Thor: Love and Thunder, Natalie Portman: diventare supereroina a 40 anni è stato straordinario. L’intervista

L’attrice Natalie Portman racconta il suo ritorno nel mondo Marvel nei panni della Possente Thor.

Thor Love and Thunder Natalie Portman diventare supereroina a 40 anni è stato straordinario Lintervista
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Attrice, produttrice, regista, mamma e ora supereroina. Natalie Portman ha accettato la sfida di diventare la possente Thor su invito del regista Taika Waititi, coronando un percorso non semplice all’interno del Marvel Cinematic Universe.

Dieci anni fa la sua Jane Foster infatti ha fatto il suo esordio nell’universo Marvel come scienziata e interesse amoroso del protagonista di Thor. Dopo le critiche negative al sequel Thor: The Dark World il suo personaggio era stato “congelato”, lasciandola insoddisfatta della direzione presa. Portman era più che pronta a tornare, ma con una lettura che non fosse sussidiaria a Thor e che desse agency al suo personaggio.

La chiamata giusta è arrivata da Taika Waititi, che ha fatto molto più che darle un ruolo da protagonista: le ha chiesto di diventare una supereroina alla pari con il suo Thor, con tanto di martello, muscolatura e super poteri. Portman, che ha compiuto quarant’anni sul set, ha accettato una sfida che dieci anni fa mai avrebbe pensato le venisse proposta.

Thor: Love and Thunder, Natalie Portman: diventare supereroina a 40 anni è stato straordinario. L’intervista

Cosa ti piace di Jane Foster, in questa eroina forte, tosta?

Ammiro molto Jane Foster perché io non sono per niente come lei: non riesco a essere tosta e forte tutto il tempo. Per me è difficile rapportarmi con questo tipo di persone. Jane però è una persona con le sue debolezze, accompagnate alla sua forza. È fantastico essere una supereroina donna in un momento in cui ci sono più personaggi femminili, tuttavia non è ancora normale, suona incredibile, straordinario. C’è ancora molto da fare, ma penso sia importante per tutti i bambini e le bambine vedere supereroi di tutti i tipi. Quando io ero piccola c’era solo un’eroina donna, quindi non potevo scegliere in chi identificarmi. C’è molta più varietà oggi, per fortuna, ma ancora non abbastanza.

Cosa ne pensi del viaggio del personaggio di Jane e cosa ti aspetti dal suo futuro?

Dieci anni fa ero eccitata di interpretare un’astrofisica donna, anche se ovviamente non era il punto della situazione. Credo sia importante rappresentare le donne in contesti lavorativi relativi alle STEM (le scienze matematiche e scientifiche), anche in prodotti d’intrattenimento. All’epoca non mi sarei aspettata di diventare anche un’eroina. Non a quarant’anni poi, da madre ebrea alta 160 centimetri che diventa questa muscolosa eroina bionda…è stato inaspettato e rivoluzionario, a modo suo. Sul futuro del personaggio non so davvero nulla. Posso dirti questo: quando a fine film appare la scritta “Thor tornerà” io, Chris e Taika ci siamo guardati sorpresi e abbiamo detto: “davvero?”.

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Parliamo della sfida personale che Jane affronta in questo film.

Senza fare spoiler, posso dire che ho amato come Jane e la potente Thor debbano affrontare sfide enormi, trovando uno scopo alle sue due vite, umana e “super”.

Jane non sembra aver paura di nulla…tu invece di cosa hai paura?

Ho paura di tutto: del Covid, delle armi, delle folle. Jane è davvero coraggiosissima…io no.

Quanto è stato divertente partecipare a un film con una così spiccata nota comica?

È incredibile lavorare con Taika perché porta una nota creativa continua sul set, tutti i giorni, e chiede la stessa cosa a tutti quelli che lavorano con lui. Credo sia un momento in cui tutti abbiamo bisogno di un po’ di comicità. Mentre giravamo, Taika ci ricordava sempre quanto sia importante affrontare la vita così, con momenti di gioia e ironia. Quello che mi piace dell’umorismo di Taika Waititi è che non è mai a spese di qualcuno, è sempre gentile. Mi conquista come il suo modo di fare umorismo ssempre un po’ buffo ma anche ricco di emozione e autenticità.

Thor: Love and Thunder è davvero esilarante. C’è stata una scena in cui non riuscivate a rimanere seri?

La sfida sul set era rimanere seri, sempre. Taika, Chris (Hemsworth, il protagonista) e Tessa (Thompson, l’interprete di Valkiria), continuavano a fare battute e a volte scoppiavamo tutti a ridere. La cosa straordinaria per me è come questi momenti comici riescano a filtrare anche nelle sequenze drammatiche. È successo perché Taika fa girare e rigirare le scene, provando tanti approcci diversi. È quasi un film sperimentale, ma con un budget da Blockbuster. Per me che voglio essere sempre preparata e programmata su tutto, è stato un po’ disorientante ma poi è diventato…è incredibile come tanta parte del nostro lavoro somigli ai bambini che giocano e immaginano cose.

Trovi più complicato fare commedia o girare film drammatici?

Sai, ogni film ha le sue sfide e può dare grandi soddisfazioni. La mia carriera mi ha portato a girare più pellicole drammatiche, ma credo l’importante in campo comico sia portare spontaneità e creatività.

Thor: Love and Thunder, Natalie Portman: diventare supereroina a 40 anni è stato straordinario. L’intervista