One Punch Man 3 - Dal mito dell’anime perfetto al caos produttivo
Lo staff è accusato di aver utilizzato scorciatoie per completare in tempo i lavori
Il ritorno di One Punch Man avrebbe dovuto essere una festa per gli appassionati. Invece, la terza stagione è diventata uno dei casi più discussi dell’anno nel mondo dell’animazione giapponese. Quello che una volta era l’anime simbolo di equilibrio tra ironia e spettacolo visivo, oggi sembra vittima di errori tecnici, scelte discutibili e una produzione allo sbando.
Tutto è esploso con l’episodio 3, Il limite degli esseri viventi - Seibutsu no genkai, dove un errore di animazione ha trasformato King the Ripper in una sorta di figura femminile per diverse inquadrature. Un bug tanto clamoroso quanto inspiegabile, che ha acceso il dibattito sui problemi interni allo studio J.C. Staff, accusato di lavorare con tempi di consegna insostenibili e di affidarsi eccessivamente a strumenti di intelligenza artificiale.
Produzione troppo accelerata, rischi troppo alti
Il risultato è un prodotto che sembra privo di direzione artistica: animazioni rigide, ritmo disomogeneo e dialoghi forzati hanno spento l’entusiasmo dei fan. Persino Saitama, il protagonista imbattibile, appare svuotato del suo carisma originario.
Da fenomeno globale a delusione colossale, One Punch Man 3 è oggi il simbolo di quanto la fretta e la mancanza di cura possano minare un capolavoro. La speranza quella che sia ancora possibile che l’eroe più forte del mondo salvi la sua stessa serie.