Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, il ritorno dei draghi – Anteprima PC

L'anteprima di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, il reboot della storica saga di beat’em up di fine anni ‘80

di Jacopo Retrosi

Tra un paio di settimane uscirà su PC e console Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, nuovo capitolo in vece di reboot del celebre picchiaduro a scorrimento nato su cabinati arcade nel lontano 1987.  

Realizzato da Secret Base e Modus Games, il titolo adotta un'inedita presentazione grafica e una formula di gioco in chiave roguelike che accompagna le classiche dinamiche da beat’em up 2.5D. Lo abbiamo provato in anteprima per un paio d’ore; ecco le nostre impressioni. 

Double Dragon Gaiden - Rise of the Dragons: trama, gameplay e combattimento

Come nell’originale, ci troviamo a combattere gang rivali in una New York devastata dalla guerra nucleare nei panni di Billy e Jimmy Lee. L’unica differenza è che stavolta lo stiamo facendo su richiesta del sindaco della città; non dovremo soccorrere Marian, che anzi ci accompagnerà come personaggio giocabile, assieme alo Zio Matin, nuovo ingresso nel cast di protagonisti. 

Le meccaniche rogue si integrano piuttosto bene con quelle tradizionali, aggiungendo rigiocabilità e quel pizzico di imprevedibilità che non guasta mai, almeno per le prime partite. I 4 livelli possono infatti essere selezionati in qualunque ordine, e completarne uno rende i successivi progressivamente più difficili, con nemici più aggressivi e numerosi, settori aggiuntivi e boss più coriacei, ma anche maggiori ricompense. 

La (basilare) trama di fondo non sembra cambiare a seconda del percorso intrapreso; tuttavia, già così ci sono diverse combinazioni, a cui sommare i tanti parametri configurabili per regolare la difficoltà e le sinergie tra le coppie di lottatori selezionabili, partendo dalla rosa iniziale di 4 fino ai 13 complessivi, per una quantità di contenuti niente male se vi piacciono le esperienze di natura arcade, brevi ma con una curva di apprendimento ripida e che ben si prestano a sessioni multiple. E se avete qualcuno con cui giocare in co-op il divertimento raddoppia. 

Ogni nemico eliminato elargisce monete, usate per resuscitare in caso di sconfitta e acquistare potenziamenti alla fine di ogni segmento; questi ultimi sono perlopiù migliorie offensive o difensive al parco mosse, niente di sfarzoso, e soprattutto nulla che determini una vera e propria “build” o influenzi in modo significativo il rendimento in battaglia (fanno comodo però, ci mancherebbe). A fine round il bottino rimasto viene convertito in gettoni, il cui tasso di cambio varia in base a quanto ci siamo complicati (o meno) la vita con i modificatori. Tra personaggi, consigli, bozzetti e brani della colonna passerà un bel po' di tempo prima di riuscire a sbloccare tutto. 

Il sistema di combattimento è di pregevole fattura: gli input vengono registrati correttamente, così come le collisioni, il feedback dei colpi è buono, c’è una discreta varietà di nemici e il ventaglio di strategie cambia a seconda del lottatore scelto. Non abbiamo provato l’intero roster, ma i 4 protagonisti consentono già una veduta piuttosto ampia sulla formula di gioco, anche se per il momento Marian e il suo bazooka ci sono sembrati “leggermente” sopra la media.  

Attaccando a distanza può controllare il campo senza esporsi a rischi, e i tanti AOE di cui dispone le permettono di accumulare combo (essenziali per recuperare salute) con una semplicità disarmante. Ha meno punti vita dei suoi colleghi, ma non prende danno, mitigando il problema alla fonte. 

Se non altro il gioco pare equipaggiato bene per respingerla, con avversari ad hoc che schivano a tradimento, bombardano a lungo raggio o acquisiscono resistenza allo stordimento; i boss poi, specie gli ultimi, non si fermano un attimo, e arrivano costantemente rinforzi. A tal proposito, quando si viene circondati è abbastanza difficile liberarsi dalla morsa, anche cambiando personaggio, e la situazione peggiora se ci sono burroni nei dintorni; gran parte dei crediti persi è stato per merito dei voli nel vuoto dopo un ceffone a caso. 

Non sarebbe male avere a disposizione qualche tecnica per riottenere il controllo a mezz’aria, magari sacrificando la barra dell’attacco speciale, o al limite subire meno danni dalle cadute. Skill issue? Non lo nego, e forse con l'esperienza il problema svanirà; ci sono ancora molti dettagli da approfondire dopotutto. Diciamo che se non siete esperti del genere non sentitevi in colpa a dare una ritoccata al livello di sfida prima di iniziare l’avventura. 

Uno degli aspetti più “controversi” di Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons sin dal primo annuncio è lo stile grafico “chibi” adottato dagli sviluppatori. I capitoli passati hanno sempre optato per proporzioni più realistiche, o comunque verosimili; questa scelta potrebbe quindi stonare agli occhi dei fan di vecchia data, e usare la carta del reboot per giustificare la cosa ci sembra disonesto. 

A nostro dire se non ci si sofferma troppo sui “testoni” la presentazione del titolo Secret Base non è affatto male, con sprite ben animati e livelli ricchi di dettagli, in linea con l’approccio minimale di numerose produzioni indie di successo. Una soluzione “safe” per assicurare il rilancio del brand? È presto per dirlo.