No More Heroes

di Ferdinando Saggese
La sua prima destinazione era il violaceo cubetto, ma il dilatarsi dei tempi di sviluppo e, soprattutto, le possibilità offerte dal particolare sistema di controllo del bianchissimo Wii, hanno convinto Goichi Suda, alias Suda 51, a dirottare "No More Heroes" verso l'ultima nata in casa Nintendo. Sebbene il gioco sia già disponibile in Giappone, il debutto europeo non è previsto prima della fine di febbraio, Atari ha quindi deciso di allietare l'attesa dei giocatori nostrani con una presentazione, nel corso della quale lo stesso Goichi ha espresso tutta la sua soddisfazione per il risultato ottenuto, ed alcuni interessanti punti di vista sulle tematiche più "scomode" legate al mondo dei videogiochi. Prima di tutto occupiamoci del titolo, che come molti di voi sapranno è un action in terza persona di stampo orientale, caratterizzato da uno stile grafico piuttosto originale. Travis Touchdown, il protagonista di "No More Heroes", rappresenta il classico bulletto giapponese; indossa sempre la stessa giacchetta di pelle, gli stessi jeans strappati, e non esce mai di casa senza essersi tirato su i capelli con abbondante gel.


Non ha un quattrino il nostro Travis, vive in uno squallido monolocale, ma è sempre pronto a mettere mano al portafogli per coltivare le sue grandi passioni, il wrestling e gli anime giapponesi. Proprio questi hobby, che lo portano a collezionare oggetti di gusto quantomeno dubbio, lo spingeranno ad aggiudicarsi all'asta una sorta di katana laser a batterie, con la quale spera di realizzare il suo sogno, diventare l'assassino professionista più abile e potente del mondo. Per fare questo, tuttavia, dovrà sconfiggere uno ad uno tutti gli assassini in attività con l'aiuto esclusivo della provocante Sylvia Christel, un agente francese del UAA, la United Assassins Association. In sella alla sua futuristica motocicletta, soprannominata affettuosamente Schpel Tiger, Travis dovrà quindi esplorare la cittadina di Santa Destroy in cerca di incarichi utili per affinare le sue tecniche di combattimento e, perché no, racimolare qualche soldo da investire nella cura personale, o del suo appartamento. Il gioco sarà quindi composto da sezioni free roaming e da momenti puramente action, durante i quali il combattimento giocherà un ruolo fondamentale. Queste sezioni saranno gestite interamente dall'affiatata coppia composta da Mote e Nunchuck, che $ci permetterà di combinare mosse di wrestling alle tecniche di spada, con i quali finire gli avversari mimando con il giusto tempismo i movimenti della lama.

La concatenazione di più combo ed uccisioni attiveranno una modalità speciale (ce ne sono diverse, con diversi effetti) che renderà il nostro buon Travis un cattivo, cattivissimo Travis per qualche secondo, permettendoci di mazzuolare gruppi di nemici anche di dimensioni importanti. Un'altra implementazione intelligente del particolare sistema di controllo del Nintendo Wii riguarda il cellulare che Travis utilizzerà per mantenere i contatti con la bella Sylvia. Ogni volta che questi squillerà dovremo infatti rispondere usando il Mote, ed ascoltare la comunicazione dall'altoparlante integrato nel telecomando. "No More Heroes" è ricco di trovate come questa, ed è pervaso da quello humor demenziale che in Europa abbiamo imparato a conoscere, ed apprezzare, grazie al grande successo di molti anime giapponesi. Non immaginate nemmeno, ad esempio, cosa dovremo fare per salvare la partita, ed il titolo affronta con l'irresistibile ironia del suo creatore i temi più ricorrenti della cultura giapponese. Non mancheranno ad ogni modo citazioni ad opere occidentali, specialmente cinematografiche. Se il parallelo con "Star Wars" è fin troppo evidente, le schermate di avvicinamento al primo boss fight ci hanno ricordato la sfarzosa magione di Tony Montana, protagonista del capolavoro di Brian De Palma "Scarface", e lo stesso nome della co-protagonista, Sylvia Christel, si ispira a quello di un'attrice tedesca popolare negli anni negli anni '70.

Lo stile grafico che Suda 51 ha scelto di utilizzare per il suo gioco è ovviamente il cell shading che, nonostante l'evidente somiglianza con "Killer 7" (il suo lavoro precedente), è figlio di un engine completamente differente. Gli effetti grafici applicati ai fumettosi modelli tridimensionali, l'interfaccia, le stesse schermate di caricamento, ci riporteranno invece agli albori del videogame, quando la grafica vettoriale era la regola sulle console casalinghe. Quel che ne risulta è una resa grafica senza tempo, che annulla totalmente gli effetti delle pesanti limitazioni imposte dall'hardware Nintendo. Con queste premesse è facile anticipare che "No More Heroes" potrebbe segnare il destino delle terze parti su Nintendo Wii; resta da verificare come i giocatori occidentali accoglieranno un titolo talmente giapponese da non essere riuscito a conquistare il cuore degli appassionati nemmeno in patria!


Dopo averci mostrato quasi tutti gli aspetti del suo gioco, Suda 51 ci ha concesso una breve intervista durante la quale abbiamo chiarito alcuni dubbi sulle meccaniche di gioco e, soprattutto, affrontato alcuni tematiche "calde" legate al mondo dei videogiochi. Qui di seguito abbiamo estratto le domande, ed ovviamente le risposte, ad alcuni dei quesiti più importanti.


GS: Cosa pensi della violenza nei videogiochi, può rappresentare una minaccia per la società? e lo te lo chiedo perché in Italia si pensa di prendere provvedimenti legislativi che potrebbero rallentare e persino fermare la distribuzione dei titoli più violenti!

S51: Io capisco che la violenza nei videogiochi possa insinuare questo dubbio nelle menti di chi non conosce il nostro mondo, ma non vedo differenza tra un qualsiasi videogioco ed un film horror, anzi la vedo nel momento in cui nessuno si mobilità per osteggiare la distribuzione di un film horror. Quello che cerco di fare nei miei lavori è costruire un significato dietro ogni scena di violenza, un percorso che il giocatore deve seguire per "giustificare" l'eliminazione di tal nemico, piuttosto che di tal personaggio. Quello che mi auguro per il bene dei videogiochi e che mai nessun collega pensi di dipingere scene di violenza senza motivarle, perché questo potrebbe seriamente condizionare le menti di chi gioca qualora, per qualsiasi motivo, non fossero in grado di scindere la realtà dalla finzione.

GS: Oggi hai dimostrato a tutti noi che si possono creare grandi giochi senza un hardware molto potente, ma recentemente hai espresso la tua volontà di sviluppare su 360. Cosa ne pensi della nuova generazione di console e, più precisamente, del budget necessario per sviluppare un buon gioco di nuova generazione? posso i soldi comprare nuove idee?


S51: I soldi non possono comprare idee innovative, ma possono rasserenare le menti di chi ha il dovere di pensarle. Quando sviluppo un nuovo videogioco fisso nella mia mente due obbiettivi: quello di creare qualcosa di nuovo e divertente, e quello di sfruttare al massimo la macchina a mia disposizione. Io penso che se tutti coloro che si occupano dello sviluppo di un videogioco fissassero nella loro mente questi due obbiettivi, gli investimenti per un gioco tripla A sarebbero sensibilmente inferiori.

GS: Giusto ieri abbiamo letto una tua dichiarazione sulla scarsa accoglienza che il pubblico giapponese ha riservato al tuo gioco, condita da un commento quantomeno forte sull'utenza Nintendo. Cosa vuoi dirci in proposito?


S51:
Nulla, nel senso che non ho mai rilasciato alcuna dichiarazione di questo tipo. Per la verità non conosco nemmeno i dati di vendita ufficiali di "No More Heroes" e non mi interessano, penso che la notizia che avete letto sia stata messa in circolazione da qualche giornalista giapponese a corto di argomenti!