Dreamcast finito: ufficiale
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Nonostante le veementi smentite della scorsa settimana, è ormai pienamente confermato che la produzione del Dreamcast cesserà a fine marzo, e che Sega diventerà content provider (fornitore di contenuti, intesi come software) per le piattaforme finora considerate come la "concorrenza". Sega of Japan, Sega of Europe e Sega of America hanno confermato tutte le voci di corridoio proprio questa mattina, annunciando la drastica riduzione nel prezzo del Dreamcast e incentivi ai rivenditori per svuotare nel più breve tempo possibile le scorte rimaste nei magazzini. Al 31 dicembre 2000, il numero di DC venduti nel mondo ammonta a 6.5 milioni di console, oltre 3 milioni in meno delle previsioni (già ritoccate verso il basso) della casa madre per questo anno fiscale. Lo scarso successo della console sul mercato di massa, insieme ai fortissimi indebitamenti di Sega, hanno quindi costretto il marchio blu a compiere questa decisione drastica, peraltro già anticipata dalle numerose indiscrezioni dei giorni scorsi. Anche se il Dreamcast come console da gioco può considerarsi finito, la tecnologia presente al suo interno verrà riutilizzata dalla compagnia inglese Pace, che produrrà una linea di Set-Top Box con supporto alle reti broadband e al software fornito appositamente da Sega.