The Hot Zone

Madre natura è un’assassina perfetta, a cui non manca il senso dell’umorismo. Se l’uomo è concentrato a prevenire (e prevedere) gli eventi più “macro”, ecco che lei lo aggira, e lo uccide, con il micro. Qualcosa di talmente piccolo da non essere visto a occhio nudo e, proprio per questo, ancora più infido e letale. Ebola è il nome di un virus che abbiamo ormai imparato a conoscere, perché periodicamente torna a far parlare di sé con nuove epidemie che prendono forma soprattutto nel continente africano.  Ed è proprio da qui che nasce la storia che fà da sfondo a The Hot Zone, serie TV prodotta da Ridley Scott, basata sull’omonimo romanzo di Richard Preston.

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Esattamente come nel libro, che si basa su fatti realmente accaduti, la serie racconta la catena di eventi che hanno portato uno dei virus più letali del mondo alle porte della Casa Bianca. Un’ottima commistione di eventi fiction e reali che romanzano una verità oggettiva che evidenzia come una buona dose di superficialità, unita all’impreparazione degli operatori scientifici dell’epoca (gli eventi hanno avuto luogo sul finire degli anni ’80), hanno portato l’umanità a ridosso di una potenziale estinzione. La variante “Zaire” del virus in questione, che è poi quella protagonista della serie, ha una mortalità di oltre il 90% e la sua trasmissione è talmente rapida (basta un qualsiasi fluido organico), che la sua diffusione può essere difficilmente controllabile. Anche perché i sintomi iniziali possono essere facilmente scambiati con quelli di una normale influenza. Febbre, vomito e nausea, lasciano presto il posto ad effetti di ben altra entità che nella maggior parte dei casi portano il malcapitato a morte certa.  

The Hot Zone

Protagonisti della miniserie (sei puntate trasmesse nell’arco di tre settimane) sono diversi volti noti del piccolo schermo, a cominciare dalla bravissima Julianna Margulies (The Good Wife), ovvero colei che per prima ha individuato il virus su territorio americano, accompagnata dal sempre odioso Topher Grace (BlacKkKlansman) e Liam Cunningham (Il trono di spade). Il cast funziona perfettamente e la regia, pur non eccedendo negli aspetti più crudi legati al virus, riesce a tenere sempre un ritmo molto elevato, conferendo alla serie una tensione sempre costante senza dover ricorrere a banali espedienti narrativi. E in fondo, basta soltanto prendere coscienza su quanto siamo stati vicini (e magari ancora lo siamo) a dover affrontare un’epidemia così estrema e definitiva, per essere costantemente accompagnati da un certo senso di disagio.

La programmazione di The Hot Zone è iniziata lo scorso 4 Settembre su National Geographic (Sky, canale 403) con le prime due puntate. Le altre 4 saranno trasmesse rispettivamente l’11 e il 18 Settembre. Il nostro consiglio è di non perderla per nessun motivo, soprattutto se avete amato film come Virus Letale (Dustin Hoffman e Kevin Spacey), che si ispira sempre al libro di Preston (Il virus Matobo descritto nel film prende il nome da un affluente del più tristemente famoso fiume Ebola).