Lover, Stalker, Killer: il docufilm perfetto è arrivato su Netflix

Quando la realtà supera la fantasia... E la fiction la ricostruisce alla perfezione

di Chiara Poli

La ricetta perfetta per raccontare una storia vera in un documentario: cominciare dall’inizio, procedendo in modo lineare, dopo che investigatori con 20 anni di esperienza raccontano di non aver mai visto un caso come quello che stiamo per vedere.

Lover, Stalker, Killer - su Netflix dal 9 febbraio - è un docufilm su una storia vera, una storia di persecuzione e follia, raccontata dalla voce dei protagonisti.

La trama di Lover, Stalker, Killer


Dopo una recente rottura da una lunga relazione, Dave decide di provare con gli appuntamenti online per cercare di rifarsi una vita sentimentale. Tra le persone che incontra, Liz e Cari sembrano essere le più interessanti: entrambe sono mamme single con una personalità affascinante che lo aiuta a uscire dal suo guscio in modi diversi. Dave, un padre devoto e amorevole, sembra poter godere della sua seconda chance, ma presto una storia d'amore occasionale si trasforma in un complesso triangolo amoroso, mettendo in pericolo non solo Dave, ma anche coloro che gli sono vicini. Attraverso interviste con le persone coinvolte, compresi gli agenti di polizia che hanno risolto il caso, e vivide ricostruzioni che immergono gli spettatori nella tensione e nella paranoia dei quattro anni di incubo di Dave, questo documentario di Curious Films, diretto da Sam Hobkinson (noto per Fear City: New York contro la mafia), racconta abilmente una sconvolgente storia vera di molestie, truffe digitali e omicidio nel cuore dell'America.

Lover, Stalker, Killer: quando la realtà supera la fantasia

Sì, la storia di Dave è una storia veramente assurda. Anche perché è una storia di stalking molto, molto pesante che lo stesso Dave, recidivo, in qualche modo “riattiva” commettendo gli stessi errori.

Il problema è che finché sei da solo, nei guai ci finisci tu. Ma quando hai una famiglia, tutto cambia.

Avere paura per sé è terribile, ma avere paura per qualcuno a cui tieni è decisamente peggio.

Dave Kroupa ha sperimentato entrambe le sensazioni, vivendo anni che nessuno augurerebbe al suo peggior nemico.

Un incontro occasionale, nell’officina in cui Dave lavora, trasforma la sua vita in un inferno.

Non sapeva che Cari, la donna che aveva conosciuto e che gli piaceva molto, fosse bipolare. Non sapeva che fosse una stalker. Non sapeva, né avrebbe mai immaginato, che sarebbe arrivata a diventare un’assassina.

Con una fotografia spettacolare, inusuale a un tale livello per un documentario, Lover, Stalker, Killer ci racconta una storia spaventosa, ma anche molto istruttiva.

Dave non ha conosciuto Cari su internet, ma la sua stessa presenza su un sito di incontri permette alla stalker di trovarlo, dopo molto tempo, ricominciando a perseguitare lui e la sua famiglia.

Mentre la polizia cerca disperatamente Cari Farver, scomparsa da tempo senza lasciare traccia ad eccezione dei messaggi che invia ossessivamente alle sue vittime, la trama si complica.

Un esperto informatico approfondisce le ricerche e scopre che, nel caso della stalker Cari Farver, nulla è come sembra.

La sua scoperta è scioccante.

E sì, la premessa narrativa era proprio vera: non avete mai assistito a un caso del genere.

Sembra la sceneggiatura di un thriller. Uno di quei film TV che trasmettono al pomeriggio perché sono inquietanti ma non mostrano nulla di terrificante. Si limitano, appunto, a essere inquietanti.

Netflix raramente delude sui documentari, ma stavolta siamo davvero a livelli altissimi. Immagini mozzafiato, da film, con una cura per i dettagli davvero unica.

Immagini di repertorio mescolate a immagini ricostruite e riprese realizzate con grande impegno conferiscono un fascino anche visivo a questo racconto.

Ho visto dozzine di true crime, in particolare quelli presenti nel catalogo di Netflix, e raramente mi sono sentita così coinvolta dal racconto di un caso di cronaca.

Sicuramente è merito dell’inusuale qualità delle immagini, e della già citata fotografia da film, ma anche la sceneggiatura dà il suo contributo.

Spesso i casi di cronaca vengono ricostruiti come sono stati seguiti dagli investigatori: in modo un po’ caotico, con varie persone e dipartimenti coinvolti.

Mentre stavolta tutto è così lineare da accrescere il livello di stupore, una scoperta dopo l’altra.

Sembra di assistere a un episodio di CSI. E viene da pensare che se una cosa del genere fosse successa qui, forse l’assassina sarebbe rimasta a piede libero…