Dead Island 2 - Anteprima PC

Zombi, zombi e ancora … zombi!

di Simone Rampazzi

Non è facile svecchiare un genere che parla di zombie. Ormai li vediamo praticamente ovunque, uno dei motivi che, probabilmente, porterebbe ognuno di noi a considerare “normale” un’apocalisse di camminatori non-morti. La carne marcescente di questi poveracci tira più di un capo d’abbigliamento alla moda, tant’è che di videogiochi, e pellicole, che li utilizzano come protagonisti continuano a essere pubblicate senza sosta, cambiando banalmente quello che potrebbe esserci alle basi del contesto. 

Cambia il tipo di epidemia. Cambia il tipo di camminatore. A volte corrono, altre volte sono mutati al punto da non sembrare nemmeno più zombie. Si arriva persino a ricordare con malinconia i tempi di Resident Evil, quando gli zombi erano semplici nemici da superare girandogli intorno, vista la loro velocità al pari di un bradipo assonnato.

Deep Silver ci aveva già presentato la sua versione di apocalisse zombie, ed è piacevole notare che con questo secondo capitolo del franchise, le cose potrebbero farsi sicuramente interessanti, complici alcuni elementi di gameplay che potrebbero rendere l’esperienza un pelino più divertente e articolata.

In Dead Island 2 sei tu l'arma

Partiamo con ordine, visto che ci piace tanto, e iniziamo dal contesto di gioco. Dead Island 2 ci getta nel territorio americano senza colpo ferire, lasciandoci intendere dopo la cutscene di introduzione che gli zombi, per quanto lenti e insidiosi, sono praticamente comparsi in ogni dove creando scompiglio. Durante una fuga in pieno stile World War Z, ricordate la scena dell’aereo vero?!, il giocatore aldilà dello schermo conosce quelli che saranno i personaggi giocabili all’interno del gioco.

Elemento già visto nel primo capitolo, solo che qui l’impronta ruolistica appare notevolmente migliorata, come se a vincere, oltre all’abilità del giocatore, resta inoltre la capacità di saper gestire i punti di forza di ognuno degli alter ego selezionabili. Ne troviamo per tutti i gusti, da quello più manesco pronto a farsi strada tra i cadaveri anche a pugni, a quello più tattico, che magari prediligerà l’approccio stealth per portare a casa il risultato e completare le missioni proposte, suddivise tra primarie e secondarie.

Tra i sei personaggi selezionabili, l’unica attenzione da porre sarà per l’appunto quella di voler decidere come improntare un minimo il proprio stile di gioco. Attenzione però, tanto ci arriveremo tra poco, non è detto comunque che un personaggio dotato di abilità stealth non possa girare per il mondo di gioco menando fendenti all’impazzata. Resta sempre una questione di gusti unita all’efficienza che si vuole avere sul campo. 

Bisogna comunque ammettere che in Dead Island 2 i personaggi hanno un loro savoir-faire, riescono a catturarti nella tela del gioco appassionandoti anche semplicemente con la loro caratterizzazione, condita da dialoghi e background differenti, utili davvero a far sentire a casa praticamente tutti. 

Usa bene le tue carte

Ok forse non fa ridere, ma quando intendiamo di usare bene le proprie carte, intendiamo in parte proprio quello. Letteralmente. Il sistema di gioco creato da Deep Silver prende un po’ da Back 4 Blood, un altro titolo sul generis che ha impostato un sistema di abilità mediante l’utilizzo delle carte, che qui vede un maggior senso vista la possibilità di creare combinazioni utili a rendere il nostro alter ego letale, quanto divertente da giocare per voi.

Come dicevamo, il focus alle spalle dell’esperienza in Dead Island 2 resta quello dell’immedesimazione, o comunque quello di mettervi alla presa con un gioco che rende voi i protagonisti, in tutto e per tutto. Vi accorgerete giocando che ogni carta appartiene a un mazzo specifico, suddiviso tra superstite, ammazzazombi, capacità e numen, le ultime più interessanti giacché collegate con il nostro personaggio, e una sua certa capacità che non abbiamo intenzione di spoilerarvi.

Detto questo, il gioco esprime il suo meglio in fase di combattimento, ed è un combattimento spinto e brutale, pensato sicuramente per creare una fusione di elementi in bilico tra lo splatter tarantiniano e … lo splatter tarantiniano! Durante il gioco non c’è stato un momento in cui non abbiamo menato fendenti utili a disintegrare, letteralmente, i nemici di fronte a noi. Ed è un elemento davvero godibile, questo perché gli sviluppatori hanno implementato e lavorato sul motore grafico del gioco al fine di renderlo si realistico, ma anche responsivo, poiché ogni arto dei nemici, come anche altri parti del corpo, saranno asportabili e subiranno un danno incrementale utile a cambiarne l’aspetto di fronte a noi. 

Per dire, un colpo alle ginocchia potrebbe inizialmente ferire o azzoppare uno zombi, mentre un colpo meglio assestato di lama potrebbe tranciare di netto un suo arto. Simpatico anche il sistema legato ai volti, che a seconda dei colpi ricevuti cambiano in modo davvero convincente.

Nella formula sono compresi chiaramente parata e schivata, insieme a un bell’insieme di abilità utili quanto divertenti, tipo il calcio che può diventare persino acrobatico se equipaggiato l’insieme di carte giuste. Ci sono i danni elementali, un po’ come vedevamo anche in Dying Light 2, giusto per essere più specifici.

Per applicarle alle armi sarà possibile utilizzare un tavolo da lavoro, elemento di crafting ormai quasi onnipresente, ma che in questo caso acquista importanza giusto nell’ottica dell’esplorazione, perché alcune delle modifiche diventeranno disponibili solo dopo aver trovato il progetto relativo, magari nascosto in alcune porzioni specifiche della mappa (e non proprio sulla strada maestra). Alcune soluzioni per risolvere gli scontri più corposi sono divertenti, ma è chiaro che dovremo capire appieno come questa dinamica acquisterà senso una volta in possesso del gioco completo, questo perché abbiamo notato che oltre alle missioni secondarie sarà necessario fare un po’ di backtracking per tornare sui proprio passi.

Nel client di anteprima ci siano scontrati con due diverse tipologie di zombi, più una terza definibile come boss. Anche qui, le riserve restano e non vediamo l’ora di analizzare il gioco completo per comprendere meglio quante saranno le tipologie di zombi e quali sorprese ci riserveranno.

Dead Island 2: un commento finale

Graficamente Dead Island 2 sembra avere tutte le carte in tavola per apparire convincente, soprattutto in funzione dei danni ricevuti dagli zombi, un elemento che rende più divertente l’esperienza soprattutto sulle fasi iniziali, complice l’effetto wow. Ancora non sappiamo quanto durerà la campagna e cosa ci toccherà fare per salvare la baracca, sebbene un equilibrio tra personaggi giocanti e non giocanti finisce per delinearsi anche in questa breve anteprima, in cui comprendiamo che tutta la responsabilità poggia su di noi e sul modo che adotteremo per portare in salvo i sopravvissuti che incontreremo.

Alcuni sono stati davvero divertenti da incontrare, tipo la coppia di ubriaconi, ma basterà questo a reggere tutto il fronte narrativo alle spalle dell’opera? Quello che darà una mano in questi termini sarà sicuramente la modalità cooperativa fino a tre giocatori, un elemento che garantisce spesso migliore longevità ai videogiochi, soprattutto in funzione di una condivisione dell’esperienza che offre migliori spunti anche alla creatività (ancora ricordiamo con affetto le dirette in compagnia del primo Dying Light).