La Cosa Bolle in Pentola
di
In occasione della presentazione della linea di prodotti di Vivendi Universal Interactive Publishing, tenutasi a Barcellona qualche settimana fa, sono state mostrate per la prima volta, alcune sequenze del videogioco ispirato a "La Cosa" il film di John Carpenter, di proprietà, manco a dirlo, di Universal Studios.
Rispettando in tutto e per tutto lo spirito del film, il gioco non prevede uno sviluppo dedicato al multiplayer, "Perché abbiamo voluto mantenere la sensazione legata al fatto che non ci si può fidare di nessuno" ha spiegato William Latham, direttore creativo di Computer Artworks, la software house che ha il compito di sviluppare il titolo.
"Il giocatore dovrà gestire una squadra senza sapere se i membri sono stati posseduti dalla "Cosa" oppure no, e questo con dei giocatori umani era impossibile da proporre" ha aggiunto, "quindi dividere il gruppo risulterà un rischio. Abbiamo anche inserito la possibilità di testare il sangue dei protagonisti, proprio come nel film".
Il gioco riprende dal punto esatto in cui il film si è concluso, nella base artica devastata dall'essere alieno e lo sviluppo del gioco sarà seguito da vicino da John Carpenter e dai suoi collaboratori; tra l'altro sembra che le musiche del gioco saranno composte dallo stesso John Carpenter.
"Credo che non sarà un problema per i giovani che non hanno mai visto il film" ha proseguito Latham dietro nostra espressa domanda, "le ambientazioni e il senso claustrofobico del gioco sono esattamente quello che i giocatori cercano, e con un titolo del genere riusciremo a involgiare a giocare anche chi era terrorizzato sulle poltrone del cinema quando il film uscì, cioè i genitori dei videogiocatori di oggi".
A quando una versione videoludica di "Grosso guaio a Chinatown"?
Rispettando in tutto e per tutto lo spirito del film, il gioco non prevede uno sviluppo dedicato al multiplayer, "Perché abbiamo voluto mantenere la sensazione legata al fatto che non ci si può fidare di nessuno" ha spiegato William Latham, direttore creativo di Computer Artworks, la software house che ha il compito di sviluppare il titolo.
"Il giocatore dovrà gestire una squadra senza sapere se i membri sono stati posseduti dalla "Cosa" oppure no, e questo con dei giocatori umani era impossibile da proporre" ha aggiunto, "quindi dividere il gruppo risulterà un rischio. Abbiamo anche inserito la possibilità di testare il sangue dei protagonisti, proprio come nel film".
Il gioco riprende dal punto esatto in cui il film si è concluso, nella base artica devastata dall'essere alieno e lo sviluppo del gioco sarà seguito da vicino da John Carpenter e dai suoi collaboratori; tra l'altro sembra che le musiche del gioco saranno composte dallo stesso John Carpenter.
"Credo che non sarà un problema per i giovani che non hanno mai visto il film" ha proseguito Latham dietro nostra espressa domanda, "le ambientazioni e il senso claustrofobico del gioco sono esattamente quello che i giocatori cercano, e con un titolo del genere riusciremo a involgiare a giocare anche chi era terrorizzato sulle poltrone del cinema quando il film uscì, cioè i genitori dei videogiocatori di oggi".
A quando una versione videoludica di "Grosso guaio a Chinatown"?