Demeter - Il risveglio di Dracula: la recensione del film con Liam Cunningham

Dal romanzo di Bram Stoker, l'idea di raccontare il viaggio del Demeter, la nave che trasportò Dracula dalla Romania fino a Londra.

di Chiara Poli

Su Prime Video dal 13 novembre è disponibile Demeter - Il risveglio di Dracula, il film horror che racconta la storia della nave - una goletta russa - che trasportò Dracula dalla Romania a Londra secondo il romanzo di Bram Stoker.

Prendendosi diverse licenze poetiche, alcune riuscite altre meno, il film ci racconta un aspetto spesso trascurato di una storia che tutti conosciamo e ci regala una piacevole sorpresa in termini di atmosfera e tensione, a dispetto di un finale - che non vi sveliamo - che fa perdere un po’ di efficacia al tutto.

Mi chiederò per sempre, come successo tante altre volte in precedenza, il perché dello stravolgimento dei titoli dall’originale alla nostra lingua. Stavolta invece lo conosco: pura strategia di marketing per inserire il nome di Dracula nel titolo, non limitandosi a tradurre L’ultimo viaggio del Demeter, dal titolo originale, facendolo invece diventare Demeter - Il risveglio di Dracula.

La trama di Demeter - Il risveglio di Dracula


La storia inizia con l’arrivo del Demeter, la goletta del capitano Eliot (Liam Cunningham, Davos Seaworth ne Il trono di spade) in Bulgaria. Diverse grosse e pesanti casse private vengono imbarcate, come da programma, ma gli uomini che le hanno portate al porto sono determinati a tornare subito indietro, prima che faccia buoi. Vengono così arruolati nuovi marinai, fra cui anche l’istruito medico inglese Clemens (Corey Hawkins, BlacKkKlansman), discriminato per il colore della sua pelle in un contesto storico in cui un medico nero veniva malvisto per il semplice fatto che non ce n’erano.

Clemens, il primo nero a laurearsi in medicina in Inghilterra, sale a bordo dopo aver salvato la vita del piccolo Toby (Woody Norman, Poldark), l’amatissimo nipote del capitano. Il Demeter riprende il suo viaggio verso Londra, ma presto scopre di avere a bordo un clandestino. Una donna (Aisling Franciosi, The Fall: Caccia al serial killer), incosciente, che il dottor Clemens cerca disperatamente di salvare. Ma presto l’equipaggio capisce di avere a bordo anche qualcun altro. O qualcos’altro. Un demonio che esce di notte per dare la caccia all’equipaggio, che non ha vie di fuga…

La recensione e il legame con il romanzo di Bram Stoker


Chiaramente ispirato al Nosferatu di Murnau, che già nel 1922 mostrava quante potenzialità avesse il cinema di genere, il Dracula di Demeter torna alle origini della propria storia. Mostruoso, alato come il pipistrello che l’ha sempre accompagnato nell’immaginario collettivo, implacabile, furbo. In qualche modo ipnotico.

Gioca con le proprie vittime, gli piace cacciare, infligge dolore e anche dal punto psicologico si fa beffe del terrore di chi sa di non potergli sfuggire.

Se avete letto il Dracula di Bram Stoker, uscito nel 1897, sapete già che si tratta di un romanzo epistolare. La storia ci viene raccontata tramite le lettere e i diari dei protagonisti, e proprio dal diario di bordo del Demeter nasce questo film.

Il romanzo di Stoker rappresentava uno sfogo letterario contro la repressione e la frustrazione vittoriane, una metafora della sensualità e del sesso con il morso del vampiro - il nobile straniero decaduto che reclama la propria discendenza tramite il sangue ed è intenzionato a ricostruire la propria Casata - a rappresentare tutto ciò che l’era vittoriana proibiva anche solo di pensare.

Dal romanzo di Stoker, sappiamo che il diario di bordo parla di una creatura mostruosa, un demonio che sta sterminando l’equipaggio. Sappiamo che il Demeter arriva in Inghilterra senza nessuno a bordo.

Il film di André Øvredal (Autopsy) prende spunto da quelle pagine per raccontarci la storia dell’equipaggio che portò Dracula a Londra, come nuovo proprietario di Carfax Abbey destinato a scontrarsi con l’acerrimo nemico Van Helsing.

La storia la conosciamo, anche dal già citato Nosferatu - che cambiò nomi e ambientazione per non dover pagare i diritti agli eredi di Stoker - ma la parte relativa al viaggio di Dracula a bordo del Demeter, la goletta arrivata senza nessun sopravvissuto sulla costa dell’Inghilterra, è sempre stata trascurata.

Una storia ricca di fascino

Il suo fascino viene messo in scena da questo film, che ci porta a bordo di una nave bellissima, alla scoperta di come vivevano i marinai in attesa del prossimo porto, e di come le tensioni a bordo dovessero fare i conti anche con un’epoca ricca di pregiudizi, egoismo e crudeltà.

Tutti elementi che il film restituisce con cura, aiutato da una fotografia meravigliosa nelle scene notturne in mezzo al mare, con la sola guida delle stelle - quando ci sono - in un’atmosfera che riesce a essere sia claustrofobica (sono soli in mezzo al mare, senza via di fuga) che di ampio respiro (guardando le stelle… Ma purtroppo di notte non ci sono solo loro).

Demeter si fa gioco di uno dei cliché più discussi del genere horror, secondo cui il primo a morire era sempre il personaggio della donna o dell’uomo nero in mezzo a un gruppo di bianchi.

Qui si ribalta volutamente lo stereotipo, ma si prendono di mira anche gli altri classici del genere, dai jump scare ai luoghi comuni nei film sui vampiri (già ampiamente rimessi in discussione, anche molti anni fa, da grandi film come The Additcion). Ma le indicazioni che ci dà Demeter sui vampiri sono coerenti con ciò che sappiamo dal Dracula di Stoker.

Demeter è un film che funziona: l’ambientazione, i colori, la scenografia e i costumi già da soli creano un’atmosfera vincente per un film horror. Purtroppo, la volontà d lasciarsi aperta la porta per un eventuale sequel - che speriamo di non vedere mai, perché quello sì che stravolgerebbe la storia originale - e il finale lasciano l’amaro in bocca, vanificando in parte gli sforzi precedenti.

Resta comunque un film efficace, soprattutto nella parte centrale, diverso dal solito e ricco di sequenze suggestive.

Il vampiro mostruoso che si confonde perfettamente fra la folla, pronto ad assumere le sue sembianze umane - come del resto faceva Gary Oldman nel Dracula di Coppola - restituisce la potenza di una figura letteraria che non perde mai i proprio fascino e la capacità di generare terrore nelle sue vittime.

Ottimo il cast, a cominciare dal sempre grande Liam Cunningham, che ammanta di storia questa narrazione legata a un’opera che ha conquistato generazioni di lettori nel corso di oltre un secolo.