Stranger Things

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La quantità e la qualità di serie originali che Netflix propone con assoluta costanza ai proprio abbonati é davvero encomiabile. Non parliamo solo delle grandi produzioni Marvel (da poco rilasciati, a pochi giorni dal comic-con, i teaser di Iron Fist e The Defenders), di Narcos (anche in questo caso é stato rilasciato il teaser della seconda stagione!) o di Marco Polo (online da pochi giorni la seconda stagione), ma anche di prodotti più particolari - qualcuno direbbe di nicchia - come può essere proprio questo Stranger Things.

Citazioni e paurose apparizioni



Ideato, scritto e diretto per larga parte da Matt e Ross Duffer (conosciuti principalmente per la sceneggiatura di Wayward Pines) Stranger Things si articola in otto puntate dalla durata di circa un'ora l'una. Quello che agli occhi di moltissimi spettatori potrebbe sembrare un semplice progetto utile a far rivivere l'effetto nostalgia di quegli anni '80 che hanno segnato in maniera indelebile molti generi cinematografici, in particolare quelli legati all'universo nerd e geek, si é rivelata una serie incredibilmente solida, squisitamente citazionista, ma allo stesso tempo in grado di appassionare con una trama ed un intreccio che non si inceppano praticamente mai.



Inutile far finta di non vedere quello che é fin troppo palese. I fratelli Duffer mettono a servizio delle citazioni non solo la sceneggiatura della serie, ma addirittura gran parte della regia e sopratutto del casting. Durante le otto ore che compongono la season one, sarà davvero difficile non notare dei passaggi che ci rimanderanno a film che hanno segnato un'epoca come: I Goonies, La Casa, E.T. Stand By Me e molto altro ancora. A questo poi si aggiungono tutta una serie di riferimenti visivi che strizzano pesantemente l'occhio a quel sottobosco di elementi nerd/geek che faranno la felicità di qualsiasi appassionato con almeno trenta primavere sulle spalle.

Una serie tv, per quanto carica di ottime e convincenti citazioni, non può vivere solamente di questi elementi, ed é proprio in questo semplice ma fondamentale passaggio che i fratelli Duffer riescono a convincere. Stranger Things appassiona perché la trama e il cast riescono a tenere sempre sul filo del rasoio lo spettatore. Un ritmo che non accenna praticamente mai a calare, con una serie di elementi perfettamente gestiti nella linea temporale delle otto puntate, e una serie di rivelazioni che raramente lasciano lo spettatore a bocca asciutta. Il tutto spaziando senza troppi problemi attraverso generi come: l'horror, il thriller, il drammatico e addirittura la fantascienza.

Ecco che quindi ci troveremo a vivere le inquietanti vicende di questa cittadina dell'Indiana che nel 1983 si troverà al centro di una serie di misteri piuttosto particolari e sorprendentemente spaventosi. Tutto ruoterà attorno alla scomparsa del piccolo Will Byers (Noah Schnapp). Uno smarrimento che lentamente porterà a galla una serie di inquietanti misteri.

Stranger Things


Misteri che si dipaneranno principalmente attraverso tre linee narrative. La prima é quella degli adulti, ovvero dello sceriffo Hopper (David Harbour) e di una splendida Winona Ryder nei panni di Joyce Byers, madre del piccolo Will. A seguire troviamo quella più adolescenziale in cui muoveranno i loro passi principalmente Jonathan (Finn Wolfhard) fratello maggiore di Will, e la teenager Nancy (Natalia Dyer). Infine, ma probabilmente si tratta della componente più importante, quella dei giovani Mike (Finn Wolfhard), Dustin (gaten Matarazzo) e Lucas (Caleb McLaughlin). Il gruppo di amici di Will sarà ovviamente determinatissimo a trovare e salvare il povero Will, e proprio questo gruppetto di amici che si muove per la cittadina in bicicletta (chi ha detto Goonies?) si imbatterà nella strana e misteriosa Eleven (Millie Brown) una ragazza piuttosto taciturna ma dotata di potere psichici.

Non vogliamo dirvi davvero nulla in più sulla trama, proprio perché, come dicevamo poche righe sopra, il tutto funziona estremamente bene. I registi (alcune puntate sono dirette da Shawn Levy) e gli sceneggiatori sono riusciti a gestire in maniera perfetta tutte e tre le linee narrative, non facendo mai affossare l'una o dall'altra.

Questa scelta porta diversi pro ma anche un piccolo contro che non abbiamo potuto fare a meno di notare. Tra i fattori positivi dobbiamo segnalare l'ottima performance di tutto il cast e soprattutto di una gestione della tensione ineccepibile. Purtroppo invece non possiamo dire lo stesso della profondità e della caratterizzazione di ogni singolo personaggio. La presenza di un cast così vario, lascia infatti alcuni personaggi privi di spessore e disegnati solamente in maniera macroscopica per quel che riguarda i tratti caratteriali. Eccezione la fanno la particolare Eleven, lo sceriffo Hopper e ovviamente la bravissima Winona Ryder che porta in scena un personaggio estremamente particolare e in grado di reggere la tensione drammatica, quasi sempre, solo sulle sue spalle.

Stranger Things si é quindi rivelato un prodotto che esula dalla semplicistica descrizione di" contenuto di elementi che rimandano agli anni '80", facendo emergere una personalità non indifferente, in grado di rapire l'attenzione tanto dello spettatore geek, quanto di quello più classico. Come spesso accade il finale é aperto, e questo dovrebbe permetterci di poter apprezzare una seconda stagione che potrebbe approfondire alcuni elementi ancora troppo nebulosi, oppure, che ci porterà a vivere nuove e misteriose avventure. Quello che é certo però, é che vogliamo a tutti i costi vedere una season two.

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