Prime impressioni sul nuovo anime targato Netflix

Correva l'anno 1966 quando sulle frequenze della Tokyo Broadcasting System veniva trasmesso per la prima volta Ultraman, la serie TV firmata Tsuburaya Productions ispirata alle gesta del "leggendario" Gigante di Luce nato dalla fusione fra un componente dello Scientific Special Search Party (SSSP) ed un membro della Guarnigione degli Ultra, la pattuglia spaziale creata proprio per difendere l'intero universo dalle possibili minacce aliene.

Prime impressioni sul nuovo anime targato Netflix

Realizzato sulla scia dei capolavori giapponesi dell'epoca come Godzilla e Gamera, la serie basata su combattimenti contro mostri giganti (Kaiju) divenne ben presto un vero e proprio fenomeno di culto, dando di fatto vita ad uno dei franchise più longevi e redditizi dell'intera storia televisiva nipponica.

Per quanto riguarda l'Italia, il fenomeno Ultraman non lo si può certo definire un successo. A parte la trasmissione parziale della serie televisiva originale (vennero localizzati solo 26 dei 39 episodi originali ), il franchise ha, infatti, mantenuto negli anni un bassissimo profilo, salvo poi tornare in qualche modo in auge grazie alla serializzazione del manga sequel (2015 via Star Comics) ispirato proprio alla serie TV originale.

Ed è proprio al manga creato da Eiichi Shimizu e Tomohiro Shimoguchi che si ispira a propria volta anche la nuova serie animata firmata Netflix, realizzata dallo staff di Production I.G. in collaborazione con Sola Digital Arts e disponibile proprio da oggi (1 aprile) sul noto servizio di streaming.

Un po' di storia

Sono passati circa quarant'anni dalla battaglia finale fra Ultraman ed il mostro Zetton, culminata con la definitiva scissione fra l'entità aliena (Ultraman) ed il suo alterego umano Shin Hayata ed il ritorno alla normalità. Da allora la SSSP ha continuato a lavorare nell'ombra nel tentativo di prevenire possibili attacchi da nuove forze aliene, ben sapendo che il mancato apporto di Ultraman potrebbe complicare e non poco le cose. Shin Hayata è, infatti, invecchiato come tutti, ma sopratutto continua a non avere alcuna memoria del proprio passato come Ultraman. Nonostante tutto parte dei poteri del Gigante di Luce sono comunque rimasti "intrappolati" all'interno del suo corpo, diventando così parte integrante anche del patrimonio genetico del piccolo Shinjiro, ignaro sia della vera identità del padre che dell'origine dei poteri sui quali stenta comunque ad avere il controllo.

L'attacco  del redivivo Bemular (vecchia conoscenza della Guarnigione degli Ultra) ed il conseguente recupero della memoria da parte di Shin Hayata porranno tuttavia il "vecchio Ultraman" di fronte ad un dilemma: lasciare l'intero genere umano in balia degli eventi oppure coinvolgere il giovane Shinjiro in una battaglia da cui potrebbe anche non uscirne vittorioso.

Nel frattempo l' SSSP si è comunque evoluta, al punto da realizzare una vera e propria armatura da combattimento in grado di canalizzare l'energia specium disponibile negli individui in possesso del famigerato "Fattore Ultra", senza la necessità di assumere dimensioni fuori dalla norma.

La serie Netflix

Se intendete avvicinarvi alla nuova serie animata di casa Netflix, vi consigliamo di prendervi un doveroso tempo "di adattamento". Per i puristi del genere, approcciare ad una serie totalmente realizzata in computer grafica potrebbe infatti risultare piuttosto indigesto, specie per la spigolosità dei tratti e per un impatto visivo obbiettivamente assimilabile più a quello di un videogame che non ad un "anime più classico".

Eppure, superato il primo impatto l'Ultraman di casa Netflix si rivela più che godibile. La serie fonda le proprie radici su una narrazione sicuramente di facile assimilazione, in cui non mancano tuttavia colpi di scena ed approfondimenti in grado di appassionare anche lo spettatore meno attento.

Seppur in maniera più blanda rispetto all'opera fumettistica a cui l'anime si ispira, non mancano, infatti, analisi introspettive e divagazioni filosofiche sia su alcuni personaggi di contorno che soprattutto sul giovanissimo protagonista, spesso in conflitto con un padre piuttosto "ingombrante", mai veramente a proprio agio con poteri spesso più grandi di lui ma comunque cosciente del proprio ruolo all'interno di quell'enorme partita a scacchi intergalattica che rischia di stravolgere l'assetto dell'intero universo.

Ovviamente, il focus dell'anime è e resta il combattimento fra lo stesso Ultraman e le forze aliene che stringeranno d'assedio il pianeta Terra in tutti ed i 13 episodi che compongono questa prima stagione della serie, aspetto sul quale la produzione non ha certo lesinato il proprio impegno nel tentativo di offrire allo spettatore un prodotto sicuramente spettacolare o comunque all'altezza della situazione.

Sotto questo punto di vista non possiamo che dare merito ai produttori di aver confezionato un prodotto decisamente gradevole, in cui non mancano certo ne effetti speciali degni del miglior film o anime a base di mech (ottima in tal senso la riproduzione della suit da battaglia in puro Iron Man style), ne tanto meno villain di "spessore" in grado di elevare ulteriormente la qualità e la spettacolarità delle battaglie.

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Se a tutto questo sommiamo poi l'ottima colonna a sonora ed un doppiaggio tanto azzeccato quanto puntuale anche nella nostra beneamata lingua italiana (ma vi consigliamo di dare una possibilità anche a quello giapponese opportunamente sottotitolato), vien da se che l'opera confezionata da Netflix merita ben più di una piccola chance da parte degli appassionati del genere e non solo.