Captain America: Civil War

di Roberto Vicario
Per qualsiasi amante dell'universo fumettistico Marvel, la parola Civil War fa scaturire tutta una serie di sentimenti incredibili e davvero difficili da gestire. Si tratta di una delle miniserie meglio realizzate, e probabilmente quella che più di tutte (Secret Wars esclusa) ha avuto un impatto devastante all'interno di ogni singola testata della casa delle idee.

Quando i fratelli Russo annunciarono che il post Winter Soldier sarebbe stato proprio un capitolo dedicato interamente alla Civil War, il pubblico prese con un misto di paura ed entusiasmo questa notizia. Per quanto affascinante la Civil War é un argomento complesso, sfaccettato, difficile da portare in una forma più contenuta (vista la presenza di molti meno personaggi) sul grande schermo. Tutto vero, peccato che i fratelli Russo, ancora una volta, hanno compiuto il miracolo…


Una Civil War di sentimenti contrastanti



La storia della Civil War fumettistica é più o meno nota a quasi tutti gli appassionati: Stamford, un sacco di morti, atto di registrazione, scontro tra pro e contro questo atto. In Captain America: Civil War, i Russo insieme agli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely, hanno optato per prendere alcuni degli elementi della miniserie, adattandoli ad un contesto totalmente differente. Durante una missione a Lagos, in Nigeria, gli Avengers provocano una vera e propria catastrofe facendo scoppiare una bomba all'interno di un palazzo che porta a diverse centinai di morti e feriti, tra cui tredici Wakandiani.

Dopo New York, Washington DC e Sokovia, il governo americano e le Nazioni Unite (spinte dal Re del Wakanda) decido che é ora di regolamentare l'organizzazione degli Avengers facendo firmare loro un trattato che li declinerebbe ad un gruppo controllato del governo degli Stati Uniti. Questa sarà solamente la prima crepa (all'interno della quale si intravedono problemi ben più profondi e personali) che porterà ad una vera spaccatura nel super gruppo, facendoli arrivare persino ad un vero e proprio scontro. Ma come sempre accade nulla é come sembra, e dietro a questi scontri sembra nascondersi qualcosa di ancora più grande…



Se non fosse per la quantità di tempo che Cap (Chris Evans) e Bucky (Sebastian Stan) si ritagliano negli oltre 140 minuti di film, potremmo tranquillamente affermare che si tratta a tutti gli effetti di un Avengers 2.5. La coralità di questa pellicola é un fattore di cui bisogn tenere conto nel momento in cui si parla di equilibri, e senza ombra di dubbio il vero successo di questo Captain America sta proprio li, nell'equilibrio che i registi sono riusciti a dare ad un contesto e una serie di contenuti tracotanti e davvero difficili da gestire.

Nonostante una prima parte eccessivamente verbosa (ma non noiosa sia chiaro) dove si viaggia tanto e si parla ancora di più, tutto trova il suo posto, tutto sembra messo li al posto giusto. T'Challa (Chadwick Boseman) e soprattutto Spider-Man (Tom Hollande) trovano la loro dimensione all'interno di un contesto movimentato e in cui era potenzialmente molto difficile emergere. Il primo é un personaggio affascinante e con un costume stupendo, che non vediamo davvero l'ora di scoprire in maniera ancora più profonda nel film che arriverà entro il 2018.

Spider-Man é invece qualcosa di superlativo. Senza mezzi termini possiamo tranquillamente affermare che si tratta della migliore versione del ragno vista sul grande schermo. Hollande - e la tanta computer grafica - ci sanno davvero fare e portano sul grande schermo un Uomo Ragno giovanissimo e inesperto, che si trova a confrontarsi per la prima volta con eroi navigati e con sentimenti feriti dalle tante battaglie combattute. Lui spezza quel ritmo, fa battute, é logorroico, quasi ti innervosisce (piacevolmente!) per poi tirarti fuori una citazione che ci ha fatto diventare lucidi gli occhi.



Stesso discorso vale anche per i veterani di questo film che trovano la loro completa dimensione da poco meno della metà del film in poi, ovvero quando si iniziano a menare fortissimo. Le scene d'azione sono davvero spettacolari, con una computer grafica a volte troppo esagerata e finta, ma anche estremamente coinvolgente e in grado di trasmettere i poteri immensi di personaggi come Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) o Ant-Man/Giant-Man (Paul Rudd). La famosa scena all'interno dell'aeroporto é davvero spettacolare e probabilmente la miglior battaglia tra supereroi mai realizzata. Tutti hanno il loro ruolo, tutti contribuiscono a creare qualcosa che vi stamperà nella mente e non uscirà mai più.

In tutte queste botte c'é spazio anche per i sentimenti che, come scoprirete, sono poi il perno centrale di tutta la Civil War. Una scelta coraggiosa ma che allo stesso tempo ci ha permesso di approfondire ancora di più la fragile psicologia di molti personaggi. Da Scarlett Witch a Vedova Nera sino ad arrivare ad un sempre più fragile Tony Stark. In questo contesto si inserisce un personaggio molto particolare, Zemo, in un vesta inedita ma che calza a pennello con l'interpretazione che Daniel Bruhl ha scelto di dargli…non vogliamo dirvi altro.

Intorno a questi elementi cardine troviamo tutte quelle caratteristiche che da sempre compongono nel bene e nel male un prodotto Marvel. I tempi comici sono minori rispetto ad altri film ma sempre molto divertenti, le scene d'azione oltre a quella citata poco sopra sono ricche di intrattenimento, con qualche picco di genialità alternato a cose già viste ma comunque piacevoli. Tutto funziona in maniera incredibile e il meccanismo che i Russo hanno messo a punto é così perfettamente bilanciato che i 147 minuti della pellicola scorrono via veloci.

Possiamo tranquillamente sbilanciarci e dirvi che Captain America: Civil War é con molta probabilità il miglior film Marvel realizzato sino ad oggi. Nonostante la presenza di qualche difetto che vi abbiamo elencato, la quantità di materiale presente nella pellicola, la caratterizzazione dei personaggi e sopratutto le scene d'azione vi faranno letteralmente amare questa pellicola…amanti e non dei fumetti.