La seconda stagione

La seconda stagione di Stranger Things era uno degli appuntamenti più attesi di tutta la stagione televisiva. E per un sacco di validi motivi. Innanzitutto per l’ottima qualità narrativa e per l’idea, forse non originalissima, messa in scena dai fratelli Duffer ma anche e soprattutto per l’incredibile spessore regalato dai protagonisti della serie, nessuno escluso. A partire dai cinque adolescenti, vera colonna portante di tutta la serie, per andare in cascata sugli adulti, i personaggi di Stranger Things sono stati capaci fin dalla prima puntata di bucare lo schermo e diventare veri e propri personaggi di culto.

La prima stagione si era chiusa con una vittoria amara dei nostri eroi. Il piccolo Will era stato liberato dal mondo del “sottosopra” ma di contro la piccola “undici” era scomparsa misteriosamente, probabilmente inghiottita dallo stesso universo malvagio che aveva tenuto prigioniero Will. Sullo sfondo si erano delineate le non tanto chiare attività del laboratorio Hawkins, responsabile di quanto accaduto.

La seconda stagione, di cui ovviamente non vogliamo dirvi troppo, porta sullo schermo protagonisti vecchi e nuovi che, ancora una volta, si trovano a fronteggiare i pericoli del mondo del sottosopra che questa volta non solo se la prendono con Will (e questa è sfiga), ma intaccano fisicamente anche il nostro mondo, in un pericoloso intreccio che, alla fine, lascerà sul campo una quantità importante di cadaveri.

I creatori della serie sembrano aver compreso bene le chiavi del successo della prima stagione e riescono a proporre agli spettatori lo stesso, sapiente, mix che mette in campo buoni sentimenti e valori familiari, una bella manciata di horror ed effetti speciali e tanti, tanti, Anni ’80. Se la prima stagione ci aveva dato un assaggio del “mood” vissuto quasi 40 anni fa (ommioddio!), questa seconda uscita è un continuo a rimando a quel mondo di capelli cotonati, musica ad altissimo volume, jeans a vita altissima e quei videogames che hanno fatto davvero la storia dell’intrattenimento elettronico.

La seconda stagione

Al cast iniziale, ovviamente riconfermato per intero, si sono aggiunti nuovi personaggi che hanno arricchito e dato nuovo spessore al cast. A partire da “Mad Max” e il suo psicopatico fratello Billy, fino ad un imbolsito Sean Austin, tutte le nuove aggiunte hanno contribuito a rendere ancora più denso e di spessore il livello qualitativo del prodotto. Se si eccettua un “passaggio a vuoto” nella puntata 7, utile però per porre le basi per la terza stagione, le nove puntate scorrono via veloci, perfettamente incastrate l’una all’altra fino al finale di stagione che, ancora una volta, apre le porte per le già confermate stagioni 3 e 4.

E se le nove ore di Stranger Things 2 non vi sono bastate, allora non perdete l’occasione di dare un’occhiata al mega speciale “Oltre Stranger Things”. Ben 7 puntate di venti minuti ciascuna dove i creatori e il produttore della serie parlano, in compagnia di buona parte del cast, di tutti i processi della creazione della seconda stagione, regalando chiavi di lettura e retroscena davvero molto simpatici e gustosi. Insomma, Netflix è riuscita a “cavalcare la tigre” e a dare un degno seguito ad una serie davvero molto ben realizzata. Da vedere.