Kiss: Psycho Circus - The Nightmare Child
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Ormai non é più fonte di stupore: il tanto prolifico genere degli sparatutto in prima persona, che tanto successo ha ottenuto (e ottiene) su piattaforma Windows, ha fatto breccia anche sul mercato console. Già su piattaforma Nintendo 64 abbiamo visto di che cosa una console può essere capace, per non parlare di titoli di sicuro impatto usciti per PlayStation (Medal of Honor su tutti) e, soprattutto, di Sega, che già con la conversione di Quake III Arena per Dreamcast ha mostrato a tutto il mondo che le nuove console sono finalmente mature per ospitare questo fortunatissimo genere. E se Kiss: Psycho Circus non é il primissimo esponente a 128 bit (primato che spetta, come detto, a Quake 3 Arena ), siamo comunque di fronte al primigenio esempio dedicato all'esclusivo gioco in singolo, in attesa di un certo Half Life..
VAI COL METAL!!!
Come il nome lascia intuire, i riferimenti ai quattro storici componenti dei Kiss non sono solo casuali, ma pregnano il gioco dal suo inizio fino alla conclusione. Ovviamente, ispirazione principale é stata senz'altro la serie a fumetti omonima. Posto che, come ai vecchi tempi, il costrutto narrativo si propone come semplice occasione per un po' di sana azione, la storia si incentra su una sorta di mistificazione dei quattro Kiss
In una battaglia epica, "I Quattro Che Sono Uno" riescono a sconfiggere il "Nightmare King", sacrificando la loro stessa vita. Tuttavia, il cattivone di turno riesce a rilasciare il seme del suo successore, il "Nightmare Child". In attesa che il piccolo incubo prenda definitivamente forma, quattro musicisti sono stati reclutati per prevenire l'irreparabile evento, e combattere l'esercito del male che va pian piano formandosi
CONCETTI TROPPO "CLASSICI"
Fin dalle prime battute di gioco, é chiaro come Kiss: Psycho Circus si proponga quale esempio di sparatutto alla vecchia maniera. Individuando in Half Life un ipotetico spartiacque nel modo di concepire l'esperienza "single player", il lavoro svolto dai Tremor/Third Low si colloca nella linea concettuale assolutamente precedente all'"evento". Questa classificazione individua componenti molto precise e, ahimé, in linea di massima superate
VAI COL METAL!!!
Come il nome lascia intuire, i riferimenti ai quattro storici componenti dei Kiss non sono solo casuali, ma pregnano il gioco dal suo inizio fino alla conclusione. Ovviamente, ispirazione principale é stata senz'altro la serie a fumetti omonima. Posto che, come ai vecchi tempi, il costrutto narrativo si propone come semplice occasione per un po' di sana azione, la storia si incentra su una sorta di mistificazione dei quattro Kiss
In una battaglia epica, "I Quattro Che Sono Uno" riescono a sconfiggere il "Nightmare King", sacrificando la loro stessa vita. Tuttavia, il cattivone di turno riesce a rilasciare il seme del suo successore, il "Nightmare Child". In attesa che il piccolo incubo prenda definitivamente forma, quattro musicisti sono stati reclutati per prevenire l'irreparabile evento, e combattere l'esercito del male che va pian piano formandosi
CONCETTI TROPPO "CLASSICI"
Fin dalle prime battute di gioco, é chiaro come Kiss: Psycho Circus si proponga quale esempio di sparatutto alla vecchia maniera. Individuando in Half Life un ipotetico spartiacque nel modo di concepire l'esperienza "single player", il lavoro svolto dai Tremor/Third Low si colloca nella linea concettuale assolutamente precedente all'"evento". Questa classificazione individua componenti molto precise e, ahimé, in linea di massima superate