Il bacio della discordia, l’incredibile storia in #SeAcabó: diario delle campionesse su Netflix

L'hashtag che ha fatto il giro del mondo

di Chiara Poli

Su Netflix il documentario #SeAcabó: diario delle campionesse spiega i retroscena, la conseguenza e le premesse del bacio che nell'agosto del 2023 ha scosso il mondo del calcio, e non solo. Diventato un caso politico, il gesto compiuto dal Presidente della Federazione nei confronti di una giocatrice alla premiazione per la vittoria della Coppa del Mondo fa discutere ancora oggi.

Il campionato del mondo e il sogno della vittoria

In tutto questo, l’unica cosa di cui tutto il mondo parla è il bacio che Rubiales ha dato a Jenni, mettendola a disagio. E lui, che ha messo in imbarazzo la Spagna intera con un gestaccio poco prima del bacio, evidentemente se ne rende conto perché cerca fin da subito di minimizzare.

Ma la cosa più grave è che, a fronte delle pressioni ricevute dalla Federazione, Jenni non cede e non rilascia dichiarazioni. Eppure, alcune sue dichiarazioni inventate per minimizzare dicendo che non è successo niente finiscono nei comunicati ufficiali.

Il caso diventa politico e poi arrivano le bugie durante l’assemblea della Federazione ripresa in diretta. A quel punto, l’hashtag #seacabó (è finita) diventa virale. E quel bacio senza consenso arriva fino a Hollywood e cambia il mondo dello sport femminile spagnolo.

Meno di tre settimane dopo aver vinto il titolo mondiale, Vilda viene licenziato. Aveva espresso solidarietà a Rubiales, che non aveva voluto dimettersi, venendo poi sospeso dalla FIFA.

Per capire in che modo quel bacio abbia cambiato il mondo in Spagna, e non solo, dovrete vedere come finisce il documentario.

Un documentario meno efficace di quelli che siamo abituati a vedere su Netflix, perché è un po’ confusionario nella parte iniziale. Sembra non voler prendere una posizione, per poi cambiare idea.

I documentari, di solito, documentano - appunto - i fatti. O lo fanno in modo neutrale o attraverso una posizione chiara presa dall’autore. In questo caso, manca una scelta chiara. Peccato, perché il materiale c’era. Ma perde efficacia per il modo in cui viene raccontato.