The Estate: trama, cast e recensione del film con David Duchovny

Un cast in ottima forma, una storia tanto triste quanto verosimile: 4 nipoti si sfidano per ingraziarsi la vecchia zia ricca e malata

di Chiara Poli

Toni Collette, Anna Faris, David Duchovny. Tre attori che adoro. Poteva non piacermi il film in cui recitano insieme, nella nuova produzione Sky Original: The Estate? Ovviamente no.

Ma non è questione di gusti personali. The Estate, in prima TV assoluta su Sky Cinema in in streaming su NOW dal 15 novembre, è oggettivamente una commedia nel vero senso della parola.

La commedia cinematografica è ben diversa da un film comico: comprende spesso risvolti amari, stemperati dall’intento umoristico di ridicolizzare situazioni basate sulla realtà e personaggi eccentrici. Fraintendimenti, inganni e situazioni anche surreali sono il pane della commedia nella sua accezione classica.

E The Estate è una commedia in tutto per tutto, che non si risparmia situazioni compromettenti e il superamento dei limiti del buongusto in più di un’occasione. Lo scopo è quello di restituire al pubblico una riflessione sull’avidità, ricca di metafore sulla vita e di riflessioni su quanto, alla fine, siano solo i rapporti umani a contare davvero nella ricerca della felicità.

Scritto e diretto da Dean Craig, già autore della sceneggiatura di Funeral Party, The Estate vanta un cast di star di cinema e TV e vede Rosemarie DeWitt (La La Land, Rachel sta per sposarsi) recitare accanto a Ron Livingston (Jack Berger in Sex and the City), che è suo marito anche nella vita vera.

La trama di The Estate


Macey (Toni Collette, About a Boy) e Savanna (Anna Faris, Mom) sono sorelle e gestiscono insieme il bar ereditato dal padre. Hanno anche una sorellastra, Ellen (Keyla Monterroso Mejia, Curb Your Enthusiasm), molto più giovane di loro, una nerd fissata con Dungeons & Dragons.

Macey e Savanna attraversano dei guai finanziari e l’ennesima richiesta di prestito è stata loro rifiutata dalla banca. Rischiano di perdere l’attività e il nuovo di Macey, Geoff (Gichi Gamba, A House Divided), dovrà trasferirsi in Alaska per lavoro perché anche lui si trova in difficoltà economiche.

Quando viene a sapere che la zia materna Hilda (Kathleen Turner, Il metodo Kominsky) è malata, Savanna propone a Macey di andare da lei per ingraziarsela e incassare la cospicua eredità: la zia Hilda abita in una tenuta milionaria, ma purtroppo ha un caratteraccio. Non si è mai sposata e non ha figli, quindi gli unici eredi sono i nipoti.

Ma anche gli altri cugini hanno avuto la stessa idea, così Macey e Savanna si trovano in casa con Richard (David Duchovny, X-Files), Beatrice (Rosemarie DeWitt) e suo marito James (Ron Livingston). Entrare nelle grazie di zia Hilda diventa una gara senza esclusione di colpi, e i nipoti si scoprono disposti a tutto pur di ereditare…

La recensione del film The Estate


A sottolineare la verosimiglianza delle assurde situazioni in cui si trovano i protagonisti del film, c’è un ampio uso della macchina a mano, che sembra stonare. In realtà l’intento è quello di imitare uno stile documentaristico, un po’ alla Modern Family, costruendo siparietti fondati sulle pessime idee dei nipoti di Hilda per diventare unici eredi.

The Estate non è un film “divertente” in senso classico: come spiegavo nell’introduzione, è una commedia cinematografica nel più classico dei sensi. Mi ha ricordato, come atmosfera, Una vita difficile di Dino Risi con il grande Alberto Sordi.

Sequenza dopo sequenza, l’iniziale timidezza dei nipoti, di cui alcuni tipo Richard sono già privi all’inizio, diminuisce fino a scomparire, in una competizione senza ritegno che include anche improponibili richieste sessuali, complotti, menzogne di ogni genere e perfino idee omicidiarie.

Lo spessore morale dei protagonisti si assottiglia sempre di più e diventa paragonabile al più squallido dei personaggi che vi venga in mente, e certamente questo è il personaggio più squallido mai interpretato da David Duchovny nella sua intera carriera.

Ma c’è un motivo se l’attore ha accettato, accanto a volti noti come quelli del resto del cast: The Estate racconta una storia tanto assurdamente squallida quanto realistica.

L’ossessione per il denaro, il ricordarsi dei parenti solo quando c’è da guadagnarci qualcosa, l’incapacità di perdonare anche quando il tempo sta per finire - come la madre di Macey e Savanna dimostra alla sorella Hilda, ricambiata - e soprattutto la convinzione che i soldi, tanti soldi, possano rimpiazzare qualsiasi cosa inclusi gli affetti sono al centro di una trama che non teme di mostrarci tutto. Sacchetti per la colostomia inclusi.

Perché la vita è così. Certe volte è squallida, spesso è triste, qualche volta fa anche un po’ schifo. Perché ci costringe ad avere a che fare con pratiche che preferiremmo evitare. Ma come i nostri genitori, i nostri zii o i nostri nonni si sono presi cura di noi quando eravamo piccoli, per tanti anni, anche a noi prima o poi tocca fare le stesse cose che loro hanno fatto per noi. Inclusi lavarli, cambiarli e tutte quelle pratiche che qualcuno - come, per esempio, Savanna - trova addirittura disgustose.

La vita passa, in fretta. I ragazzini che giocavano a nascondino d’estate nella splendida ed enorme casa di zia Hilda sono cresciuti e sono arrivati a un’età nella quale devono fare un bilancio delle proprie esistenze.

Qualcuno ha collezionato addirittura due divorzi, qualcun altro pensa principalmente ai beni materiali, mentre altri non si accorgono della fortuna che hanno e sono pronti a buttarla al vento.

Il detto “i soldi non fanno la felicità” è stato diffuso, ovviamente, per consolarci tutti. Perché senza i debiti, tutti i nostri protagonisti sarebbero molto più felici, nonché amorevoli l’uno nei confronti dell’altra. Ma è anche vero, e questo è innegabile, che ogni tanto abbiamo qualche fortuna che il denaro non può comprare. La salute, per esempio. O l’aver trovato una persona che ci ama così come siamo. Per come siamo davvero.

Uno sketch dopo l’altro, una provocazione dietro l’altra, un tabù dopo l’altro, The Estate vuole farci riflettere su questo, ma senza falsi moralismi. Siamo tutti consapevoli di come, sopratutto oggi, il denaro faccia la differenza. Solo, dovremmo imparare a guardare anche al resto. Ampliando, diciamo così, i nostri orizzonti. Guardandoci intorno senza dare per scontato la famiglia, gli affetti, le relazioni vere.