Escape Plan - Fuga dall'inferno

di Paolo Mulas
Una rapidissima toccata e fuga nel primo de I Mercenari e qualche ciak in più nel seguito non sono certo bastati a soddisfare l'appetito dei fan che da trent'anni aspettavano un incontro/scontro tra le due più grandi icone del cinema d'azione di Hollywood. Parliamo ovviamente di Sylvester Stallone ed Arnold Schwarzenegger finalmente insieme in Escape Plan - Fuga dall'inferno. Basterebbe già la presenza di questa rocciosa coppia per giustificare l'interesse di tanti appassionati, ma oltre alle stelle Escape Plan ha dalla sua anche una sceneggiatura ben costruita che riesce a tenere desta l'attenzione fino ai titoli di coda. Stallone é Ray Beslin, un ex procuratore distrettuale che per lavoro evade di prigione, una sorta di collaudatore per conto del governo delle più importanti carceri di massima sicurezza degli Usa.



Una professione certamente non usuale, che ci mostra uno Stallone sempre a suo agio nel ruolo di detenuto (Fuga per la vittoria e Sorvegliato speciale nel suo curriculum) e maggiormente intento ad usare l'ingegno (con stratagemmi in stile McGyver per rimanere in tema anni'80) che i muscoli. Cosa può succedere però quando il più grande “evasore” viene intrappolato nella prigione più brutale del pianeta? Nessuna via di fuga per un uomo normale, ma qualche speranza per due straordinari come la coppia dei protagonisti.

Dopo una prima parte del film quasi completamente orientata intorno a Sly, nella seconda parte il minutaggio é invece più equilibrato, e gli spettatori avranno modo anche di conoscere la storia dell'altro detenuto d'eccezione, Emil Rottmayer interpretato appunto dall'ex presidente della California. Uno Schwarzenegger certo un po' attempato ma sempre molto carismatico, con una presenza fisica sempre straripante e che con la sua ironia e l'alone di mistero che lo circonda bilancia uno Stallone certamente un po' più cupo. Il cast può contare anche su altri attori di spessore, come Jim Cazeviel, sadico direttore della prigione, Vincent D'Onofrio, 50 Cent ed il mitico Vinnie Jones, tanto cattivo nei prati verdi della Premier League, quanto incredibilmente feroce pressoché in ogni pellicola che lo vede protagonista.



A parte qualche elemento narrativo che avrebbe forse richiesto maggiore approfondimento (perché un ex procuratore ha una preparazione fisica e mentale da Rambo?), la sceneggiatura risulta globalmente discreta ed il ritmo é sostenuto fino alle battute finali. Ci si poteva aspettare però forse qualcosa di più dai persomnaggi secondari, i cui ruoli appaiono troppo stereotipati e privi di significanti spunti originali. Tecnicamente é apprezzabile l'approccio da "vecchia scuola" che rinuncia ad uno stile grandguignolesco e ad effetti speciali esagerati, eccezion fatta per qualche intermezzo esplicativo in computer grafica. Azione, tensione, colpi di scena, ed un po' d'immancabile ironia sono gli ingredienti di un film d'azione che qualcuno potrebbe definire senza tante pretese ma che si rivela godibile e certamente storico per gli amanti del cinema d'azione.