Immortals Fenyx Rising – Hands On

Un evento a dir poco mitologico

di Simone Rampazzi

Si chiama Immortals Fenyx Rising, mettetevolo in testa Nemmeno un anno fa, durante la conferenza E3, Ubisoft annunciava sul palco un nuovo progetto intitolato Gods & Monsters. Da quel momento del gioco si è persa ogni traccia, tranne per qualche rumor sporadico apparso in rete ultimamente che sembra identificarlo con un nuovo titolo, data di uscita e qualche altro dettaglio: Immortals Fenyx Rising uscirà il 3 dicembre del 2020, sarà sempre ambientato in Grecia e avrà come protagonista un eroe pronto a tutto pur di salvare gli dei dell’Olimpo.

Grazie a Ubisoft abbiamo avuto il piacere di testare con mano il nuovo titolo, grazie a una prova che ci ha permesso di osservare più da vicino parte dell’ambientazione insieme al combat system e a qualche puzzle ambientale.

AL TEMPO DEGLI DEI DELL’OLIMPO

Senza ricevere alcun dettaglio su quelli che saranno i connotati della storia, un gentile addetto ai lavori ci ha lanciato direttamente in una delle zone che compongono l’isola, dedicata a quanto sembra al dio Efesto. Il nostro personaggio per la prova è di sesso femminile, sebbene gli sviluppatori ci hanno assicurato che il gioco offrirà la possibilità di personalizzarne l’aspetto, scegliendo all’occorrenza anche la possibilità di mantenerlo, oppure di cambiarlo in un alter ego maschile.

Trattandosi di un’avventura in terza persona, Immortals Fenyx Rising permette al giocatore di muoversi per lo scenario a piedi o a cavallo, finanche planare grazie a un particolare meccanismo montato sulle spalle, capace di emulare per diritto di nascita le ali di Dedalo tratte dal mito omonimo (sebbene non siano di cera, state pur sereni!).

L’esplorazione viene alternata da momenti completamente rilassanti, in cui è possibile ammirare parte degli scorci scelti per l’occasione, interscambiabili con altrettanti momenti dinamici, spesso rappresentati da combattimenti svolti contro creature appartenenti alla mitologia di riferimento.

Tra minotauri e ciclopi soggiogati dal potere del nemico, un titano folle risvegliatosi dopo anni di prigionia, il nostro alter ego può fare affidamento al solito carnet di abilità realizzato per le offerte sul genere, in cui spiccano le solite tipologie di attacchi leggeri e pesanti, accompagnati da abilità attivabili mediante la pressione simultanea di due tasti del controller.

Fa piacere notare come parte del sistema combattimento visto in AC: Odyssey sia stato riportato anche in Immortals Fenyx Rising, soprattutto quella dedicata alla schivata perfetta, che attiva una piccola frazione di tempo a rallentatore, e quella dedicata allo sfruttamento del nostro compagno animale, una fenice di fuoco davvero molto pericolosa.

Il combattimento è davvero molto dinamico e garantisce, quando padroneggiato, una discreta soddisfazione anche durante le boss fight presenti: noi siamo riuscite a provarne due, la prima contro un automa creato nelle fucine di Efesto, la seconda contro un ciclope piuttosto arrabbiato. I due nemici sfruttano delle abilità peculiari, il tipico espediente che cerca di imporre un gioco più reattivo ove necessario per fronteggiare la difficoltà del momento.

A difficoltà normale siamo riusciti a resistere ad ogni avversità, ma gli sviluppatori ci hanno garantito che ci saranno diverse difficoltà selezionabili all’inizio del gioco, pronte insomma a rendere più coriacea l’avventura per tutti quelli in cerca di una vera sfida.

E’ TUTTO MOLTO … ZELDOSO

Sul fronte meramente grafico il titolo ricorda molto da vicino Breath of the Wild, capitolo de “The Legend of Zelda”. Le linee dedicate alla realizzazione dei personaggi sono morbide, legate insomma a uno stile più cartonato piuttosto che realistico, elemento che si ripercuote anche sullo scenario di gioco, che acquista così un piacevole disegno capace di incantare per stile, senza contemporaneamente sfiancare l’hardware delle piattaforme. Oltre alla grafica, dal titolo Nintendo Immortals Fenyx Rising prende anche alcuni particolari legati all’interfaccia, come ad esempio l’indicatore della stamina, posto praticamente in sovraimpressione vicino al nostro personaggio.

A tutto questo possiamo aggiungere qualche dettaglio sul sistema di crafting, realizzato in modo e maniera nella demo da essere utilizzato presso una delle tante stazioni dedicate, contrassegnate nella mappa da un calderone per mescere pozioni. Durante l’esplorazione potremo infatti trovare degli oggetti come funghi o frutta che, nel luogo apposito, possono essere miscelati per ottenere delle pozioni di cura, stamina o forza, utilizzabili durante il combattimento grazie alla pressione delle frecce direzionali.

Abbiamo visto inoltre qualche piccolo dettaglio sull’inventario, che sembra non solo permettere di vestire il nostro alter ego scegliendo tra i vari slot classici (armatura, armi, power up) ma anche di cambiare l’aspetto grazie a delle piccole varianti delle armature basi, delle colorazioni che potranno essere trovate casualmente nei forzieri sparsi per l’ambientazione.

ATTIVITA’ COLLATERALI

Oltre a compiere la missione principale, il nostro eroe potrà dedicarsi a delle attività collaterali sparse per la mappa, all’occorrenza identificate come delle mini boss-fight, oppure delle location in cui bisognerà risolvere dei piccoli puzzle ambientali per sbloccare una ricompensa, identificata con una valuta chiamata Monete di Caronte.

Questi luoghi di potere racchiudono all’interno di alcune camere delle sfere bluastre che, posizionate seguendo un bassorilievo presente nella rovina, ci permetteranno di accedere alla ricompensa. Tale frangente si è rivelato divertente e intuitivo, soprattutto perché le molteplici abilità del personaggio possono essere “combinate” anche a oggetti ambientali, che non sempre vengono scoperti al primo tentativo.

Per dire, una freccia lanciata in prossimità di un braciere prenderà fuoco, permettendovi magari di accendere un particolare faro collocato all’interno di una piccola feritoia. Le combinazioni sono davvero molteplici e siamo sicuri che, andando avanti nel gioco, ne troveremo moltissime anche ispirate proprio al tipo di zona in cui le affronteremo, che prendono idealmente l’immagine dal dio greco di riferimento a cui appartengono.