di polizia terranno gli occhi ben aperti sulle possibili infrazioni al volante (non solo crimini plateali come investire pedoni o provocare incidenti, basta un eccesso di velocità o un semaforo rosso per attirare le attenzioni degli sbirri, e questo può rivalersi un intralcio non da poco, specie se le vostre tasche non possono permettersi una pratica bustarella scacciaguai), e schizzare a tutta velocità a bordo del vostro bolide può portare con estrema facilità alla perdita di controllo del veicolo e a incidenti potenzialmente mortali. Comportarsi da pirati della strada senza ritrovarsi con ogni singolo ossicino rotto (o in una cella di prigione), insomma, richiederà un bel pò di impegno e un certo allenamento, peraltro agevolato da un modello di guida ottimamente calibrato e sempre responsivo come dovrebbe.